Con l’acutezza di giudizio che lo caratterizzava, Roberto Assagioli definiva la volontà come la cenerentola della psicologia. Questa funzione è sempre stata infatti tendenzialmente snobbata dai più importanti autori di riferimento, in tutte le principali correnti psicologiche sviluppatesi nel corso del ‘900.
Il padre della Psicosintesi le riservava invece un posto del tutto speciale, riconoscendola come il fulcro centrale attorno a cui si possono organizzare tutte le altre funzioni. Nel suo testo “l’atto di volontà” ne aveva dato una definizione più ampia e per molti versi nuova rispetto al modo abituale di intendere questa funzione.
Vorrei qui ora proporre un esercizio tratto dal testo “La Nuova Volontà” di Piero Ferrucci, che ha avuto il privilegio di conoscere personalmente Assagioli e di esserne stato suo allievo.
L’esercizio qui proposto può sembrare estraneo all’ambito della volontà intesa come “sforzo” o “determinazione”. Esso stimola invece proprio l’abilità di saper immaginare e dare vita a nuovi scenari mentali della realtà che ci circonda. La volontà non è necessariamente o esclusivamente sinonimo di fatica, impegno o sacrificio. Per dare frutti importanti richiede chiarezza di visione e consapevolezza di sé e delle proprie qualità. Alleniamo dunque la nostra volontà ad avere chiara consapevolezza di ciò che è per noi la condizione ideale…
L’uomo esperimenta la sua individualità nei termini della sua volontà, e ciò significa che la sua esistenza personale è identica alla sua capacità di esprimere la sua volontà nel mondo
Otto Rank
Esercizio: Generare un Mondo
Ogni giorno noi generiamo e alimentiamo universi psichici. E ne lasciamo esaurire altri. Ma lo facciamo senza rendercene conto. Qui impariamo a farlo consapevolmente e a mettere questa operazione sotto il controllo della volontà. L’importante è capire quali aspetti di noi stessi (per quanto forti) vogliamo far scomparire o per lo meno esautorare, e quali altri (per quanto deboli) vogliamo invece rafforzare.
Svolgimento
Dopo aver chiuso gli occhi, immaginate di tornare alla vostra casa d’infanzia. Rivisitate ogni stanza, lasciate emergere i ricordi, sentite gli odori, toccate i vostri giocattoli di allora, gli oggetti e i tessuti; percepite l’atmosfera di quei luoghi. In pochi minuti ricreate un mondo.
Ora lasciate la vostra casa d’infanzia, e cambiate scenario. Siete in un altro luogo. E’ un luogo che vi da benessere. Per esempio, la natura, o la casa di un amico. Passate un po’ di tempo anche qui. Lasciate che le immagini siano vivide. Ricreate per quanto possibile le varie sensazioni visive, uditive, tattili, magari anche olfattive e gustative se ce ne sono.
Ora ritornate a voi stessi nel presente. In pochi minuti avete visto come è possibile accendere un mondo e spegnerne un altro.
Ora pensate ad alcuni aspetti di voi stessi di cui fareste volentieri a meno: ossessioni, paure, preoccupazioni, rimpianti, rimorsi, monologhi interiori amari o depressi. Scrivetene una lista. Queste sono realtà interne che danno forma alle vostre giornate. Non potete eliminarle da un momento all’altro, ma potete imparare come diminuirne l’importanza: anziché alimentarle, sottraete loro attenzione. Ogni volta che emergono, spostate la vostra attenzione su qualcos’altro di più interessante.
Ora pensate ad aspetti della vostra vita cui volete dare più forza: stati d’animo, attività, interessi, relazioni, princìpi. Scrivetene una lista.
Scegliete un elemento della vostra lista, poi pensate a tutto ciò che potete fare per mettere l’accento su questa realtà. Per esempio, immaginiamo che vogliate mettere l’accento sula vostra salute. Che cosa potete fare per la vostra salute? Imparare a respirare meglio. Mangiare cibi sani. Fare delle passeggiate nella natura. Frequentare una palestra. Seguire un corso di tai chi. Capire come la salute sia anche un fatto psichico. Leggere libri in proposito. Fare ricerche su internet. Incontrare altre persone con lo stesso interesse, eccetera. In questa maniera avete creato un mondo. Ora ci potete andare ad abitare.
1 commento su “Generare un mondo – Esercizio sulla Volontà”
Interesssante. Un viaggio dentro noi stessi realistico e affascinante. Temo però, possa creare problemi destrutturanti in persone psichicamente fragili. Perciò ritengo questi viaggi molto veri e profondi per taluni soggetti deboli – effettuarli solo in presenza di psicoterapeuti esperti.
Lo stesso Jung riteneva in taluni casi sconsigliabile, dare voce libera a personaggi archetipici mitologici.