Cosa ci motiva quando offriamo un consiglio?

La necessità di monitorare profondamente le nostre intenzioni quando offriamo un consiglio, per evitare dinamiche di potere
Cosa ci motiva quando offriamo un consiglio
Cosa ci motiva quando offriamo un consiglio
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Da una ricerca pubblicata qualche anno fa dal titolo Advice Giving: A Subtle Pathway to Power1 emerge un aspetto estremamente interessante, che a prima vista potrebbe apparire del tutto controintuitivo.

Abbiamo già affrontato il tema di come possiamo offrire un consiglio alle persone, e di quali potrebbero essere gli aspetti a cui prestare attenzione. In questo breve scritto vorrei però evidenziare la necessità di una purezza assoluta delle intenzioni da parte di chi si fa promotore di tale offerta.

La ricerca menzionata ha osservato il comportamento di alcune persone nell’atto di offrire un consiglio, ponendo in evidenza come questo fatto, di per sé lodevole, potrebbe creare uno sbilanciamento di potere.

In tutte le relazioni interpersonali possono essere presenti dinamiche di potere. Lo scopo dello studio era dunque quello di osservare se, partendo da questo assunto di base, anche un atto empatico (almeno apparentemente) come l’offerta di un consiglio potrebbe attivare sentimenti di questo tipo. Ed è ciò che effettivamente sembra essere stato riscontrato.

A conferma di questo, i ricercatori hanno anche osservato che le persone che tendono a cercare potere sono più motivate a farsi coinvolgere in situazioni in cui potranno dare consigli agli altri.

Stando a quanto affermano conclusivamente i ricercatori, sembra dunque che l’offerta di un consiglio rafforzerebbe in chi lo offre una sensazione di potere basata sulla percezione di poter influenzare le azioni altrui.

Domanda consiglio a chi ben si corregge

Leonardo da Vinci

Sono senza dubbio disposto a mettere la mano sul fuoco, e dunque a dare per scontato, che vi sono persone in grado di offrire saggiamente preziosi consigli in maniera del tutto disinteressata, altruistica, discreta e sempre opportuna.

Ma credo che non si possa nemmeno negare che le conclusioni a cui sono giunti questi ricercatori possono tranquillamente essere riscontrate in diverse circostanze.

Tutto questo deve farci appropriatamente riflettere quando ci viene richiesto un consiglio. E a maggior ragione dovremmo riflettere con ulteriore accuratezza quando l’iniziativa di offrire suggerimenti parte da noi stessi, quando nessuno aveva espresso la necessità di riceverli.

Ho avuto diverse volte la possibilità di osservare, anche in ambito professionale, che questo spesso nasce da un malinteso. Quando qualcuno ci confida un problema, o ci parla di una situazione di crisi o difficoltà personale, ci sentiamo inevitabilmente in dovere di dare il consiglio giusto su come affrontare la situazione.

Dovremmo però prima di tutto chiederci se è davvero questo ciò che la persona ci sta chiedendo, o se, in realtà, desidererebbe solamente essere ascoltata con silenzioso rispetto per il suo dolore, senza aspettarsi null’altro da noi…


BIBLIOGRAFIA

1 – Schaerer M, Tost LP, Huang L, Gino F, Larrick R. Advice Giving: A Subtle Pathway to Power. Pers Soc Psychol Bull. 2018 May;44(5):746-761. doi: 10.1177/0146167217746341. Epub 2018 Jan 23. PMID: 29359627.

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