Le cicatrici dell’anima

Le cicatrici dell'anima, dolorosi ricordi della fragilità del nostro cuore, ma anche preziose fonti di esperienza e profondità esistenziale
Le cicatrici dell’anima
Le cicatrici dell’anima
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Amo definire le cicatrici dell’anima come ciò che rimane in noi quale traccia del fluire della vita, con tutte le sue complessità, i suoi dolori, i suoi ostacoli. Proprio per il fatto che si celano nelle profondità dell’anima, sono invisibili all’osservatore esterno. Rimangono però vive e vibranti entro il proprio cuore.

Sono elementi che appartengono al nostro più intimo rapporto con l’esistenza stessa, e in un certo senso conferiscono ad essa un significato ed un valore più profondo. Vi sono infatti esperienze esistenziali che ci cambiano in profondità e che lasciano una traccia indelebile nel nostro cuore.

Cicatrici dell’anima ed essenza della vita

Una delle descrizioni più interessanti di ciò che potremo definire “cicatrici dell’anima” è contenuta in uno dei testi che James Hillman ci ha lasciato. La sua riflessione, come spesso accade, parte da un pensiero di Carl G. Jung. Come è forse noto, il celebre psicoanalista svizzero era affascinato dallo studio dell’alchimia.

Egli non era certamente attratto dalle sue applicazioni pratiche, considerate oggi profondamente antiscientifiche e puerili. Era stato impressionato dalla possibilità di individuare in essa un profondo sistema simbolico di rappresentazione di processi di trasformazione interiore.

Mantenendosi dunque su un piano simbolico, Jung individuava nel “sale” il “principio alchemico” che definisce simbolicamente la natura del sentimento, che Hillman riprende in questi termini: “[…] il sale è quel fondamento minerale, impersonale, oggettivo dell’esperienza personale che rende possibile l’esperienza. Niente sale, niente esperienza, soltanto uno scorrere e un dissiparsi di eventi privi di corpo psichico 1.

In quest’ottica, quei vissuti profondi che si sedimentano in noi come cicatrici dell’anima non dovrebbero essere intesi come lacerazioni da rimarginare. Secondo Hillman essi sarebbero piuttosto proprio quelle preziose cave da cui estrarre il prezioso sale della vita, quella preziosa essenza senza la quale l’anima non potrebbe vivere.

Egli afferma inoltre che è proprio nella sofferenza che riusciamo a produrre quegli elementi psichici che danno ricchezza e profondità all’esistenza. E’ proprio attraverso le esperienze che tracciano in noi profonde cicatrici dell’anima che accediamo a quel luogo interiore dove è possibile riflettere sul valore del proprio essere personale. Questi eventi “fanno nascere nell’anima il senso di essersi incarnata come vulnerabile soggetto di esperienze”.

Quando appare una grande personalità, chiedetevi anzitutto dov’è il suo dolore

Léon Bloy

Possiamo cancellare le nostre cicatrici dell’anima?

Possiamo certamente affermare che molte dei segni che la vita lascia nelle profondità del nostro essere, nel tempo certamente si rendono meno evidenti. Essi possono però addirittura conferire valore alla nostra natura più sensibile ed autentica.

Le comuni cicatrici solitamente rimangono visibili, non si cancellano mai del tutto. E così è senza dubbio anche per le cicatrici dell’anima. Non potranno essere mai cancellate del tutto dalla nostra coscienza. Esse però sono prima di tutto il segno di una avvenuta guarigione, a prescindere dalla profondità della ferita di cui sono testimoni.

Senza dubbio vi sono esperienze che desidereremmo semplicemente cancellare. Vi sono ferite che non vorremmo mai aver ricevuto. E così come non possiamo cancellare le esperienze o le ferite, non abbiamo la possibilità di eliminare nemmeno le relative cicatrici.

La ferita e il sostegno psicologico

Di fronte ad una ferita che l’anima subisce nel corso del cammino della vita potremmo sentire il bisogno di volerci confrontare con uno psicologo. Una ferita, per poter divenire una cicatrice, può infatti avere bisogno che ci si prenda cura di essa nel modo più adeguato. E vi sono situazioni in cui ciò può avvenire con l’aiuto di una persona a cui chiedere quel supporto empatico e professionale che può aiutare a superare e rielaborare la situazione.

Al di là del lato “poetico” con cui abbiamo descritto l’opportunità di custodire nel nostro cuore l’essenza più profonda ed illuminante delle cicatrici dell’anima, è del tutto evidente che questo traguardo può richiedere un percorso di accettazione, di rielaborazione e di presa di coscienza non sempre facile da realizzare.

In sostanza, è comunque importante essere consapevoli del fatto che anche se le esperienze più toccanti della nostra vita lasciano una traccia indelebile nel nostro cuore, esse possono essere affrontate, con o senza un aiuto a seconda dei casi e delle persone. Ma soprattutto che esse possono custodire preziosi insegnamenti sul valore della nostra vita, pronti ad essere rivelati a coloro che anelano a scoprirli.


NOTE BIBLIOGRAFICHE:
1 – James Hillman – Psicologia Alchemica (Adelphi)

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