Come apparirà senza dubbio evidente, la tematica centrale di questo sito ruota attorno al tema dell’Immaginazione Creativa e all’adozione del metodo dell’Esperienza Immaginativa nel lavoro psicologico.
I concetti di Immaginazione Creativa e di Fantasia (o Fantasticheria), nel loro uso comune, tendono ad essere considerati sinonimi. Come vedremo, esiste però una fondamentale differenza che è bene sottolineare, in quanto il potere dell’Immaginazione Creativa perde totalmente la sua efficacia se non si eleva dal meno nobile reame della semplice Fantasia.
Volontà e Immaginazione Creativa
Diciamo innanzitutto che possiamo distinguere il concetto di Fantasia da quello di Immaginazione Creativa dal punto di vista della volontà. Lasciarsi trasportare dalla Fantasia, fantasticare situazioni in cui accadono cose piacevoli o seducenti, sperimentare il piacere di abbandonarsi ad un piacevole “sogno ad occhi aperti”, sono tutte situazioni in cui non è necessario alcun apporto della volontà cosciente. Non c’è nessuno sforzo da compiere nel fantasticare. E’ invece un’attività che tende a procedere anche contro la nostra stessa volontà.
Non è per niente raro infatti indulgere al piacere dell’appagamento sensoriale mediante l’esercizio della fantasia. Nel nostro immaginario mettiamo costantemente in scena vittorie, successi, soddisfazioni, riconoscimenti. Se non sono eccessivi e la nostra vita non si limita a questo, possono tutto sommato anche essere un’anticipazione di successi reali e uno stimolo ad agire. La Fantasia è certamente dannosa quando si configura sotto forma di anticipazione di problemi, insuccessi, eventi negativi o catastrofici.
L’Immaginazione Creativa a cui facciamo riferimento in alcuni scritti di questo sito richiede invece la volontà cosciente di creare nel proprio spazio immaginativo, per mezzo del potere di visualizzare, determinate immagini di situazioni finalizzate ad uno scopo preciso. Immaginare creativamente tramite la visualizzazione richiede dunque l’applicazione di una volontà concreta, tenace e ben orientata allo scopo. Al contrario, non è raro che il cedere alla fantasticheria si accompagni ad una creta pigrizia mentale.
L’immaginazione Creativa è orientata ad uno scopo
Visualizzare creativamente richiede dunque uno sforzo di volontà. Prima di esso, dobbiamo avere anche ben chiaro l’obiettivo che vogliamo raggiungere. Esercizi come quello del Modello Ideale sono finalizzati alla creazione, sul piano della realtà, del miglior modello che abbiamo di noi stessi. E’ del tutto evidente quindi l’importanza di possedere un preciso e ben definito modello di ciò che desideriamo diventare.
Forse non tutti sanno che molti atleti professionisti, prima della competizione, eseguono ripetutamente la loro performance sportiva all’interno del loro spazio immaginativo. E questo è senza dubbio un’ottima dimostrazione dell’efficacia dell’allenamento mentale (mediante la precisa visualizzazione dei dettagli tecnici della prestazione).
Se ci pensiamo, prima di un momento impegnativo come una gara sportiva, un esame, un importante meeting di lavoro, siamo naturalmente inclini ad anticipare mentalmente (fantasticare) alcuni momenti della nostra prestazione. L’atteggiamento ottimista o pessimista che ci caratterizza definirà il tipo di immagini che la fantasia, lasciata libra di agire, inevitabilmente produrrà.
Si tratta dunque di sottoporre a disciplina una tendenza naturale, orientandola saggiamente verso uno scopo ben preciso. Immaginare con la maggior definizione possibile il nostro modo di agire nella situazione che dobbiamo affrontare, crea nella nostra mente la miglior predisposizione possibile all’autostima e alla fiducia nelle nostre abilità, ed arricchisce il carisma personale.
L’atto del fantasticare scaturisce dunque del tutto spontaneamente. In alcuni momenti critici, tende ad occupare insistentemente la nostra mente. Questa attività non ci prepara però ad affrontare la nostra quotidianità con maggiore concentrazione e fiducia in noi stessi. Per ottenere questo scopo dobbiamo coordinare, governare ed intensificare l’atto immaginativo. Possiamo infatti parlare di Immaginazione Creativa solamente se assumiamo il controllo cosciente del nostro spazio immaginativo. Il continuo fluire di contenuti nella nostra coscienza può (e dovrebbe) essere regolato e governato dalle nostre intenzioni e non essere alimentato dalle emozioni del momento.
Emozioni ed Immaginazione Creativa
Quando la nostra mente si abbandona alla fantasticheria, di norma le nostre emozioni rispondono in maniera conforme. Spesso si raccomanda di prendere coscienza del flusso delle proprie fantasie, proprio per non concedere troppo potere condizionante alle emozioni che esse tendono a suscitare, soprattutto quando non sono positive. Una fantasia di successo, richiama un’emozione di soddisfazione. Allo stesso modo, una fantasia di pericolo o di sconfitta innesca emozioni di paura o frustrazione. Si tratta di un processo tendenzialmente inevitabile e scarsamente governabile.
Se desideriamo sfuggire a questo circolo vizioso non ci resta che trasformare le fantasie in immaginazione autentica. Anche l’immaginazione produce emozioni, ma esse vengono utilizzate allo scopo di produrre una trasformazione interiore, in linea con la propria volontà.
L’Esperienza Immaginativa è un buon esempio di tecnica che si avvale di una produzione immaginativa libera e spontanea, innescata da uno Stimolo Immaginativo, ma ben diversa dal mero fantasticare. Questo tipo di tecnica immaginativa ha proprio l’obiettivo di sfruttare il vissuto simbolico sul piano dell’immaginario per produrre emozioni che innescano processi di trasformazione interiore.
Uno sviluppo positivo dello scenario immaginativo che si presenta nel corso del tempo si associa inevitabilmente anche ad emozioni più intense, autentiche, luminose e positive. E un tale cambiamento del proprio stato emozionale interiore favorisce l’introduzione di interessanti novità anche sul piano del reale. L’immaginazione si definisce “creativa” proprio perché è in grado di introdurre nella nostra coscienza possibilità di cambiamento e crescita che allo stato attuale potrebbero sembrare impensabili. Ed il cambiamento concreto passa per la trasformazione del vissuto emozionale innescato dall’evolversi del materiale immaginativo prodotto.
Fantasia e Immaginazione Attiva nella Psicologia Junghiana
In un interessante testo dal titolo “Jung e l’Immaginario Alchemico“, Jeffrey Raff espone elegantemente la differenza tra Fantasia ed Immaginazione Creativa. Ecco alcuni interessanti spunti tratti da questo suo lavoro:
“… Mentre l’immaginazione contiene informazioni sulla parte nascosta della psiche e rivela quale strada seguire, la fantasia riguarda i bisogni e i desideri dell’ego, e cerca solo di accrescersi”. Impigliato nelle mie fantasie, posso indulgere a contemplare il mio grande successo come scrittore, a sognare di come il mondo verrà a rendermi omaggio, e così via. Un altro potrebbe dedicarsi a fantasie sessuali in cui mette in scena i desideri proibiti dell’ego, mentre un altro ancora potrebbe fantasticare sul raggiungimento di ricchezza e successo nella politica.
In quasi tutti i casi la fantasia è centrata sull’ego, e non su qualcosa di trascendente, benché in essa possano agire stimoli di complessi e archetipi. Nella fantasia non vi è una reale esperienza della saggezza interiore; c’è solo la messa in scena di un’immagine dopo l’altra, per trastullarsi, per divertirsi, o perfino spaventarsi. Anche nel caso di una fantasticheria negativa, comunque, è sempre l’ego la star dello spettacolo.
[…] Vedere al di là delle illusioni create dalla fantasia mette in moto processi di autoespressione e di trasformazione, e permette al potere dell’immaginazione di mostrarci nuove modalità di esistenza. In sintesi, la fantasia riguarda i bisogni e i desideri dell’ego, mentre l’immaginazione trascende l’ego e fornisce intuizioni sulla natura del Sé. L’immaginazione costituisce la saggezza del Sé, a partire dalla quale il Sé guida e incoraggia i processi della propria stessa manifestazione. L’ego che segue le intuizioni prodotte dalle esperienze immaginative è in armonia col Sé e sta percorrendo la via della propria liberazione. L’ego implicato nelle fantasie è scisso dal Sé e si perde in un mondo di illusioni. Le fantasie creano l’erronea convinzione che il mondo fisico sia il solo e unico mondo…”.