La particolarità del Counseling con l’Esperienza Immaginativa

La particolarità del Counseling con l'Esperienza Immaginativa
La particolarità del Counseling con l’Esperienza Immaginativa
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Nelle pagine di introduzione all’eccellente testo di Rocca e Stendoro dal titolo “Il Counseling con l’intervento della Procedura Immaginativa“, gli autori offrono una chiara definizione del metodo e una panoramica introduttiva sulle possibilità di impiego dell’Esperienza Immaginativa (1) nell’ambito del Counseling Psicologico. La professione di Counselor è definita come lo stabilirsi di “una relazione flessibile e dinamica, a coinvolgimento umano, di ricerca e di aiuto interpersonale tra operatore e utente, nella quale la persona viene intesa prospetticamente come una combinazione di sogni, di ombre, di coscienza e di vita quotidiana del corpo”. 

Un percorso di Counseling Psicologico può essere effettuato da uno Psicologo regolarmente abilitato (anche non Psicoterapeuta) ed è finalizzato alla promozione o al ripristino di uno stato di benessere psicologico, in assenza di psicopatologie o stati di sofferenza richiedenti un intervento psicoterapeutico o di tipo medico. Quasi poeticamente, Rocca e Stendoro indicano tra le potenzialità della relazione di Counseling “il riconoscimento del Vero Sé e il recupero delle risorse più creative che permettono nel tempo di uscire dalla superficialità e di entrare nelle proprie verità profonde ed autentiche“. 

Nelle pagine di questo sito insistiamo spesso sull’opportunità di utilizzare gli strumenti che la moderna Psicologia mette a disposizione per favorire nell’individuo uno stato non solo di benessere, ma finalizzato ad una sempre più ampia realizzazione personale e transpersonale. Il Counseling Psicologico mediante la Procedura Immaginativa così come definito da Rocca e Stendoro va proprio in questa direzione.

L’essere umano destinatario di un intervento di Counseling è prima di tutto un individuo portatore di un mondo interiore del tutto personale, con il quale si può entrare in relazione in maniera estremamente delicata e rispettosa grazie alla trasposizione di tutto il vissuto sul piano simbolico della produzione immaginativa. Il fine, come spesso abbiamo ribadito, non è Psicoterapeutico. L’obiettivo è quello di accompagnare la persona lungo un percorso di sviluppo che non sia solo psicologico, ma che si estenda anche alla sfera della “spiritualità” o “della “trascendenza”.

In un’ottica sempre più ampia e comprensiva dell’esperienza umana non possiamo infatti rinunciare a prendere in considerazioni la necessità, per alcuni, di conoscere quegli aspetti di sé che trascendono gli ambiti delle emozioni e della razionalità. E non è affatto raro che sia proprio l’emergere di inquietudini interiori profonde e di difficile inquadramento a spingere la persona a richiedere un sostegno psicologico, dal momento che anche il mancato appagamento delle esigenze della nostra natura più nobile e spirituale può talvolta produrre un malessere esistenziale rilevante.

L’Esperienza Immaginativa si offre dunque come metodo in grado sia di “curare” (nel senso di “prendersi cura” e non in senso terapeutico) delicatamente le emozioni, che di condurre la propria coscienza ad estendersi fino alle vette del sublime e del trascendente. E in questo senso si propone, anche in un percorso di Counseling, come uno strumento in grado di portare luce su alcuni punti del difficile sentiero la cui meta è la piena realizzazione del Sé e il conseguente straordinario benessere psicologico a cui tutti dovremmo aspirare.

Forse la definizione più profonda con cui si fa riferimento alla Procedura Immaginativa nel testo di Rocca e Stendoro è quella di “iniziazione alla scoperta di sè“. Perchè, in ultima analisi, è proprio questo il fine più avanzato di questa tecnica: comprendere l’unicità della propria natura, dal punto di vista più ampio ed elevato possibile. E per giungere a questo traguardo, il materiale con cui si lavora sono “emozioni fatte di note esistenziali che si liberano nella sfera della spiritualità intesa come totalità delle esperienze interiori. La persona, nella sua identificazione con la bellezza dei valori semplici e naturali, sente la necessità di personificare le emozioni fondamentali della vita che, nell’attuale momento storico, tendono ad essere incomprese e delimitate”.

Ma il primo a riconoscere nell’Esperienza Immaginativa la potenzialità di elevare la personalità ad un livello noto solo a coloro che sanno trascendere l’ordinarietà umana, istintivamente ed emotivamente orientata, è stato naturalmente colui che per primo ha adottato il Rêve-Eveillé come tecnica psicologica: Robert Desoille. Questa sua affermazione, con cui concludiamo questo scritto, tratta dal testo “Rêve-Eveillé Dirigé in Psicoterapia” ne sarebbe una dimostrazione. “Riconosco agli istinti il ruolo di preservare l’individuo, ma mi rifiuto di ammettere che questa affettività istintiva sia la sola ad intervenire nell’attività psichica. Io mi colloco in assoluto tra quegli psicologi che hanno ammesso l’esistenza di una parte della psiche che non sia unicamente colorata dall’istinto ma al contrario fortemente sollecitata da sentimenti superiori“.

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(1) L’ “Esperienza Immaginativa” è da considerarsi come l’evoluzione della “Procedura Immaginativa” della Scuola di Rocca e Stendoro, a sua volta derivante dal “Rêve-Eveillé Dirigé” di Robert Desoille. Ai soli fini di questo articolo possono essere considerati sinonimi.

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