Il simbolo psicologico dell’avventura dell’Eroe

L'avventura dell'Eroe, quale metafora del viaggio simbolico verso la realizzazione del proprio percorso individuale
Il simbolo psicologico dell’avventura dell’Eroe
Il simbolo psicologico dell’avventura dell’Eroe
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Si parla spesso in ambito psicologico, soprattutto in chiave psicoanalitica, del mitologico viaggio o avventura dell’Eroe. Un tema simbolico come questo si presta infatti assai bene a rappresentare quel cammino, disseminato di ostacoli e difficoltà, che l’Eroe del mito o della fiaba intraprende al fine di raggiungere un determinato scopo.

Uno degli autori più noti tra coloro che hanno dato un contributo allo studio psicologico del mito è senza dubbio Joseph Campbell. In uno dei suoi testi più interessanti, “L’eroe dai mille volti”, Campbell propone una lettura del mito dell’eroe che include aspetti psicoanalitici, con particolare riferimento alla Psicologia Analitica di Jung.

L’autore fa innanzitutto notare che la “parabola convenzionale” dell’avventura dell’eroe riproduce in forma ingigantita la formula dei cosiddetti “riti di passaggio”: separazione – iniziazione – ritorno.

L’eroe, in altri termini, inizia la sua avventura abbandonando il proprio mondo personale, per avventurarsi in un “regno meraviglioso e soprannaturale” (separazione). In esso, incontrerà forze favolose contro cui dovrà misurarsi, riportando una decisiva vittoria (iniziazione). L’eroe farà poi “ritorno dalla sua misteriosa avventura dotato del potere di diffondere la felicità fra gli uomini” (ritorno).

A titolo di esempio, Campbell menziona la struttura di alcuni miti piuttosto noti:

  • Prometeo, che sale al cielo, ruba il fuoco agli dei, e ritorna sulla terra;
  • Giasone, che parte per la Colchide, addormenta il drago che difende il Vello d’Oro, e ritorna in patria con il vello, dove riesce a strappare il trono del padre all’usurpatore Pelia;
  • Enea, che discende nell’Averno, attraversa il fiume dei morti, getta un’offa al cane guardiano (Cerbero) e ha poi la possibilità di parlare con l’ombra del proprio padre. Fa poi ritorno ai suoi compiti che lo attendono nel mondo attraverso la porta d’avorio.

In linea con la definizione dell’inconscio collettivo di Jung, l’autore fa dunque notare che “l’avventura dell’eroe, sia essa descritta con le ampie, quasi oceaniche immagini orientali, o nelle vigorose narrazioni greche, o nelle solenni leggende bibliche, segue sempre la traccia dell’unità nucleare sopra descritta: separazione dal mondo, penetrazione fino a qualche forma di potere, e ritorno apportatore di vita…

…In tutti i casi, indipendentemente dalla sfera di interesse (religioso, politico o personale), le azioni veramente creative vengono presentate come derivanti da una sorte di morte al mondo, e quando accade durante il periodo della non-esistenza dell’eroe e fa sì ch’egli ritorni alla vita come rinato, reso grande e pieno di potere creativo, viene descritto in modo uniforme da tutti i popoli della terra”. E ciò a testimonianza dell’“unitarietà dello spirito umano nelle sue aspirazioni, nei suoi poteri, nelle sue vicissitudini, nella sua saggezza”.

Nel suo testo, davvero ricco di spunti di riflessione e di dettagli, l’autore suddivide i tre momenti dell’unità nucleare del mito in alcune sezioni, per meglio definire la complessità dei miti.

La fase di separazione o partenza, viene analizzata in cinque aspetti distinti:

  1. l’appello, o gli avvertimenti dati all’eroe perchè comprenda qual è la sua vocazione;
  2. il Rifiuto dell’appello, o la follia della fuga dal dio;
  3. l’aiuto soprannaturale, l’inatteso aiuto offerto a colui che ha iniziato l’avventura;
  4. il varco della prima soglia;
  5. il ventre della balena, o il passaggio nel regno della notte.

Lo stadio delle prove e delle vittorie dell’iniziazione sarebbe invece suddivisibile in sei sezioni:

  1. la strada delle prove, o l’aspetto pericoloso degli dei;
  2. l’incontro con la dea (Magna Mater), o la beata riconquista dell’infanzia;
  3. la donna quale tentatrice, la scoperta e l’agonia di Edipo;
  4. la riconciliazione con il padre;
  5. l’Apoteosi;
  6. l’ultimo dono.

Infine, anche il ritorno e il reinserimento nella società sarebbe divisibile in sei diversi stadi. Questo ritorno sarebbe indispensabile “per la continua circolazione dell’energia spirituale nel mondo e che, dal punto di vista della comunità, giustifica il lungo ritiro, per rappresentare per l’eroe la prova più difficile”.

  1. rifiuto a ritornare, o l’abbandono nel mondo;
  2. la fuga magica, o la fuga di Prometeo;
  3. l’aiuto dall’esterno;
  4. il varco della soglia del ritorno, o il ritorno nel mondo normale;
  5. Signore di due mondi;
  6. libero di vivere, la natura e la funzione del grande dono finale.

NOTE BIBLIOGRAFICHE
Campbell J., 2012, L’eroe dai mille volti, Landau Srl

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