Tra le voci proposte in questa sezione del sito dedicata alle Emozioni Umane, non poteva naturalmente mancare l’Emozione dell’Amore. È stato scritto così tanto sull’Amore che pensare di parlarne ancora in un contesto psicologico può far apparire noiosa ogni singola frase. Proveremo però ad affrontare questo aspetto rivolgendo l’attenzione ad alcuni aspetti dell’Amore non particolarmente considerati in ambito psicologico.
Dobbiamo innanzitutto prendere atto del fatto che l’Amore è uno di quei concetti che abbraccia una vastità di significati così eterogenea da renderne difficile persino una definizione univoca.
Nel testo “Atlante delle Emozioni Umane“, non a caso l’autore si chiede:
“La parola ‘amore’ può davvero essere un concetto così ampio e così limitato allo stesso tempo?
E alla base di un intrigante flirt ci può davvero essere la stessa parola che è legata alla confortevole tranquillità di un progetto di vita comune?
Qual è la differenza tra il sentimento che proviamo per un amico leale nel corso degli anni e quel piacevole rumore di sottofondo che accompagna chi sta in coppia da cinquant’anni?
È uguale all’emozione che si può provare nei confronti di Dio, o dei propri genitori, o di un animale domestico?
Sembra che strada facendo ci siamo persi diverse parole”.
Si, probabilmente ci siamo persi le specifiche parole che definiscono questi differenti stati d’animo. Ci siamo persi tutti quegli innumerevoli termini necessari per definire l’emozione dell’amore in tutte le sue più variopinte sfumature.
L’Amore non è un’emozione
Volendo restringere un po’ il campo, potremmo dire che l’emozione dell’Amore che interessa agli Psicologi è in buona parte quella che caratterizza il rapporto di coppia, con tutte le curiose, complesse e spesso drammatiche dinamiche appartenenti a questa sfera.
Se ci azzardassimo ironicamente ad affermare che i tormenti legati all’Emozione dell’Amore hanno condotto più persone agli studi degli Psicologi che tutte le altre problematiche psicologiche messe assieme, forse non saremmo poi così tanto lontani dal vero!
Il titolo di questo paragrafo potrebbe tranquillamente essere inteso in senso provocatorio. Vorrei però iniziare questa riflessione ammettendo che ciò, sostanzialmente, corrisponde in linea di massima al mio punto di vista. L’amore ha senza dubbio a che fare con le emozioni. In tutti gli ambiti dell’esistenza in cui si manifesta le emozioni che ne conseguono tendono ad essere tra le più intense che l’uomo conosca.
Riflettendo sulla natura dell’amore, la mia personale opinione è però che la sua natura sia piuttosto quella di una “forza” naturale. E’ una forza che ha la sua origine esclusivamente nella purezza del cuore, in grado di far emergere la più assoluta bellezza dell’animo umano.
Le Neuroscienze e l’indefinibilità dell’Amore
Come riportato in un breve ma molto interessante articolo riassuntivo dal titolo “L’amore da Omero ai tempi delle neuroscienze“, i neuroscienziati affermano di possedere ormai una certa padronanza in merito ai correlati neurali relativi all’emozione dell’Amore.
Come afferma l’autore, “le nuove scoperte delle neuroscienze dimostrano che è il cervello a creare quell’insieme di stati emotivi che caratterizzano le vicende d’amore.
Esperimenti condotti con i metodi di brain imaging mostrano, ad esempio che vedere la persona amata attiva l’insula ed altre aree cerebrali, favorendo la produzione di dopamina, una sostanza responsabile dei sistemi di gratificazione, euforia, benessere e uno stato di notevole eccitazione.
L’ormone dell’amore è l’ossitocina, la quale induce le contrazioni del parto, favorisce l’allattamento, crea nella madre un senso di piacere, che accresce i suoi sentimenti materni, e viene prodotta attraverso stimolazione tattile, prima e durante il rapporto sessuale.
Nell’ambito di questo processo affettivo e d’amore vengono rilasciati altri neurormoni, come la vasopressina, la serotonina , le endorfine […]”.
Per quanto le moderne Neuroscienze non cessino mai di meravigliare nello spiegare la complessità e la bellezza dell’organismo umano, vi è un linguaggio, come quello della poesia, che è in grado di arricchire la visione scientifica con con una forma di “conoscenza” che svela all’intuito umano i propositi più profondi e trascendenti persino delle verità filosofiche più nascoste.
E dal mio modestissimo punto di vista, per quanto io possa essere affascinato dalla bellezza e dall’utilità del lavoro dei neuroscienziati, l’amore rimane pur sempre una “verità filosofica” che abbiamo il privilegio di poter studiare anche come tale: una profonda verità filosofica.
E come spesso accade, è proprio la poesia di uno dei più grandi geni che l’umanità abbia mai conosciuto ad offrirci l’estrema sintesi dell’amore, condensata in una straordinaria perla di verità. Molto difficile coglierne la grandezza soffermandosi sul mero aspetto letterario. E’ però altrettanto difficile non scorgere, nella bellezza poetica di queste parole, l’immensità del sentimento in esse celato.
…L’amor che move il sole e l’altre stelle
Dante Alighieri (Paradiso, XXXIII, v. 145)
Perché l’amore dovrebbe muovere il Sole e le altre stelle? Forse perché nell’intenzione del Poeta l’intero Universo ne è pervaso? Forse perché lo percepiva come quell’elemento di unificazione in grado di strutturare e mantenere in vita l’intero spazio infinito in cui siamo immersi?
E’ una questione troppo complessa per poter essere affrontata in un contesto psicologico. Ognuno di noi può però fare autonomamente le proprie riflessioni e trarne elementi di bellezza per la propria esperienza quotidiana della vita. E’ stata riportata in questo contesto solamente al fine di evidenziare l’enorme difficoltà nel definire un aspetto di così ampia portata nell’esistenza come quello dell’Amore.
L’emozione dell’Amore e le emozioni che appartengono all’Amore
Potremmo concludere l’impegnativa riflessione appena menzionata chiedendoci che cosa rimarrebbe dell’amore una volta “disidentificato” da tutte le emozioni che lo caratterizzano.
Come potremmo descrivere questo sentimento, questa forza o questo aspetto archetipico, cercando di andare oltre a stati d’animo come gioia, felicità, eccitazione, estasi, coraggio, serenità, passione, piacere, allegria, appagamento, empatia, euforia, fiducia, gratitudine, meraviglia, speranza, ecc., con cui solitamente si accompagna?
E che cosa rimarrebbe dell’emozione dell’amore considerata nella sua forma più pura, libera anche dai risvolti emozionali più difficili quali paura, gelosia, invidia, tristezza, dolore, perdita, lutto, angoscia, frustrazione, nostalgia, preoccupazione, rimorso, rimpianto, solitudine, rivalità, sospetto, vulnerabilità?
Anche questa è senza dubbio una domanda troppo complessa, troppo impegnativa e di natura trascendente. Ma non per questo dobbiamo rinunciare a cercare una risposta. Non per questo dovremmo rinunciare a volerci avvicinare intuitivamente a quell’energia per buona parte ancora misteriosa che, oltre a muovere il sole e le alter stelle, è in grado di arricchire straordinariamente la nostra esistenza quotidiana.
Forse niente altro può arricchire il nostro cuore o gettarlo in una buia voragine come la presenza o l’assenza dell’emozione dell’amore nella nostra vita. Ma se iniziassimo a voler penetrare questo mistero senza limitarci alle emozioni ad esso correlate, per provare a coglierlo nella sua purezza, forse la nostra realtà si arricchirebbe di elementi di consapevolezza in grado di alleviare molte pene…