La tecnica dell’Esperienza Immaginativa si rivela di grande utilità quando vi è la necessità di esplorare con delicatezza i contenuti del nostro inconscio. Tutto ciò che da un punto di vista delle emozioni non si integra armonicamente con l’Io cosciente tende ad essere relegato in aree psichiche sempre meno accessibili, al fine di proteggerci dalle conseguenze di un indesiderato riemergere.
L’immaginario, grazie alla capacità della nostra mente di simbolizzare le dinamiche psichiche, consente un avvicinamento delicato a questi contenuti, permettendo di poterli affrontare con una modalità indiretta.
Sono rimasto piacevolmente colpito dalla descrizione del lavoro con il “sogno da svegli guidato“1 offerta dal dott.Piero Ferrucci. Nel suo lavoro di psicoterapeuta si avvale per lo più di tecniche appartenenti all’ampia sfera della Psicosintesi, ma questo tipo di metodica immaginativa ne è comunque parte integrante.
Nel suo nuovo testo dal titolo “Arte e scienza della Psicoterapia” si esprime con parole davvero efficaci e suggestive nella descrizione del metodo:
“L’immaginazione è un mezzo eccellente per esplorare l’inconscio. Chi la possiede può viaggiare nel tempo e nello spazio, andare su astri lontani, incontrare animali impossibili […] parlare con gnomi e vecchi saggi, fate, geni, mostri, banditi, guerrieri, eremiti, imperatori; può visitare paesaggi splendidi per abbondanza e ricchezza di vegetazione e di architettura, ma anche spaventevoli e squallidi; tutto può succedere, e tutto ciò che si incontra è una scoperta, poiché ogni immagine ci rivela un aspetto di noi stessi di cui non eravamo ancora consci”.
Ed è proprio grazie a questo potere di simbolizzazione che possiamo entrare in contatto con quel “materiale che era stato messo in disparte, un po’ come la roba che lasciamo in soffitta e dopo molti anni riscopriamo, e ci rendiamo conto di non averci pensato per molto tempo”.
E questo lavoro di rievocazione ci aiuta a riprendere contatto con dimensioni e dinamiche psichiche che potrebbero a prima vista apparirci estranee, ma la cui graduale reintegrazione nella coscienza è spesso fonte di un rinnovato interesse esistenziale.
Infatti, “il sogno guidato offre un facile accesso al mondo dei simboli. Un monte può essere un ammasso inerte di roccia o il tramite fra la terra e il cielo, l’umano e il divino; una coppa può essere un banale recipiente o un simbolo di accoglienza; il mare può essere solo il mare delle nostre vacanze oppure un abisso che cela le nostre emozioni più misteriose; un vecchio può essere solo il mio vicino di casa arzillo e chiacchierone oppure l’emblema della saggezza.
Ma come vengono simbolizzate le dinamiche interiori? “Nel corso del sogno guidato emergono immagini simboliche che descrivono spesso anche meglio dei sogni notturni il panorama interiore del soggetto. I prati possono essere aridi oppure l’erba tagliata o con animali insidiosi o tagliole che si nascondono nella vegetazione, o divisi in due da uno steccato […]. Nel mare uno può trovare mostri o tesori, relitti, statue sommerse, polipi avvinghiati, squali minacciosi, sirene. Nell’antro può incontrare una strega o un orco […]”.
Un’importante peculiarità del metodo riguarda anche la genuinità e l’unicità del materiale che può emergere. Dopo l’avvio dell’immaginario, la persona si immerge nello scenario e si abbandona al racconto di una storia di fantasia. E questa storia è unica, almeno nelle sfumature più personali, come unica è la natura interiore di ogni essere umano.
“Ho seguito i miei pazienti in migliaia di sogni guidati di abissi marini […]” afferma Ferrucci, “ma nessun abisso è mai stato uguale a un altro. La tecnica è ottima per permettere all’inconscio di raccontare e raffigurare in simboli l’esistenza del paziente”.
C’è forse un solo elemento su cui non è stata posta sufficiente enfasi. Questo tipo di terapia immaginativa si caratterizza innanzitutto per il “dinamismo” delle immagini. Lo scenario è infatti in movimento, ed è proprio la caratteristica del movimento che consente di poter intervenire per far evolvere lo scenario simbolico rappresentato.
A differenza di altre tecniche, come ad esempio l’Immaginazione Attiva di Jung, l’Esperienza Immaginativa viene svolta all’interno di un processo di “circolarità affettiva” in cui il soggetto non è lasciato solo a produrre il suo scenario, ma il terapeuta partecipa trascrivendo integralmente il materiale emerso e, soprattutto, introducendo quando necessario indicazioni precise per ricollocare opportunamente la persona all’interno dello spazio immaginativo.
Si tratta dunque di una tecnica che non ha semplicemente un valore esplorativo (o “diagnostico”) rispetto ai contenuti dell’inconscio. L’Esperienza Immaginativa si propone come una metodica completa, mediante la quale è possibile osservare in forma simbolica i contenuti dell’inconscio ma anche e soprattutto è possibile intervenire per far evolvere lo scenario e per permettere alla persona di agire in senso simbolico per affrontare fantasmi interiori, risolvere conflitti e/o acquisire maggiore consapevolezza sulle proprie possibilità.
NOTE
(1) – La tecnica dell’Esperienza Immaginativa rappresenta l’evoluzione del metodo del “Rêve Eveillé Dirigé”, originariamente introdotta da Robert Desoille. Ecco i principali testi di riferimento:
– G.Toller, A.Passerini, 2007, Psicoterapia con la procedura immaginativa – Armando Editore
– Passerini A. (a cura di), 2009, Immaginario: Cura e Creatività – L’Esperienza Imaginativa dal neurone alla psicoterapia, Alpes Italia
(2) – Ferrucci, P. (2022), Arte e scienza della psicoterapia – La conquista interiore della libertà, Casa Editrice Astrolabio