Emozioni Umane – Pagina Introduttiva

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Emozioni Umane – Pagina Introduttiva
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La Psicologia moderna definisce generalmente le Emozioni Umane come “una reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata, determinata da uno stimolo ambientale” (Dizionario di Psicologia – Garzanti).

Il ruolo delle Emozioni nella vita umana è indicativamente stato riconosciuto solamente a partire dagli anni Sessanta del Novecento. Antecedentemente, erano per lo più considerate come il frutto di una eccitazione disorganizzata dell’organismo, e, in quanto tali, un aspetto meno nobile rispetto alla componente razionale. Esse sono infatti solitamente caratterizzate da un’insorgenza acuta e da un rapido esaurimento.

Oggi non vi è piena uniformità di visione da parte degli studiosi sugli aspetti che le caratterizzano, ma senza dubbio vi è una certa convergenza nel riconoscere le Emozioni come un aspetto fondamentale della vita. Di norma si tende a riconoscerne le seguenti componenti:

  1. Fisiologica: è naturalmente quella più intensa e immediatamente percepibile. E’ solitamente accompagnata da un aumento di attività a carico del Sistema Nervoso Autonomo, come ad esempio nell’emozione della Paura.
  2. Cognitiva: L’uomo è consapevole delle proprie emozioni e le può verbalizzare o identificare. Vi sono ad esempio teorie, come quella di Schachter e Singer, che affermano il ruolo delle Emozioni nell’alterazione della percezione;
  3. Espressiva: Le Emozioni, fin dai primi studi di Charles Darwin,  avrebbero un valore “adattivo”.

Vi è anche un sostanziale accordo sulle funzioni che le emozioni svolgono:

  1. Preparare l’organismo a reagire ad una emergenza e ad affrontarla nella maniera più ottimale;
  2. Comunicare all’esterno lo stato dell’individuo. Particolarmente rilevanti a questo proposito sono gli studi, iniziati dallo stesso Darwin, sul riconoscimento delle espressioni facciali delle emozioni. Tra gli studiosi più recenti ricordiamo Paul Ekman, un ricercatore piuttosto noto in ambito accademico internazionale, che sostiene il ruolo di universalità del riconoscimento, indipendentemente dagli aspetti culturali;
  3. Informare l’organismo circa il proprio stato interno su determinati aspetti come bisogni, desideri, aspettative.

Le Emozioni Umane hanno anche una funzione sociale. Nell’interazione a due veicolano le intenzioni e i vissuti interiori dell’altra persona. Nelle interazioni di gruppo consentono il riconoscimento reciproco e la condivisione dell’appartenenza. Ciò sarebbe evidente anche nell’assunzione dell’identità culturale e dei valori della comunità a cui si appartiene.

Solo le persone superficiali impiegano anni per liberarsi da un’emozione.
Chi sia padrone di sé può porre termine a una sofferenza con la stessa facilità con cui inventa un piacere.
Non voglio essere in balia delle mie emozioni.
Voglio servirmene, goderle e dominarle.

Oscar Wilde

Il potere delle Emozioni

Fatta questa doverosa premessa introduttiva, è forse più interessante osservare e riconoscere il potere che le emozioni sono in grado di esercitare sulla nostra vita quotidiana. Lo stesso Carl G.Jung ammetteva che “Di regola, le grandi decisioni della vita umana hanno a che fare più con gli istinti e altri misteriosi fattori inconsci che con la volontà cosciente, le buone intenzioni, la ragionevolezza“.

Se per “istinti” e “altri misteriosi fattori inconsci” intendiamo tutta quella sfera psichica a cui possiamo ricondurre anche l’ampio mondo delle “Emozioni Umane”, siamo in grado di cogliere quanto potente sia l’influenza di questi fattori persino sulle questioni più importanti della nostra esistenza.

Come vedremo, tutto ciò ha degli aspetti indubbiamente positivi, ai quali si affiancano però alcuni elementi a cui è bene prestare attenzione. Storicamente siamo passati da una fase in cui le emozioni (soprattutto quelle legate al piacere, ma anche quelle legate all’espressione del dolore) dovevano essere negate e/o represse, ad una in cui, come oggi accade e in nome dell’evitamento di qualsiasi frustrazione, tendono ad essere valorizzate e incoraggiate, in ogni loro aspetto espressivo.

Probabilmente, come spesso accade, la strada della saggezza passa per una equilibrata via di mezzo. “Equilibrio” è infatti, a mio avviso, la parola più indicata quando si ha a che fare con le Emozioni Umane. Reprimerle o negarle è altrettanto pericoloso della moderna tendenza a lasciarle agire incontrollatamente.

Emozioni Umane. Libertà di espressione e criterio di “opportunità”

Le Emozioni Umane vengono oggi per lo più “valutate” lungo un continuum “piacere – dispiacere“. E’ opinione piuttosto diffusa che, per un sano Benessere Psicologico, le Emozioni debbano essere vissute senza blocchi, frustrazioni o inibizioni. E tutto ciò è, in linea di principio, piuttosto condivisibile. Ma come vedremo, forse puntare tutto sulla libertà di espressione emotiva quale garanzia per la nostra felicità, potrebbe non rivelarsi una strategia di medio periodo sufficientemente efficace.

Il “principio di piacere” adottato come punto di riferimento entro lo sterminato mare delle nostre Emozioni non può che orientarci verso una scelta scontata: quella dell’appagamento immediato e incondizionato. A questo si oppone una visione, retaggio di un passato tutto sommato recente, che impone un severo giudizio sulla possibilità di espressione emozionale, basato su criteri morali. Potremmo definire questa polarità come la distribuzione su un continuum “giusto – sbagliato”.

Ma anche affidarsi a criteri morali può non condurre alla migliore scelta possibile, dal momento che alla base di questo tipo di valutazione vi è il particolare credo religioso, filosofico o semplicemente personale a cui la persona si ispira. Ciò che può essere definito “giusto” per qualcuno potrebbe essere completamente “sbagliato” alla luce di criteri morali del tutto diversi adottati da un’altro individuo.

Per questa ragione, personalmente ritengo che un criterio più affidabile nel decidere il comportamento da assumere nei confronti della libertà del vissuto emozionale sia quello di “opportunità“.

“Vivi la tua vita intensamente!”, “cogli l’attimo!”, “libera le tue emozioni e sentiti vivo!”. Sono alcuni degli esempi di slogan piuttosto diffusi oggi. Ma le persone più equilibrate e sagge sanno che non è l’intensità del vissuto emotivo, né la quantità di esperienze emotive in cui ci “lasciamo veramente andare”, né il successo che possiamo raggiungere nel tentativo di cogliere emotivamente gli “attimi fuggenti” a trasformare al nostra Vita in un’esperienza importante, arricchente e ricolma di Bellezza e Verità. Non è la quantità di emozioni primarie che viviamo con intensa libertà ad accompagnarci alla comprensione del senso della realtà che viviamo, se quest’ultimo per noi è un autentico valore dell’esistenza.

Pertanto, forse una valutazione del nostro vissuto emozionale lungo un continuum di  “opportunità – non opportunità” garantisce alla fine un riferimento più stabile. Esso implica la forza e la bellezza di un autentico senso di responsabilità, sempre espressione di saggezza ed equilibrio. La persona che agisce secondo un criterio di opportunità valuta, in ogni momento, le conseguenze del proprio comportamento e comprende senza alcuna esitazione quali sono “opportune” e quali non lo sono, nel momento in cui agisce sulla base di una spinta emozionale.

Non tutte le emozioni, anche quelle che ci espongono ad un notevole rischio in termini di frustrazione, possono o debbono essere “liberate”, manifestate o espresse. Alcune tra esse potrebbero avere conseguenze piuttosto spiacevoli in termini relazionali, famigliari e persino professionali.

Il sublime è ciò che produce la più forte emozione che l’animo sia in grado di sentire.
La passione che deriva da ciò che è grande e sublime è chiamata stupore.

Edmund Burke

Seguire le Emozioni o fare in modo che siano le Emozioni a seguire noi?

Come possiamo dunque fare esperienza delle nostre emozioni nel migliore dei modi, quando il criterio di opportunità suggerisce uno stop? Qual’è la libertà emozionale più autentica? E’ quella di assecondare qualsiasi impulso emozionale emergente nella nostra coscienza, in nome della necessità di una totale assenza di frustrazioni?

Possiamo innanzitutto ricordare che una vita basata sulla risposta immediata all’emozione del momento è solo illusoriamente una vita di libertà. In realtà, è più verosimilmente una vita di “sottomissione”. Come ricordava spesso Roberto Assagioli, per una piena libertà di vita è necessario che siano le nostre emozioni a seguire noi, e non il contrario come si tende ad insistere oggi.

Lasciare troppo spazio alle emozioni, consentire alle emozioni di assumere il comando del nostro benessere psicologico e del nostro stato d’animo generale, espone una persona ad un elevato rischio di soffrire. Se rispondiamo emotivamente in maniera troppo intensa agli stimoli ambientali, siamo esposti allo stesso pericolo.

Non è necessario nemmeno riflettere poi così approfonditamente per rendersi conto di questa realtà. La cosa importante da chiarire è che imparare a “regolare” saggiamente l’espressione di emozioni non opportune, non significa assolutamente reprimerle. E’ un tema trattato con grande interesse nelle pagine di questo sito.

Significa stabilire le opportune priorità, e trarre da ciò che è prioritario quella gioia del cuore che annulla la frustrazione del mancato appagamento emotivo. Detto in altri termini, vi sono Emozioni molto più raffinate che nascono nel nostro cuore nel momento in cui siamo in grado di trasmutare l’appagamento immediato di emozioni meno sottili.

Significa assumere la completa padronanza del proprio piccolo universo personale, trasmutando il proprio ruolo da quello di creatura a quello di creatore.

Significa agire in saggezza, bellezza e responsabilità, “soggiacendo liberamente” a quella “miglior natura” a cui Dante si riferisce nel Canto XVI del Purgatorio.

Dobbiamo solo decidere se siamo più interessati ad agire secondo l’emozione del momento (il cui appagamento richiede continua reiterazione), oppure se riteniamo di essere in grado di elevare a “miglior natura” ciò che non riteniamo opportuno esprimere. Dobbiamo decidere se essere padroni o servi delle nostre emozioni, imparando a dirigerle saggiamente lungo quella terza nobile alternativa che trascende il conflitto tra il vissuto incondizionato e la repressione – frustrazione.

Avremo modo di analizzare singolarmente le varie emozioni. Per questa pagina introduttiva è sufficiente ribadire con chiarezza il fatto che le emozioni possono davvero essere fonte di grande gioia nella nostra vita. E’ sufficiente comprendere che entro ogni emozioni piacevole vi è sempre un’emozione ancora più grande e sottile, che può colmare il cuore in maniera progressivamente sempre più elevata.

Queste nobili emozioni possono essere svelata e dunque vissute grazie alla nostra intelligenza, alla crescente saggezza nel discriminare i valori della vita effettivamente più autentici, e alla virtuosità del nostro comportamento.

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