Ben diverso da una condizione di rassegnazione, un maturo sentimento di accettazione rappresenta spesso il punto di arrivo di un processo grazie al quale è possibile trovare autenticamente pace rispetto a molti dei propri tormenti.
All’interno dell’Archivio Assagioli è possibile trovare molto materiale di studio e ricerca estremamente interessante, anche sull’argomento dell’accettazione, su cui verranno sviluppate le riflessioni contenute nel presente articolo.
“E’ bene rendersi conto”, afferma Roberto Assagioli in un articolo dedicato ad una meditazione sull’accettazione, “che l’accettazione è la condizione di base o il punto di partenza per l’utilizzo di molte altre tecniche psicosintetiche. Finché ci risentiamo, critichiamo, condanniamo, respingiamo o rifiutiamo qualcosa, sia in noi stessi che nelle circostanze esterne, non possiamo procedere a fare il lavoro necessario per cambiare la condizione stessa. La strada è bloccata!”
Nell’abbandono fidente ogni nostro tumulto si compone in pace
Roberto Assagioli
Accettazione o rassegnazione
L’accettazione, come egli stesso precisa, non è una forma di acquiescenza passiva. Non è nemmeno una triste sottomissione. E’ sostanzialmente il riconoscimento realistico della situazione. E questo riconoscimento oggettivo può essere effettuato solamente quando si è in grado di creare un clima di “impersonalità” emotiva.
Il sentimento di accettazione si caratterizza infatti da una sincera assenza di reazioni emotive, giudizi, frustrazioni o rimpianti. Non vi è spazio per alcuna forma di criticismo, senso di inferiorità o di colpa.
Ciò non significa naturalmente che non possa o non debba esservi una ferma reazione finalizzata al cambiamento della situazione, quando il buon senso lo suggerisca. Ma affrontarla da una condizione di accettazione può decisamente aiutare a decidere le azioni più opportune e mature.
L’accettazione costituisce di fatto un preciso atto di volontà. Senza di esso non può essere realizzato quel processo di trasformazione delle nostre emozioni che ci può guidare nel nostro percorso di crescita interiore.
Significato autentico di accettazione e opportunità
Quando la situazione può essere accolta senza “reazioni emotive o mentali di ribellione, autocommiserazione o evasione”, essa può condurci verso un sentimento autentico di accettazione che non possiamo minimamente comprendere o immaginare fino a quando non intraprendiamo questo percorso.
Assagioli afferma con chiarezza l’inevitabilità della sofferenza nella nostra vita, ma “ogni tentativo di sfuggire ad essa, di respingerla, di ribellarsi, non fanno che accrescerla. Invece la sua accettazione volonterosa, la comprensione della sua funzione utile e necessaria, l’attenua e può arrivare non solo a controbilanciarla ma anche a farne fonte di gioia”.
Il suggerimento è quindi quello di evitare di respingerla con forza, o di assumere un atteggiamento di risentimento verso gli altri, la vita, o il mondo intero. Dalla sofferenza, mediante una sincera accettazione, può emergere una preziosa lezione, o addirittura un dono.
Assagioli suggerisce di chiedersi quale potrebbe essere il suo messaggio, indagandone le cause e cercando di comprenderne il significato. Ma soprattutto possiamo interrogarci attivamente su quale potrebbe essere l’opportunità di costruire sopra di essa qualcosa di nuovo in noi e attorno a noi.
Il nostro atteggiamento di fronte ad essa può determinare se il vissuto che dobbiamo inevitabilmente sperimentare possa divenire magia creativa, oppure sostanzialmente una condanna all’infelicità e alla frustrazione.
L’accoglienza e il dono della libertà
Assagioli suggerisce infine che in determinati casi può essere preferibile il termine di accoglienza a quello di accettazione. Questo perchè il concetto di accettazione può ancora essere intriso di associazioni negative, e facilmente fraintendibile con un ben diverso atteggiamento fatalistico di rassegnazione passiva.
Un’autentica accoglienza implica inevitabilmente anche un sincero sentimento di perdono, qualora alla base delle nostre difficoltà vi fosse qualche attribuzione di colpa o responsabilità ad altre persone.
Un sentimento di onesta accettazione è un potente elemento di liberazione. Spesso, infatti, non sono le altre persone o le circostanze a donarci una piena libertà interiore. Essa è piuttosto frutto di un genuino percorso di accettazione, intrapreso come onesto e fermo atto di volontà.
Per quanto possa sembrare controintuitivo, anche decidere di essere liberi interiormente è spesso frutto di una decisione personale e delle conseguenti azioni che intraprendiamo per realizzarla.
Accettazione e maturità emozionale
Come potrà sembrare quindi chiaro, per promuovere in noi stessi un autentico sentimento di accettazione è richiesta una grande maturità emotiva. In assenza di essa, è estremamente facile cadere in una condizione di attribuzione di colpe, o di chiusura nel proprio risentimento. Questo è probabilmente l’aspetto più difficile da comprendere.
Per questo, raramente vi è una reale condizione di accettazione senza un percorso costruttivo di creazione delle condizioni favorevoli. E forse non a caso Assagioli paragonava la realizzazione di questa condizione come il lavoro creativo dell’artista, che trasforma il materiale grezzo in un’opera d’arte. “La parola trasformazione significa proprio questo; trasmutare l’argilla in una statua, trasformare una situazione disarmonica in una armoniosa“.