Arte di Ascoltare e Gradevolezza Personale
Qualche parola sull’Arte di Ascoltare l’abbiamo già introdotta parlando di Empatia. Spesso si pensa che questo sia un dono che debba appartenere solamente a determinate categorie di persone, come ad esempio gli psicologi. Si ritiene che la capacità di ascolto profondo sia superflua nella propria vita quotidiana. Niente di più sbagliato. Saper ascoltare, offrendo all’altra persona la nostra presenza più sincera, è l’arma che disinnesca un numero infinito di situazioni di tensione. E’ la via più breve ed efficace per entrare in relazione profonda ed ottenere l’apprezzamento più concreto che una persona possa riservarci.
La nostra vita quotidiana è un palcoscenico su sui vanno costantemente in scena momenti che ci offrono l’opportunità di dimostrare che abbiamo appreso l’Arte di Ascoltare. La scelta di continuare invece semplicemente a pensare che il problema appartenga al nostro interlocutore è dunque del tutto soggettiva.
Oggi si tende ad insistere che è necessario saper parlare per risultare carismatici. Questo è senza dubbio corretto, almeno in parte. Ma sono ancora poche le persone che si rendono conto di quanto sia almeno altrettanto importante saper ascoltare. Agli occhi di una persona a cui dedichiamo attenzione, tempo e totale accoglienza, acquistiamo una gradevolezza del tutto nuova. Per apprendere l’arte di ascoltare non è necessario impegnarsi in qualche complessa tecnica psicologica. Le persone dotate di un cuore sincero non hanno dubbi in proposito: è semplicemente la nostra piena e profonda sincerità a creare il contesto per una relazione speciale.
La sfida per chi intende offrire Ascolto Profondo è quella di accettare temporaneamente le emozioni difficili, senza soffocarle con l’offerta di consigli, interpretazione o distrazione
Jerome Liss
Sette Regole dell’Arte di Ascoltare
Riportiamo innanzitutto le Sette Regole che Marianella Sclavi elenca nel suo interessante testo “Arte di ascoltare e mondi possibili” (Mondadori)
Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sè.
Alcuni di questi suggerimenti non sono per niente semplici da adottare. Diventare improvvisamente persone dotate di umorismo, ad esempio, può essere un problema, se non lo siamo mai stati. Altri descrivono però aspetti che dovrebbero essere dati per scontati. Dovrebbero costituire la base di ogni relazione, in ogni ambito. Ad esempio, rinunciare ad arrivare subito alla conclusione, supponendo di avere già compreso l’esatto punto di vista del nostro interlocutore, risulta particolarmente difficile ad una società in “deficit di attenzione” come la nostra. Eppure, senza questa premessa, la probabilità di riuscire a non comprendersi è elevatissima. Fare tesoro anche solo di questo primo suggerimento, è alla portata davvero di tutti, e può aprire la strada ad inaspettati successi relazionali.
La sfida dell’Ascolto Profondo richiede umiltà: sapere che le soluzioni spontaneamente elaborate costituiscono una forma naturale di lavoro mentale. Ma esse non sono giuste per il Protagonista. La cosa giusta per il Protagonista è ricevere da parte nostra ascolto paziente e attenzione
Jerome Liss
L’Ascolto Profondo secondo Jerome Liss
Un altro testo davvero davvero straordinario sull’argomento dell’Arte di Ascoltare, è senza dubbio quello di Jerome Liss, dal titolo “L’Ascolto Profondo” (La Meridiana). In queste pagine viene ribadito con chiarezza che indipendentemente dal ruolo che in un dato momento abbiamo nei confronti di un’altra persona (amico, partner, genitore, psicologo, ecc.) tutti abbiamo bisogno di ricorrere alla dote dell’ascolto profondo.
“Se l’amicizia includesse l’Ascolto Profondo” scrive infatti l’autore, “le persone si sentirebbero meno isolate. Se i genitori sapessero come offrire Ascolto Profondo ai propri figli, questi sarebbero più felici e così anche tutta la famiglia. Se mariti e mogli sapessero scambiarsi reciprocamente Ascolto Profondo, la loro relazione diventerebbe più stabile e armoniosa. Se i colleghi fossero pronti a darsi ascolto rispettoso, il posto di lavoro diventerebbe più umano”.
Si tratta infatti di un processo in cui potenzialmente ciascuno può essere arricchito. La persona che si apre, offrendo all’interlocutore qualche esperienza particolarmente toccante, può naturalmente beneficiare di un certo sollievo, sentendosi ascoltata con interesse e accoglienza. Ma chi possiede la dote dell’Arte di Ascoltare, ad esempio, viene arricchito al tempo stesso dalla profondità dell’umana capacità di superare momenti estremamente impegnativi.
Tra gli ostacoli alla possibilità di instaurare una relazione di Ascolto Profondo viene citata l’erronea e assai diffusa convinzione che la persona che desidera essere ascoltata abbia bisogno del nostro consiglio. Dovremmo sempre avere ben presente che chi si confida con noi ha prima di tutto la necessità di esporre la propria sofferenza, le proprie preoccupazioni o qualche dispiacere, al fine di alleviare il peso emozionale che queste situazioni comportano. Hanno, in altri termini, semplicemente bisogno di qualcuno che si dimostri disposto a prestare attenzione sincera alla loro situazione. E nel momento in cui saremmo tentati di offrire un consiglio, dovremmo chiederci se è più utile alla persona o al nostro bisogno di protagonismo.
L’Arte di Ascoltare comporta dunque una grande responsabilità. “Quella di ascoltare senza giudicare“, afferma l’autore. Il solo fatto di chiedere “cos’è successo?” implica da parte nostra la disponibilità a dedicare del tempo a questa persona, e l’offerta di un invito ad essere accolta.
E dalla voce di Fabio Volo, ascoltiamo queste parole quanto mai appropriate per concludere questa breve riflessione sull’Arte di Ascoltare…
Ascoltare vuol dire capire ciò che l’altro NON dice
Carl Rogers