Le esperienze dolorose colpiscono il nostro cuore
Il dolore segna profondamente la nostra vita. Quando le esperienze dolorose sono particolarmente intense o prolungate, lasciano un solco indelebile nella nostra anima. La nostra vita cambia, non possiamo più essere chi eravamo prima di esserne colpiti.
Ed è sufficiente guardarsi attorno per rendersi conto di quante siano le persone poste quotidianamente faccia a faccia con esperienze dolorose di ogni tipo. Il dolore può colpire il corpo fisico, ma può insinuarsi anche e soprattutto nel nostro cuore, generando ferite a volte insanabili. E quanto più precocemente nella nostra vita siamo colpiti da esperienze dolorose, tanto più minacciosamente saremo esposti al rischio di vulnerabilità e depressione.
Chi non si imbatte in nessun problema
Dalai Lama
e passa la vita nella bambagia si dissocia dalla vita reale.
Di fronte alla prima difficoltà «invade il paese di lamenti»
Reagire alle esperienze dolorose
Chi ha scarsa consapevolezza della forza con cui le esperienze dolorose possono colpire una persona, tende in buona fede ad “offrire consigli” che invitano a reagire, a farsi forza. In molti casi si crede addirittura che sia possibile alleviare il dolore di una persona riferendo il caso di qualcuno colpito da un’esperienza ancora più severa. E ancora più illusoriamente si cede alla tentazione di provare a sminuire il dolore dell’altro, ridimensionandone la portata con le classiche banali frasi di circostanza.
In verità, la caratteristica principale delle esperienze dolorose è la loro elevata soggettività. Non sono infatti le cause scatenanti a determinarne la portata in termini di vissuto interiore. Alcune persone accolgono con enorme dignità e saggezza esperienze dolorose drammatiche, mentre altre vengono travolte da eventi all’apparenza piuttosto banali.
E’ il terreno su cui cadono i semi del dolore a fare una grande differenza, così come la nostra struttura di personalità e il tipo di educazione che abbiamo ricevuto. Sono le nostre esperienze precedenti e le nostre convinzioni sul senso della vita a determinare il modo in cui le percepiamo.
Solo persone dotate di quella magica empatia che nasce nel cuore di chi ha visto in faccia il dolore possono comprendere come aiutare chi sta soffrendo, indipendentemente da quale ne sia la causa. La Psicologia ha formulato un numero enorme di tecniche e metodi per intervenire nella rielaborazione delle esperienze dolorose, ma nessuna è così efficace come la parola di chi “conosce” il vissuto interiore dell’altro. Chi presta aiuto a chi soffre sa che espone anche il suo cuore al rischio di entrare in risonanza con lo stato d’animo del sofferente, ma è proprio per questa ragione che le sue parole e i suoi gesti saranno efficaci.
Il senso delle esperienze dolorose
Ma indipendentemente dalla necessità o meno di un aiuto “esterno”, le esperienze dolorose possono e devono essere affrontate anche cercando di far emergere le proprie qualità più nobili. Non dobbiamo preoccuparci se in una prima fase ci sentiamo completamente annientati e privi di volontà. E non dobbiamo preoccuparci nemmeno se sentiamo insorgere in noi una grande rabbia verso il “colpevole”, verso la vita, verso Dio. Se la nostra struttura di personalità non presenta traumi irrisolti, blocchi o conflitti di tale gravità da richiedere un aiuto Psicoterapeutico, molto possiamo fare per far entrare nella nostra vita un barlume di consapevolezza, sia da soli che con l’aiuto di uno Psicologo che conosca bene quella valle buia in cui stiamo camminando. Elevando anche di un solo gradino il nostro livello di coscienza, l’esperienza dolorosa potrà apparire sotto una nuova luce e, nel tempo, lasciare il posto a caratteristiche di maturità e saggezza in precedenza del tutto sconosciute persino a noi stessi.
Si dice che nel corso della nostra vita le esperienze dolorose siano in qualche modo inevitabili, ma che la sofferenza che ne consegue non lo sia affatto. Essa dipenderebbe piuttosto dalla nostra possibilità o capacità di accedere a quelle risorse interiori in grado di alleviare, reinterpretare e far evolvere il nostro stato d’animo.
Sappiamo infatti che il dolore può avere la “benefica” funzione di far conoscere al nostro cuore quelle dimensioni dell’esistenza di cui certamente non andremmo mai volontariamente alla ricerca. Può amplificare la nostra sensibilità verso i vissuti delle altre persone, può renderci più consapevoli della preziosità della vita in ciascuno dei suoi istanti, può risvegliare in noi un meraviglioso sentimento di appartenenza, pur nella nostra finitezza, alla vastità dell’Universo.
Una volta spezzato il guscio che racchiudeva il nostro cuore nella sua limitatezza percettiva, la vita ci potrà apparire arricchita di una pienezza che ci era sempre stata preclusa. La nostra anima si arricchirà di una consapevolezza nuova e più vasta, pur portando per sempre con se il dolore di una ferita che non sarà mai del tutto risanata. Ma è proprio da questo che può nascere la nostra forza. E’ così che noi possiamo rinascere come uomini migliori. Non ne sappiamo abbastanza per poterlo affermare con certezza, ma è forse solo in questo modo che il nostro cuore può trasformarsi in quel meraviglioso “organo percettivo” di quegli stati dell’esistenza personale che sfuggono alla consapevolezza della maggioranza delle persone. Forse solo così possiamo percepire un tenue barlume interiore di eterno, di infinito e di luminoso.
Esperienze dolorose e importanza dello scopo della vita
Riportiamo quindi un brevissimo video di una preziosa testimonianza, quella di un uomo che, avendo ricevuto un pesante fardello dalla vita, ha trovato la forza di saperlo trasformare in un grande dono. Un esempio di quel piccolo miracolo che possiamo compiere nelle nostre vite individuali dopo che l’esperienza del dolore ha bussato alla nostra porta.
Nick Vujicic – Qual è lo Scopo della tua Vita?
"Se non avessi attraversato ciò che hai attraversato, non saresti la persona che sei oggi."- Nick Vujicic
Gepostet von Nicolò Govoni am Freitag, 4. November 2016
Sono di fronte a voi, senza gambe e senza braccia, ma come un uomo molto forte per via delle cose negative della mia vita.
Lo sapete anche voi, se non aveste attraversato ciò che avete attraversato, non sareste chi siete oggi.
E non sto sminuendo il vostro dolore. Non preoccupatevi, ho visto il dolore in faccia nell’arco della mia vita. E non solo nella mia, ma anche in quella della gente.
E la gente dice, ‘Beh, lui non ha nè braccia nè gambe, cosa posso dire io?’.
E io rispondo, ‘Io non sono un orfano africano che sta morendo all’età di 4 anni’.
Voi avrete anche gambe e braccia, ma a meno che non sappiate tre cose:
1. Chi sei e qual’è il tuo valore
2. Qual’è lo scopo della tua vita
3. Qual’è il tuo destino
… se non sai la risposta ad almeno una di queste tre domande, allora sei più invalido di me.
Nick Vujicic