Dal Conflitto Interiore all’Armonia della Coscienza

Il conflitto interiore come opportunità di cambiamento e come aspetto che si risolve in una superiore Armonia grazie ad una crescente consapevolezza
Dal Conflitto Interiore all’Armonia della Coscienza
Dal Conflitto Interiore all’Armonia della Coscienza
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Parlare di conflitto interiore, per la maggior parte delle persone, significa affrontare tematiche psichiche a cui viene attribuita una connotazione per lo più negativa. Il concetto stesso di “conflitto” tende infatti ad evocare emozioni di disagio.

Nel corso della storia della psicologia moderna, le maggiori Scuole di pensiero hanno formulato varie ipotesi sulle dinamiche dei nostri conflitti psicologici e sulle modalità di affrontarli. Volendo semplificare al massimo, l’elemento che le accomuna è quello dell’esistenza di forze interiori che spingono ad agire in direzioni reciprocamente contrapposte, rispetto alle quali è necessario trovare qualche forma di equilibrio.

La cosa più interessante è però il fatto che la connotazione negativa del conflitto interiore tende oggi ad essere sostituita da una visione che contempla anche lo sviluppo di opportunità di cambiamento. Il conflitto interiore può infatti elicitare un sano confronto tra le proprie priorità, tra le proprie più autentiche esigenze, o avviare addirittura un percorso di consapevolezza interiore sulle proprie finalità esistenziali più importanti.

Conflitto interiore e cambiamento psicologico

In linea con il filo conduttore che accomuna gli argomenti di questo sito, in questo scritto ci concentreremo prevalentemente su quest’ultimo aspetto. Un cambiamento che abbia come scopo una maggiore consapevolezza di sé, molto difficilmente prende il via da una situazione non conflittuale. Fare esperienza di qualche forma di conflitto interiore tra istanze diverse della nostra psiche può infatti, paradossalmente, avere un valore straordinario.

La nostra capacità di elaborare soluzioni alternative e creative, l’opportunità di scoprire e far emergere in noi qualità insperate o, semplicemente, l’opportunità di renderci conto di possedere una inaspettata dote di resilienza, sono tutti aspetti che possono affiorare in noi solamente nei momenti psicologicamente più impegnativi.

Il conflitto può naturalmente anche suscitare in noi un senso di impotenza e di immobilismo. Talvolta non lo possiamo nemmeno evitare. Sembra che l’intera esistenza della vita abbia costantemente a che fare con il conflitto. Possiamo dunque supporre che sia il mezzo attraverso cui la vita stessa procede. Sta dunque a noi riuscire a produrre uno sforzo attivo di adattamento e di riconfigurazione delle forze in campo, capace di trasformarsi in energia creativa e realizzativa. Da questo punto di vista il conflitto è una grande opportunità di cambiamento psicologico e di trasformazione interiore.

Conflitto interiore ed esteriore

Se nella nostra vita tendiamo ad entrare con facilità in conflitto con le altre persone, con l’ambiente o con le circostanze, forse varrebbe la pena effettuare un’esplorazione delle nostre dinamiche psichiche, consce e inconsce. Potremmo scoprirvi elementi conflittuali interiori in grado di creare questo tipo di situazioni caotiche. E di questi elementi potremmo non aver mai avuto alcuna consapevolezza.

Ci stiamo qui naturalmente riferendo a situazioni in cui la persona possiede adeguate e lucide capacità introspettive, ed è in grado di procedere ad una profonda e giudiziosa autovalutazione. Diverso è infatti il caso in cui la conflittualità si innesta su un terreno psichico in cui sono presenti tratti di personalità disfunzionali o altri segni psicopatologici, ma non è di questo che ci occupiamo in questo articolo.

Nel momento in cui abbiamo una più chiara consapevolezza delle forze in campo entro la nostra sfera psichica, le basi psicologiche dei vari conflitti che interessano la nostra realtà potranno dunque essere sollevate, quel tanto che basta, alla luce della nostra coscienza. E potremmo renderci conto, spesso con stupore e incredulità, di quanto potremmo migliorare le nostre relazioni, i nostri affetti e i rapporti interpersonali a qualsiasi titolo, solamente prendendo coscienza del fatto che la conflittualità esteriore non può, a qualche livello, non essere il riflesso di qualche conflitto psicologico personale.

Paradossalmente, persino quando tutto sembra suggerire che la causa della conflittualità è attribuibile ad altre persone potremmo essere in grado di intuire qualche sottile analogia tra un inconscio conflitto interiore e il manifestarsi di qualche conflitto situazionale. In un certo senso e per parallelismo analogico, riprendendo l’assunto Junghiano secondo cui sono le nostre dinamiche inconsce a creare il nostro destino, potremmo anche affermare che sono i nostri conflitti inconsci a creare determinate realtà “complesse” nella nostra vita.

Non stiamo certamente affermando che tutto ciò che ci capita nella nostra vita è un prodotto del nostro inconscio! La prima norma da adottare nell’osservazione delle dinamiche e della meravigliosa complessità dell’esistenza umana è senza dubbio il buon senso e una saggezza equilibrata. Le menti più raffinate ed intuitive non hanno però bisogno di ulteriori elementi, oltre a quanto suggerito, per interrogarsi sullo stato delle loro dinamiche interiori. Il ben noto adagio “a buon intenditor, poche parole” ha anche un enorme valore psicologico. La capacità di sviluppare autonome e brillanti riflessioni a partire da semplici suggerimenti è la qualità che caratterizza una mente limpida ed intuitiva.

L’Armonia che emerge dal Conflitto Interiore

Se praticamente tutto il mondo della psicologia concorda sul fatto che il conflitto può essere un’opportunità di cambiamento, pochi ne sottolineano però il valore quale “agente di Armonia“. La vera Armonia interiore può nascere solo dall’espandersi della consapevolezza. Può solamente essere il fiore che sboccia sul fertile terreno di una consapevolezza sempre più luminosa del proprio Sé superiore o Transpersonale.

Per instaurare questo stato di Armonia interiore, è però necessario andare oltre i nostri conflitti. Non si tratta, infatti, di trovare un equilibrio o una “formazione di compromesso”. Spesso ciò non è possibile. Si tratta piuttosto di fare in modo che le cause che li scatenano possano essere riviste alla luce di un livello di coscienza più ampio ed elevato rispetto a quello abituale. Questa è, di norma, il miglior modo di risolvere i propri conflitti: vederli alla luce di una nuova consapevolezza; analizzarli con gli occhi di chi vede le cose da un punto di osservazione più alto.

Un pensiero attribuito ad Einstein e che mi è molto caro, afferma che “i problemi non possono essere risolti allo stesso livello di coscienza in cui sono stati generati”. E questa è la miglior spiegazione di quanto appena affermato. Elevare il nostro stato di coscienza significa vedere una differente disposizione delle forze psichiche sul campo. Significa osservare tutto con una saggezza e un equilibrio del tutto nuovi, in grado di orientare il nostro sguardo oltre i nostri abituali limiti.

In sostanza, un conflitto interiore che può apparire tale ad un livello di coscienza, si risolve ad un livello superiore semplicemente perché alla luce di una nuova consapevolezza tutte le “ombre” scompaiono. Ed è proprio a quel punto che una nuova e più raffinata Armonia prende il posto dei tormenti e delle frustrazioni che il conflitto interiore aveva scatenato. Si dice che a volte non vediamo il bosco a causa degli alberi. Se riusciamo però ad arrampicarci sulla montagna, la nostra capacità di osservare il bosco nell’armonia del suo insieme diviene enormemente più potente.

Quando la nostra coscienza sale sul monte che conduce alla realizzazione del Sé Superiore o Transpersonale, attraversando l’angusto sentiero del processo di Individuazione, le forze conflittuali si risolvono in elementi psichici più elevati, più nobili e pregni di significato. E spesso, è sufficiente muovere i primi passi in questa direzione per avvertire i primi barlumi di quel senso di liberazione che annulla ogni pena.

Anche in questo caso non si tratta, nel modo più assoluto, di una fuga dal reale. Rifugiarsi in un mondo interiore di fantasia ed illusione nella vana speranza che i conflitti scompaiano, è cosa ben diversa dal percorrere il difficile sentiero della crescita in consapevolezza. Questa seconda opportunità è alla portata solamente degli individui dotati di grande capacità di insight, che ben ne comprendono la differenza, e che (soprattutto) sono disposti ad impegnarsi a fondo e consapevolmente in questo processo.

Conflitto interiore ed Esperienza Immaginativa

Come possiamo aiutarci a pervenire allo stato di coscienza appena descritto? Nelle pagine di questo sito viene posta un’attenzione particolare al metodo dell’Esperienza Immaginativa. Personalmente, ritengo che tale tecnica sia quella più indicata in questo ambito. Non a caso James Hillman affermava che “ogni psicologia che sceglie come sua meta l’anima, deve parlare in termini immaginativi”. Nell’intimità del proprio spazio immaginativo, la persona è libera di far affiorare delicatamente i propri conflitti interiori.

Le immagini che emergono nel corso dell’Esperienza Immaginativa possono condurre ad una consapevolezza più profonda su sé stessi e sulla natura dei propri conflitti inconsci. E tutto questo anche in assenza della classica interpretazione psicologica del materiale immaginativo.

Affrontare il conflitto interiore su un piano simbolico come quello dell’immaginario, ha il vantaggio di poter introdurre nel proprio spazio di coscienza tutti gli elementi utili ad una rielaborazione saggia e consapevole. La nostra coscienza si eleva con naturalezza, trasferendo gradualmente sul piano di realtà i frutti delle nostre intuizioni immaginative.

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