In un interessante articolo dal titolo “Cassandra’s Regret: The Psychology of Not Wanting to Know” due ricercatori (Gerd Gigerenzer e Rocio Garcia-Retamero) riportano i dati di una ricerca da loro condotta, i cui risultati dimostrerebbero che le persone preferiscono rimanere in uno stato di ignoranza relativamente agli eventi futuri.
Ciò riguarderebbe sia quelli negativi (come morte o divorzi), sia quelli positivi (la nascita di un figlio tanto desiderato, un successo lavorativo, ecc.). Almeno l’85% del campione si è dichiarato contrario a voler conoscere in anticipo gli eventi difficili, ma una percentuale compresa tra il 40% e il 70% ha affermato che non intenderebbe nemmeno conoscere gli eventi positivi.
Secondo gli autori dello studio i motivi per cui le persone preferirebbero mantenersi in questo stato di “ignoranza deliberata” (da loro così definito) sarebbero i seguenti:
- Evitare l’emozione spiacevole di conoscere in anticipo eventi negativi;
- Mantenere la piacevole emozione della sorpresa e della “suspense”;
- Evitare di disporre di informazioni la cui conoscenza costringerebbe ad effettuare scelte difficili o ad intraprendere azioni scomode;
- Evitare di conoscere in anticipo ciò che comprometterebbe la propria correttezza e imparzialità.
Per quanto le persone si dimostrino normalmente tendenti alla curiosità (anche morbosa), sembra che sul proprio futuro ci sia invece una deliberata tendenza a volersi mantenere in uno stato di indefinitezza o addirittura di totale ignoranza, che a questo proposito sarebbe dunque considerata un bene.
Queste motivazioni appaiono senza dubbio ragionevoli e condivisibili. Potremmo forse aggiungere che, nell’ambito della Psicologia del Benessere, il piacere di vivere pienamente il presente è un valore a cui la persona dotata di saggezza difficilmente rinuncia.
Ogni giorno può essere una grande occasione per rendere la propria vita qualcosa di speciale, senza sapere nulla di ciò che davvero potrà (o meno) renderla tale. Ciò che si incontra lungo il viaggio, con le sue difficoltà, le sue emozioni a volte delicate e a volte intense, forse conta più della meta stessa.
Apprezzare ciascun istante, senza sapere cosa la vita ci riserverà domani, è decisamente la dimostrazione di una grande maturità di vita. E’ senza dubbio l’evidenza di una consapevolezza sbocciata nel cuore di chi conosce la preziosità dell’eterno presente.
Carl G.Jung, nell’ultimo periodo della sua vita affermava che tra le cose che riempiono la sua vita vi sono “…le piante, gli animali, le nuvole, il giorno e la notte, e l’eterno nell’uomo”. Cose semplici, quindi, ma accompagnate da qualcosa la cui profondità sfugge alla mente non abituata alla riflessione su se stessa. Forse, alla fine, la più grande pienezza di vita a cui possiamo aspirare è proprio alla possibilità di avere un assaggio di questo “eterno nell’uomo”, che va ben oltre l’ipotetica (e per il momento misteriosa) eventualità di poter conoscere gli eventi del futuro.