Uno degli argomenti che più mi hanno incuriosito durante gli anni degli studi in Psicologia, è senza dubbio quello relativo alla dissonanza cognitiva. E’ un concetto noto ormai da sessant’anni, che conserva però intatta la sua attualità. Esso afferma in sostanza che nel momento in cui un individuo attiva in se stesso due idee o comportamenti tra loro incongruenti, verrà a trovarsi in una situazione di “dissonanza”, che cercherà automaticamente di eliminare o ridurre, a causa del disagio psicologico che ne deriva. Quando ci si trova in una situazione di dissonanza cognitiva si tende in sostanza a mettere in atto qualche comportamento o ad assumere un diverso atteggiamento, al fine di uscire dal disagio che essa comporta.
Prendiamo ad esempio una giovane donna corteggiata da due uomini, uno dei quali è benestante ma con interessi e capacità intellettuali piuttosto limitate, mentre l’altro, al contrario, è intellettualmente brillante e stimolante ma piuttosto limitato nelle disponibilità materiali. Dal momento che entrambi stimolano in lei uno dei due aspetti a lei più cari (l’intelligenza e la ricchezza), unendosi ad uno dei due uomini, automaticamente dovrà rinunciare ad una delle sue priorità fondamentali. Si verrà dunque a trovare in una situazione di “dissonanza cognitiva”, dalla quale tenderà ad uscire modificando molto probabilmente il suo atteggiamento.
Se accetterà dunque la corte dell’uomo ricco, modificherà il suo atteggiamento verso il denaro, probabilmente estremizzando la sua posizione. Potrà tendere a considerare dei falliti e a disprezzare tutte le persone che non si impegnano a migliorare il loro status. Se al contrario accetterà la corte dell’uomo più dotato intellettualmente, automaticamente tenderà a dare meno importanza al denaro e a disprezzare le persone troppo materialiste e incapaci di apprezzare valori più elevati, come ad esempio la cultura personale. Tutto questo si manifesta in maniera tendenzialmente automatica ed inevitabile, ed è un meccanismo che scatta ogni volta in cui abbiamo la necessità di conservare l’autostima e/o l’equilibrio interiore. Nel caso della nostra giovane, sposare l’uomo ricco e mantenere il dubbio che i soldi in fin dei conti non contino poi così tanto e che l’intelligenza in una persona sia una dote altrettanto considerevole, comporterebbe una continua “tortura psicologica” autoinflitta, dalla quale la mente umana tende a fuggire mediante il meccanismo compensatorio che abbiamo descritto.
Nella nostra vita quotidiana siamo continuamente esposti a questo tipo di fenomeno, molto più frequentemente di quanto potrebbe sembrare. Tutte le scelte della vita, da quelle importanti come il percorso di studi, il partner, il posto dove vivere, ecc. fino a quelle banali, come la scelta della vacanza, la marca del televisore, ecc. necessitano tendenzialmente di qualche “aggiustamento” cognitivo, al fine di non cadere nella spiacevole senzazione interiore della dissonanza cognitiva.
Spesso viene proposta la Favola della Volpe e l’uva per spiegare la dissonanza cognitiva, ma l’esempio non appare perfettamente calzante, dal momento che la volpe non si trova a scegliere tra due possibilità ugualmente allettanti, ma si limita a risolvere la frustrazione del non poter soddisfare il suo desiderio di mangiare l’uva svalutando l’oggetto desiderato. Anche questo meccanismo, in ogni caso, viene messo in atto al fine di conservare l’autostima (rinuncio all’uva non per la mia incapacità, ma solo perchè è acerba)…
Questa la versione di Fedro, tradotta dal latino:
«Spinta dalla fame una volpe tentava di raggiungere un grappolo d’uva posto sin alto sulla vite, saltando con tutte le sue forze. Non potendo raggiungerla, esclamò: “Non è ancora matura; non voglio coglierla acerba!”. Coloro che sminuiscono a parole ciò che non possono fare, debbono applicare a sé stessi questo paradigma».
Oggi assistiamo a fenomeni piuttosto interessanti da analizzare, come ad esempio l’estremizzarsi delle posizioni tra “carnivori” e “vegani”. Probabimente la contemporanea presenza di amore per gli animali e per il buon cibo che alcune persone sperimentano tende ad essere risolta con atteggiamenti o comportamenti che estremizzano uno dei due aspetti. Non sono pochi i comportamenti delle persone che possono assumere un senso se osservati alla luce della teoria della dissonanza cognitiva.