“Chiunque voglia essere un uomo deve essere un anticonformista”. E’ l’affermazione con cui si apre l’introduzione del testo “Fiducia in sé stessi” di Ralph Waldo Emerson. Egli è stato un filosofo, scrittore, poeta e saggista statunitense ed è considerato uno dei più influenti rappresentanti della cultura americana.
Viene proposto tra le “Pagine di Saggezza” di questo sito in quanto le sue osservazioni sembrano possedere quella forza e quella profondità intellettiva che una visione della Psicologia come quella che proponiamo senza dubbio necessita. Il suo linguaggio fermo, limpido, schietto, determinato e forte, anche in assenza di alcuna conoscenza della sua figura umana, lo descrive come una persona dotata di forte carisma e profondità. Si ha, forse non a torto, ma è difficile accertarlo oggi, quasi l’impressione di trovarsi di fronte ad una di quelle personalità che abbiamo descritto come “Tipo Volontà”.
Nelle sue parole è presente tutta quella forza mentale di cui l’uomo, in generale, avrebbe tanto bisogno oggi. Egli insiste molto sulle capacità del singolo di autodeterminarsi. Il suo obiettivo sembra proprio essere quello dello sviluppo della grandezza interiore e della nobiltà dell’animo, anche se non di rado le sue affermazioni sembrano essere egoiste o separative. Potremmo forse meglio comprenderle se vi riconosciamo qualche eco di quel processo, più specifico, che più tardi Jung definì “Individuazione”.
Per avere un assaggio del pensiero di Ralph Waldo Emerson, riportiamo di seguito alcuni interessanti spunti dal già menzionato testo “Fiducia in sé stessi”. Personalmente, ciò che più ritengo interessante di questo suo breve scritto, è il fatto di dedicare il medesimo interesse sia al potere dell’uomo di governare la sua vita e di determinare il suo destino, che al valore della necessità di una serena accettazione del proprio “posto” nel mondo.
Ecco dunque alcune delle sue frasi:
“L’occhio fu collocato proprio dove avrebbe potuto cogliere un particolare raggio.
Noi esprimiamo noi stessi soltanto a metà, e quasi ci crea disagio quell’idea divina che ciascuno di noi rappresenta“.
“[…] dobbiamo accogliere con la più alta convinzione il nostro trascendente destino; e non come ragazzini e invalidi nascosti in un angolo, come sforzo onnipotente che procedono sul caos e le tenebre”.
“Il mondo ti condannerà se sarai un non-conformista.
Quindi, un uomo deve sapere quanto gli costa non essere omologato agli altri”.
“Una sciocca coerenza è la mania degli intelletti mediocri.
Così adorata da ometti politici e filosofi e teologi.
Uno spirito superiore, non si cura della coerenza.
Tanto varrebbe che si occupasse della sua ombra sul muro.
Esprimete quello che pensate in questo momento con parole secche, e domani esprimerete quello che il domani vi susciterà, anche se sarà in antitesi con qualunque cosa abbiate detto oggi.
“Gli uomini credono di esprimere pregi e difetti solo attraverso azioni evidenti e non si accorgono che virtù o vizio emanano in ogni momento un loro proprio alito”.
“Permettete quindi che un uomo prenda consapevolezza del suo valore e tenga le redini di quanto gli accade.
Che non si aggiri di soppiatto né che vada a rifugiarsi come un orfanello di un malvivente, di un contrabbandiere”.
“L’uomo è insicuro e perde tempo a discolparsi; non è più stabile; non si azzarda a dire «io penso», «io sono», ma preferisce citare qualche santo o qualche filosofo. Un filo d’erba o un bocciolo di rosa d’erba lo fanno arrossire”.
“[…] quando vivi nel bene, quando hai la vita in te stesso, sei unico;
non potrai intravvedere le impronte di nessun altro;
non vedrai nessuna faccia d’uomo;
non sentirai il nome di nessuno:
tutto sarà originale, lontano da modelli ed esperienze.
Imboccherai la strada che si allontana dall’uomo, non quella che porta all’uomo.
Ogni persona così forgiata è ambasciatore di quest’ultima verità. La paura e la speranza sono entrambe al di sotto di essa.
C’è qualcosa di vile persino nella speranza.
Nel momento della consapevolezza non c’è spazio per gratitudine e felicità.
Lo spirito che s’innalza al di sopra della passione, contempla l’identità, e l’eterna fatalità e l’esistenza del Vero e Giusto, e si quieta nella certezza che tutto procede nel modo migliore.
Smisurate distese di natura, l’Oceano Atlantico, il Mare del Sud, le lunghe ere, niente conta più.
Queste percezioni sono alla base di ogni precedente stato di vita e di situazione, così come adesso sono alla base del mio qui e ora, di quello che si chiama vita e di quello che si chiama morte”.
“Restare per conto vostro non dev’essere però un fatto meccanico ma dev’essere un’elevazione.
A volte pare che il mondo intero si sia unito per infastidirvi con ampollose banalità.
L’amico, il cliente, il figlio, la malattia, il timore, il bisogno, la carità: di colpo tutti bussano all’uscio del tuo rifugio e dicono: «Vieni fuori da noi».
Ma tu sii fermo; non mischiarti al loro caos”.
“Si faccia avanti un coraggioso! Parli delle risorse umane, spieghi agli uomini che essi non sono salici costretti ad appoggiarsi, ma possono e devono far da soli; costui dica che esercitando la fiducia in se stessi nasceranno nuove abilità, che un uomo è la parola fatta carne, nato per trasmettere ovunque guarigione e salute. Costui ricordi agli uomini che la compassione è vergognosa, e che nel momento in cui ognuno inizierà ad agire da solo, abbandonando leggi, libri, credenze e usanze consuete, non avremo più pietà per loro ma riconoscenza e rispetto, perché tali maestri ridoneranno splendore alle loro vite che saranno ricordate nella storia universale”.
“[…] ci avviciniamo con aria sciocca a coloro che soffrono e piangiamo insieme a loro invece che trasmettere saggezza e forza, in modo che essi possano riconnettersi con la loro essenza”.
“Mantieniti nelle nobili e limpide regioni della tua vita, dai retta al tuo cuore e riprodurrai il Mondo Originario“.
Dal testo: “Fiducia in sé stessi” – di Ralph Waldo Emerson