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In questi giorni in cui siamo confinati entro le nostre mura domestiche, mi sto rendendo conto dell’esistenza di un ragguardevole numero di persone che sembrano essere confinate anche dentro le proprie paure. Sembra si stia insinuando una crisi psicologica che potrebbe andare ben oltre la pur sempre comprensibile paura di andare incontro alla condizione patologica provocata dal coronavirus.
Ciò che mi sembra più di tutto di notare è l’incredulità di fronte agli effetti di una crisi così generalizzata e grave che solo persone molto avanti negli anni possono aver visto qualcosa di più serio. E questa incredulità deriva probabilmente dal fatto che ciò che sta accadendo sta scuotendo alla base il fragile castello delle nostre certezze.
Ho purtroppo raccolto molte testimonianze dirette, in questi giorni, relativamente al fatto che ciò che più sembra spaventare di questa crisi psicologica scatenata dal coronavirus è l’assenza evidente di una ragione, la mancanza di una causa, o, meglio ancora, di qualcuno a cui attribuire la responsabilità.
Dare un senso a questa crisi psicologia è difficile, perché siamo in difficoltà persino nel dare un senso al nostro stesso esistere nel mondo. Non siamo abituati a riflettere sul senso o sul fine ultimo delle questioni esistenziali più importanti.
La durata della Crisi dovuta al Coronavirus
La crisi fatta precipitare nelle nostre vite dal coronavirus potrà essere messa da parte rapidamente, qualora la situazione rientrasse in tempi ragionevoli. Se entro poche settimane potremo tornare a vivere con gli stessi ritmi e le stesse aspettative che avevamo fino a pochi giorni fa, cosa che sinceramente tutti ci auguriamo, allora si avvierà anche quel processo semi-automatico che collocherà nell’oblio le nostre paure, l’incredulità e persino quel “bisogno di senso” che aveva iniziato a germogliare in noi.
Non per tutti però. Qualcuno, o perché più direttamente coinvolto o perché semplicemente più sensibile, non potrà evitare di chiedersi che cosa sia davvero successo. In alcune persone, per quanto breve potrà essere il periodo di ripresa, la crisi psicologica non potrà non lasciare il posto ad una crisi di valori.
Ma tutto questo diverrebbe particolarmente evidente qualora la crisi dovesse perpetuarsi più di quanto riusciamo ora ad immaginare. La sfiducia nei valori di vita cavalcati fino a questo momento sarebbe ancora più evidente.
Crisi Psicologica e Crisi Esistenziale
La crisi psicologica portata nelle nostre vite dal coronavirus è di fatto già ora, in alcune persone, un’autentica crisi esistenziale. La caratteristica principale di una crisi di questo tipo è l’impossibilità di tornare indietro. Di fronte ad una crisi esistenziale si può solo scegliere come reagire, ma appare del tutto improbabile riuscire a ripristinare le condizioni precedenti.
E ciò è dovuto al fatto che in una simile circostanza affiorano alla nostra coscienza profonde domande filosofiche sul senso stesso dell’esistenza, che ci pongono nella condizione di dover cercare necessariamente una risposta. L’alternativa è quella di rimanere prigionieri delle nostre paure.
Spesso, nei casi come l’attuale emergenza dovuta al coronavirus, si parla di resilienza, o più in generale della capacità di resistere agli urti o alle difficoltà della vita. Ma il problema è più complesso, perché è inutile resistere ad un cambiamento che non ci consentirà comunque di ritornare alla nostra zona di confort.
A quel punto, agli animi più sensibili ed introspettivi, non rimarrebbe che arrendersi all’evidenza di dover cercare risposte in grado di nutrire contemporaneamente le proprie emozioni, la propria mente e il proprio spirito più profondo.
Quando la crisi psicologica è sufficientemente profonda da toccare le sfere più elevate dell’anima umana, le nostre capacità intuitive più sottili possono iniziare quel percorso in grado di condurre il Sé individuale ad elevarsi al di sopra dei conflitti interiori e ad offrire alla coscienza quel barlume di consapevolezza che nutre il cuore ed incoraggia la ricerca.
La crisi può dunque alimentare in noi rassegnazione, o risentimento verso la vita stessa. Ma può anche offrirci la preziosa opportunità di avviare una seria ricerca interiore.
3 commenti su “Coronavirus e Crisi Psicologica”
Incredulità odio, risentimento e rabbia provo per questa situazione.Devo prendermela con qualcuno,ma vivendo da solo non posso farlo.
Senza dubbio sono sentimenti che possono spontaneamente insorgere in noi, in una situazione come questa. Per chi si trova a vivere da solo e a dover gestire in totale autonomia e, spesso, prolungata solitudine la propria esperienza di vita quotidiana, provare un sentimento di frustrazione è comprensibile, in questo periodo.
Forse la situazione si alleggerirebbe un po’ se avesse la possibilità di poter parlare con qualche amico, o qualche persona disposta ad accogliere la frustrazione che prova in questo momento esistenziale particolare. Confidarsi liberamente con una persona disposta a dedicarci del tempo, ha spesso un effetto “terapeutico” sul nostro stato d’animo, e sulla successiva capacità di essere maggiormente fiduciosi sull’evolversi delle situazioni, almeno relativamente agli aspetti sui quali potremmo essere in grado di intervenire.
In ogni caso, in questo momento abbiamo molto tempo per stare con noi stessi (soprattutto se viviamo da soli!). Possiamo scegliere in assoluta libertà come utilizzarlo e verso cosa orientare prevalentemente i nostri pensieri.
Ci sono tanti aspetti della realtà che ci circonda con cui potremmo prendercela, ma alla fine, dopo aver indirizzato il nostro risentimento verso le persone che riteniamo responsabili, verso chi non ci sta aiutando, verso persone che non si fanno sentire o persino verso il mondo intero ci rendiamo conto di essere ancora al punto di partenza.
A fare la differenza in una situazione come questa sarà solamente la nostra capacità di adattarci con flessibilità al fluire della situazione, la nostra capacità di trarre insegnamenti da un evento mondiale che sta introducendo nella nostra realtà dei cambiamenti che è possibile produrranno effetti che andranno ben oltre la fase coronavirus.
Mi spiace non poterle dare un maggior sollievo tramite questa breve risposta. Se lo ritenesse utile, mi può comunque eventualmente contattare privatamente.
Ogni notizia che sentiamo su questo virus, incupìsce il quadro e lo peggiora.Anche la cosiddetta fase 2,che sembra partire a breve non mi rallegra.L’idea di vivere eternamente con mascherina guanti,senza potermi avvicinare alle persone che amo è insopportabile ed inaccettabile.Per ora reagisco con una specie di apatia ed indifferenza emozionale.Ma se il quadro durerà a lungo esplodero’,come esploderanno la maggioranza dei cittadini del mondo Prevedo rivolte e sommosse rabbiose contro le autorità,per il prossimo futuro.