Nel mio lavoro di psicologo è tutt’altro che raro rendersi conto che, invitando le persone a porre a se stesse la domanda “cosa voglio davvero dalla vita?” le risposte siano spesso vaghe o poco definite.
Ci sono persone che richiedono una consulenza psicologica perché soffrono, perché la loro vita non corrisponde al loro modello di felicità, perché si sentono sole, perché vivono un vuoto esistenziale, perché sono confuse e incerte su come impiegare le risorse di cui dispongono.
Ma di fronte a questa domanda sono in seria difficoltà nel formulare una risposta chiara. Il paradosso dell’epoca moderna sembra proprio essere l’indecisione di fronte all’abbondanza di opportunità che la vita può offrire.
A volte il problema appare però più serio. In realtà, molte persone hanno numerosi e variegati desideri, ma mancano della fondamentale volontà di riflettere, pianificare, organizzare e realizzare.
Molti si abbandonano dunque alla fantasticheria. Hanno sogni che possono essere anche grandiosi, ma poco definiti. Hanno desideri forti e passioni intense, ma difettano della capacità di formulare progetti, piani e persino obiettivi chiari.
L’ignoranza su ciò che si desidera davvero dalla vita
Volendo sintetizzare all’estremo le conseguenze di questa tendenza che interessa oggi anche fasce di età non più giovanissime, la si potrebbe molto probabilmente racchiudere in un pensiero attribuito a Seneca:
Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare
Lucio Anneo Seneca
Ed è proprio questo il punto. Se non ho chiaro cosa voglio davvero dalla vita ho ben poche possibilità di sognarlo, pianificarlo, desiderarlo e realizzato. Mi limiterò molto probabilmente, in quel caso, a trovare giustificazioni per non spostarmi di un centimetro dalla condizione attuale.
Quando una persona soffre per un senso di mancata realizzazione personale, nel corso dei nostri colloqui psicologici cerchiamo di partire innanzitutto dalla definizione non solo degli obiettivi, ma anche dall’emersione alla coscienza di ciò che potrebbe essere definito come la propria “vocazione” e dei conflitti psicologici interiori che ne hanno ostacolato l’espressione.
Ma la cosa ancora più incredibile è che lo stesso tipo di “ignoranza” caratterizza persino l’ambito delle relazioni di coppia e dei sentimenti in generale. Basandomi anche solamente sulla mia sola esperienza, potrei fare un lungo elenco di persone letteralmente “intrappolate” in relazioni improduttive o addirittura disfunzionali.
Spesso, di fronte alla domanda “cosa vuoi davvero da una relazione”, quest persone si limitano semplicemente a fare un lungo elenco dei difetti del partner, ma non arrivano mai a definire esattamente ciò che loro desidererebbero o il modello di partner che hanno in mente.
Non si tratta mai però di situazioni banali. E’ senz’altro vero, in alcuni casi, che la persona difetta semplicemente di volontà o di chiarezza di obiettivi. Ma in molti altri casi la situazione è ben più drammatica. Ci sono persone che rimangono in relazioni non appaganti a causa di una vasta gamma di dinamiche che, dall’appartato luogo dell’inconscio, determinano la loro vita del tutto inconsapevolmente.
Quali sono le conseguenze?
Sensi di colpa, terribili convinzioni su sé stessi, desideri di autopunizione, sensazione di non meritare, ecc. Sono alcune delle problematiche che possono emergere quando si inizia a sollevare il velo che ricopre esperienze di vita apparentemente incomprensibili.
E l’incapacità di valutare che cosa davvero si desidera dalla vita, per queste persone diventa allora l’incredibile conseguenza del fatto che non osano minimamente farsi sfiorare dal pensiero di qualcosa che offrirebbe loro qualche sprazzo di felicità.
E qui entra in gioco l’aspetto più affascinante del lavoro dello psicologo. Le configurazioni complesse di caratteristiche di personalità, di sogni, di bisogni, di desideri, di conflitti ed aspirazioni sono di tanti tipi quanti sono gli esseri umani.
Aiutare una persona a trovare una risposta a ciò che davvero desidera dalla vita significa trovare assieme ad essa quella personalissima chiave che apre la porta della segreta stanza che custodisce le sue ricchezze interiori ed i piani per realizzarle. E nel mio lavoro di psicologo questo è un compito per il quale non sarò mai abbastanza grato alla vita.