Cinque segni di Immaturità Emozionale

Cinque tipici "segnali" della presenza in una persona di una più o meno marcata immaturità emozionale
Cinque segni di Immaturità Emozionale
Cinque segni di Immaturità Emozionale
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Come riportato in una interessante riflessione pubblicata sul sito “The school of life“, dal titolo “5 Signs of Emotional Immaturity“, valutare la maturità fisica di una persona è piuttosto semplice. E’ infatti sufficiente osservarne le caratteristiche somatiche. Molto più difficile è invece comprendere il suo livello di maturità o immaturità emozionale.

Emozionalmente, le persone attorno a noi possono sorprenderci costantemente. Anche se pensiamo di conoscere sufficientemente bene le persone con cui abbiamo quotidianamente a che fare, potrebbe trascorrere molto tempo prima di poterci rendere conto che, in realtà, siamo in presenza di un “neofita affettivo”.

Ecco di seguito i cinque segnali di immaturià emozionale riportati nell’articolo menzionato.

Difficoltà a trascorrere del tempo da soli

La persona caratterizzata da immaturità emozionale ha grande difficoltà nel trascorrere del tempo da sola. Per riuscire a stare soli con se stessi è necessario riuscire a tollerare l’emergere delle proprie emozioni, soprattutto quando sono negative. Solo persone emotivamente mature sono in grado di accettare consapevolmente la presenza di stati d’animo di questo tipo in loro stesse.

La persona immatura ha invece la necessità di relazionarsi continuamente con gli altri per evitare di trovarsi sola di fronte alla propria rabbia, alla paura, all’invidia o alla vergogna.

Pochi ricordi della propria infanzia

Ben poche persone possono affermare di aver avuto un’infanzia totalmente gioiosa e rassicurante. Anche con tutte le migliori intenzioni da parte dei genitori, lo sviluppo dei bambini non può rimanere del tutto libero da difficoltà e frustrazioni. La cosa più importante, secondo l’opinione degli autori dell’articolo citato, non sarebbe tanto il fatto di aver avuto un’infanzia totalmente serena, quanto avere da adulti la capacità di ripensare alla propria infanzia in maniera equilibrata e positiva.

In sostanza, se abbiamo difficoltà nell’accedere ai ricordi della nostra infanzia, dovremmo forse chiedere innanzitutto a noi stessi quanto rimanga ancora da rielaborare emotivamente in relazione a tutto ciò che abbiamo vissuto nel primo periodo della nostra vita.

Scarsa consapevolezza dei propri stati d’animo

Quando si instaura una conversazione con persone caratterizzate da immaturità emozionale, ci si può facilmente rendere conto che manca in loro un’adeguata consapevolezza su ciò che determina l’alternarsi dei loro stati d’animo. Se ad esempio si chiede loro il motivo per cui una relazione è terminata o che cosa rimpiangono maggiormente della loro infanzia, si potrebbe tranquillamente ricevere una risposta del tipo “sinceramente non ci ho mai pensato…”.

In casi come questi, non si tratterebbe di una questione di riservatezza. Molto più semplicemente, come riportano gli autori dell’articolo citato, non hanno mai vissuto la loro vita nell’autenticità della gioia e del dolore che inevitabilmente la caratterizza. Tutto gli sembra nuovo, come se le emozioni legate ai loro vissuti non fossero mai realmente appartenute a loro.

“…va tutto bene!”

La persona in difficoltà nel gestire le proprie emozioni può senz’altro apparire anche in uno stato di buonumore. Sarebbe però forse più corretto affermare che ciò che la caratterizza è la difficoltà ad entrare in uno stato di umore cattivo.

Tendono ad affermare che nella loro vita tutto procede bene. In ambito lavorativo, relazionale, famigliare, così come nelle ambizioni personali, tutto viene descritto come ottimale e libero da problemi. Alla base vi sarebbe però l’assenza di risorse adeguate per affrontare stati d’animo di non facile gestione, come i sentimenti di rabbia, il dolore per la perdita o l’insicurezza.

Minimizzare eccessivamente

Quando le persone caratterizzate da immaturità emozionale vengono coinvolte in qualche conversazione che minaccia il loro equilibrio emotivo, il confronto viene solitamente interrotto bruscamente e considerato del tutto insignificante o inutile. Si limitano per lo più ad aggrapparsi a qualche robusta (e solitamente errata) convinzione, come il fatto che molti dei problemi delle persone deriverebbero dalla tendenza a “pensare troppo”. In tal modo possono evitare di entrare nel merito della questione e di esporsi alla necessità di dover prendere in considerazione i loro stati d’animo.

Essere in grado di avere a che fare equilibratamente con le proprie emozioni significa in sostanza avere la capacità di riconoscere a sé stessi quando si tende a manifestare qualche forma di “bypass emozionale”, imparando gradualmente ad accettare anche i vissuti più impegnativi.

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In conclusione, questo articolo tratto dal sito “The School of Life” ribadisce che per quanto una persona emozionalmente immatura possa apparire divertente o addirittura affascinante, nel tempo l’interesse nei suoi confronti tende a scomparire. Secondo l’opinione degli autori, la vita sarebbe troppo breve e troppo importante per essere spesa per trascorrere troppo tempo con persone non intenzionate ad uscire dalla loro immaturità emozionale.

Questo breve elenco di cinque punti potrà senza dubbio sembrare eccessivamente semplicistico, e senza dubbio lo è. Mancano anche i riferimenti a qualche ricerca a supporto. Ci limitiamo quindi a considerarlo come un semplice esempio, utile tutt’al più per iniziare a porre a se stessi qualche semplice domanda sullo “stato” delle proprie emozioni, o, nei casi più severi, per comprendere di essere addirittura in difficoltà nel rendersi conto di averne.

In ogni caso, è molto difficile pensare ad un vero e completo benessere psicologico ed esistenziale in assenza di un adeguato sviluppo emozionale. Le nostre emozioni non sono semplicemente “elementi di disturbo” nella nostra vita. E nemmeno elementi da porre necessariamente sotto controllo. Il modo in cui le sappiamo accogliere, comprendere, gestire e manifestare determina in ampia misura il grado di felicità ed autenticità della nostra vita.


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