Il Fato guida chi lo segue…

L'accettazione del proprio "destino" quale prova di saggezza e comprensione del senso della propria esistenza

Il Fato guida chi lo segue, e trascina chi recalcitra…

Seneca

Sono già diverse le riflessioni che abbiamo dedicato in questo sito al tema del destino. Credo si tratti però di un argomento talmente affascinante che vi è sempre qualche nuovo elemento che possiamo aggiungere per svilupparne la comprensione.

La citazione di Seneca qui riportata potrà sembrare ingenua ad un’osservazione distratta e superficiale. Come potremmo pensare che il nostro destino possa essere più clemente con noi semplicemente per il fatto che ci lasciamo guidare da esso?

Ma soprattutto, perchè dovremmo credere nell’esistenza di un destino? Siamo in un’era, oggi, in cui si insiste costantemente sulla necessità di essere gli artefici del proprio destino, senza ben comprendere il significato più genuino di questa affermazione.

Farsi guidare passivamente da un ipotetico “fato” appare come qualcosa per persone deboli, incapaci di autodeterminazione, volontà e creatività. Cosa potrebbe dunque significare l’affermazione di Seneca?

Personalmente credo che questa citazione potrebbe apparire molto più chiara se con il termine “seguire” intendiamo “accettare“. Accettare il proprio destino con dignità e consapevolezza implica una capacità di elevazione interiore davvero notevole. Non è cosa da tutti.

E’ il nobile gesto di chi, dopo aver lottato per essere fieramente un autentico creatore della propria esistenza, ha compreso che vi sono e vi saranno sempre cose sulle quali non avremo mai del tutto il controllo.

Ed è qui che potremo fare la differenza. E’ su questo aspetto che si deciderà se sapremo fare della nostra vita un’avventura capace di guidarci verso le sue più grandi profondità, oppure se preferiremo ostinarci a voler modificare ciò su cui non abbiamo il controllo.

Quando non comprendiamo le lezioni della vita, che curiosamente si palesano a noi sotto forma di “destino”, siamo destinati a ripetere gli stessi errori. Ed è in questo senso che il fato “ci trascina”.

Se sappiamo vedere attraverso gli eventi della vita una guida luminosa per procedere nel nostro cammino di individuazione, allora possiamo affermare che “il fato ci guida”. Se non abbiamo occhi capaci di leggere tra le righe delle pagine in cui è scritto il nostro destino, allora è probabile che non saremo in grado di valorizzare la vita quando non ci piaceranno i sentieri lungo i quali ci guiderà…

In sostanza, anche se non crediamo nel destino, molto probabilmente accettiamo più di buon grado l’idea del libero arbitrio. Ma che cosa può essere, in ultima analisi, il libero arbitrio se non l’accettazione consapevole, composta e creativa degli effetti del “destino” (o dell’azione del “caso”, se si preferisce) sulle nostre vite?

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