L’Esperienza del Limite e la Via dell’Eroe

Il Limite è spesso associato alla frustrazione, ma può garantirci lo sviluppo di quelle potenzialità che ci conducono lungo la nostra personale via dell'Eroe

… più in alto salgo, più profondamente posso entrare in me stesso,
vedere le mie limitazioni.
E’ molto importante che noi ci accorgiamo di essere limitati.
Se io non fossi limitato nelle mie possibilità,
allora non potrei fare esperienze…
l’eroe non fa esperienza.

Queste parole, dalla voce di Reinhold Messner durante un’intervista televisiva, oltre alla bellezza del loro significato letterale possiedono un valore psicologico di enorme rilevanza “spirituale”, anche se di non immediata comprensione. Proveremo quindi a trasporre queste sue riflessioni dall’alpinismo al percorso evolutivo che l’uomo intraprende per giungere alla conoscenza di se stesso.

Che cos’è, innanzitutto, il limite? Per i fini di questo scritto, possiamo definirlo come tutto ciò a cui non possiamo arrivare. In poche parole, la consapevolezza di ciò che non ci è concesso avere, fare, vivere, ricevere, raggiungere, sperimentare, ecc. L’esperienza del limite è normalmente associata a quella della frustrazione.

Il senso del limite e la relativa frustrazione di norma ci accompagnano per tutta la vita. Per quanto abbondanti possano essere le nostre risorse, in termini di qualità personali e/o disponibilità materiali, l’esperienza del limite non potrà comunque essere evitata, e solo vivendola possiamo renderci conto del suo valore psicologico ed evolutivo, senza contare che spesso, le nostre migliori qualità, le nostre risorse segrete ed insperate, emergono proprio grazie alla necessità.

Quando siamo spinti a compire un’azione, difficilmente riusciamo ad elaborare soluzioni alternative se non siamo costretti a superare un limite. E questa necessità di norma deriva dall’impossibilità di poter procedere per la via più facile, quella senza ostacoli: la cosiddetta “via di minor resistenza”.

L’esperienza del superamento del limite è dunque alla base della creatività, e addirittura della genialità, nei casi più sorprendenti. Ciò che più ci interessa analizzare in questo contesto è però la capacità dell’uomo di comprendere il senso della sua esistenza grazie proprio all’esperienza del limite. La sensazione di frustrazione che si scatena in noi di fronte ad un vissuto di questo tipo può generare molte e diversificate reazioni nella nostra mente, la prima delle quali è ovviamente la ricerca di una rapida via di uscita dal problema.

Chiunque abbia però attraversato grandi tormenti e frustrazioni, e ne sia uscito comprendendo il valore di questa esperienza, sa che probabilmente esiste anche una via “evolutiva”. Tra queste persone, qualcuno ha probabilmente addirittura tratto la conclusione che la nostra vita non può fare a meno di esperienze limitanti e frustranti, perchè solo in questo modo scopriamo davvero chi siamo; solo così ci rendiamo conto di avere una natura più elevata di quella di cui siamo di norma consapevoli.

L’uomo si è sempre confrontato con i propri limiti, e non essendo un eroe sa che li deve accettare. Ma nel fare questo, dalla buia prigione della frustrazione, eleva la sua coscienza verso dimensioni psico-spirituali che prima gli erano ignote, potendo in questo modo “fare esperienza”. Per quanto possa apparire sorprendente, l’accettazione del limite, la scoperta di un potenziale interiore prima sconosciuto e la realizzazione di azioni in linea con la nobile ricchezza della scoperta, sono di fatto potenti strumenti di trasformazione interiore e riorientamento psicologico.

Distillando ulteriormente le parole dell’autore della citazione, possiamo veder emergere ancora qualcosa di prezioso. Forse è proprio parte integrante dell’esperienza umana la necessità di vivere il limite. Non essendo eroi (in senso simbolico) ma essendo però chiamati a diventarlo (l’uomo tende infatti al perfezionamento di se stesso) abbiamo la possibilità di intuire le verità che trascendono il limite dell’umana esperienza. Le testimonianze delle personalità più nobili che hanno percorso prima di noi il complesso cammino evolutivo sembrano convergere verso l’assunto che l’uomo non evolve verso la condizione simbolica di Eroe grazie alle condizioni favorevoli, ma nonostante il difficile cammino che spesso la vita offre.

Un significativo avanzamento nella nostra crescita interiore (e la conseguente soluzione psicologica di molti conflitti e frustrazioni) sembra derivare dal sopraggiungere della consapevolezza che l’ambiente in cui ci troviamo a vivere e ad esprimerci, alla fine, è probabilmente quello più adatto per focalizzare il nostro sguardo verso quelle sottili dimensioni a cui la nostra parte più nobile anela.

Quando siamo in grado, con tutta la nostra più serena onestà, di considerare l’insieme dei fatti della nostra vita come la miglior scuola possibile per il nostro animo, e di reagirvi con il massimo del potenziale creativo che riusciamo a scatenare, il nostro mondo interiore può finalmente aprirsi a ricchezze precedentemente inimmaginabili.

L’antico saggio cinese Lao Tzu affermava che

è meglio accendere una lanterna che maledire l’oscurità…

E forse è proprio la comprensione del significato più profondo di queste parole che può indicarci cosa davvero può signficare l’accettazione del limite e la via dell’Eroe.

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