Il Simbolo dello Scorpione

Il Simbolo dello Scorpione, come potente elemento di trasformazione delle più primitive ed indifferenziate forze psichiche interiori
Il Simbolo dello Scorpione
Il Simbolo dello Scorpione
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Tra i più importanti elementi archetipici utilizzati in Psicologia, il simbolo dello Scorpione occupa senza dubbio una posizione di rilievo nell’immaginario collettivo, grazie soprattutto alla sua appartenenza alla famiglia dei segni zodiacali.

La conoscenza che le persone hanno di questo simbolo si limita purtroppo sovente alle tanto banali quanto inutili descrizioni datene nelle riviste disponibili presso i saloni di tutte le parrucchiere.

Si tratta però di un simbolo immaginativo archetipico ben più potente, e rappresentativo di processi inconsci trasformativi profondi, rispetto ai quali proveremo in questo articolo a fornire qualche spunto di riflessione.

Il duplice significato psicologico del Simbolo dello Scorpione

Il Dizionario dei Simboli Garzanti riporta l’associazione del Simbolo dello Scorpione, fin dai tempi più antichi e a causa del suo pungiglione velenoso, con la minaccia di morte. Sulla base del modo in cui è stato considerato in diverse culture e tradizioni conclude però che anche un simbolo “dotato di effetti tanto pericolosi implica … un’interpretazione ambivalente, che ne sottolinea la mutevolezza e il simbolico superamento della morte”.

Il Dizionario dei Simboli (Chevalier-Gheerbrandt) ne offre una descrizione molto più approfondita, ricordando innanzitutto come questo animale sia simbolicamente riconducibile al mondo dei valori oscuri “atti ad evocare i tormenti e i drammi della vita fino all’abisso dell’assurdo, del nulla, della morte”.

In un’ottica psicoanalitica, l’autore lo colloca nell’ambito del complesso sado-anale freudiano, dove, alla valenza psichica della dimensione anale si unisce quella della sessualità, stabilendo “una dialettica di distruzione e di creazione, di morte e di rinascita, di dannazione e di redenzione, essendo lo Scorpione canto d’amore sul campo di battaglia o grido di guerra sul campo dell’amore.

Quest’ultima immagine appare particolarmente suggestiva e poetica, ma non meno significativa nel definire un simbolo così potente sul piano psichico come quello dello Scorpione.

L’esperienza interiore ad esso associata, è definibile nei termini di un individuo che si trova “negli spasmi degli ostacoli ed è veramente sé stesso soltanto se scosso dalla trance selvaggia di un demone interiore che non vuole il benessere, ma l’essere di più, fino all’aspro sapore dell’angoscia di vivere, fra il richiamo di Dio e la tentazione del diavolo.

La descrizione data dal Dizionario conclude che la natura vulcanica del Simbolo dello Scorpione è descrivibile come un uccello le cui ali si dispiegano soltanto in mezzo alle tempeste, poiché il suo ambiente è quello dei temporali ed il suo luogo quello della tragedia”.

Lo Scorpione e la Trasformazione

Luigi Aurigemma, lo studioso che ha curato nientemeno che l’intera pubblicazione dell’opera di Carl G.Jung in Italia, ha curiosamente dedicato al Simbolo dello Scorpione un intero volume. Il suo punto di vista è dunque preziosissimo per una definizione di questo importante simbolo psichico alla luce dell’imponente cultura Junghiana di cui era in possesso.

Nel testo leggiamo che “La maestosità terrifica dello Scorpione è evidente in ogni versione del mito, che pone in essere l’esemplarità di tale animale, capace di fuoriuscire dalla terra e, attraverso un colpo velenoso, annientare chi si macchia di oltraggi.
Nell’immaginario onirico, lo scorpione rappresenta l’energia primordiale, una forma di libido formante e trasformante.
Se prendessimo in esame sogni in cui compare l’aracnide, noteremmo quanto la subitaneità e l’irriverenza mista a regalità con cui agisce, pongano in risalto il potere della dynamis libidica.
A questo punto risulta possibile leggere lo scorpione come quell’immagine che, associata all’autunno, meglio pone in risalto la permanenza in uno stato aperto di confronto con il mondo infero, condizione che in Alchimia possiamo definire della Terra Alba, in cui tutto quanto di regale è racchiuso nello Scorpione, null’altro rappresenta che la possibilità di un’apertura a successivi cicli di rinnovamento/cambiamento“.

E’ interessante il fatto che il Simbolo dello Scorpione viene associato alla libido, che, come è noto, per Jung rappresentava la totalità dell’energia psichica e non, come nel caso di Freud, esclusivamente l’ambito delle energie sessuali.

Lo Scorpione costituirebbe dunque un simbolo di trasformazione in senso molto più generale, capace di facile contatto con quel “mondo infero” a cui spesso faceva riferimento James Hillman ed elemento rappresentativo di quei processi di trasformazione interiori simbolicamente descrivibili mediante quel simbolismo alchemico tanto caro a Jung.

Lo Scorpione e la Rana. L’inevitabilità della propria natura

Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.”
La rana gli rispose “Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!”. “E per quale motivo dovrei farlo?” incalzò lo scorpione, “se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!”.
La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’ospite il perché del gesto. “Perché sono uno scorpione…” rispose lui “E’ la mia natura!”

Questa brevissima favola, di origine incerta ma spesso attribuita ad Esopo, è davvero significativa per descrivere uno degli aspetti più terrificanti attribuibili al Simbolo dello Scorpione. Esso viene spesso associato agli aspetti più nascosti e primitivi della natura umana.

In termini psicoanalitici lo si potrebbe descrivere come quel coacervo primordiale di pulsioni aggressive e sessuali relegate nell’inconscio personale (Es), o addirittura come quella “pulsione di morte” (Thanatos) che Freud attribuiva inequivocabilmente alla natura umana, in contrapposizione alla “pulsione di vita” (Eros).

La fiaba citata potrebbe essere interpretabile in un’infinità di modi. Ci basterà qui fare riferimento all’inevitabilità di determinate pulsioni umane. Esse non possono essere eliminate del tutto dalla nostra natura. Le energie, ce lo insegna anche la fisica, non si possono eliminare, si possono solo trasformare, e quelle psichiche non fanno eccezione.

La natura di questo tipo di pulsioni è primitiva. La loro espressione, come il comportamento dello scorpione della favola, non può essere evitata. Il simbolo dello Scorpione, come abbiamo visto, non è circoscrivibile esclusivamente a questo.

Esso è simbolo di trasformazione. Se da un lato rappresenta l’esperienza umana del tormento interiore e della torbidezza di determinate emozioni, la sua espressione migliore riguarda la capacità umana di trasformazione e sublimazione anche delle situazioni emotivamente più indegne.

Il Simbolo dello Scorpione nelle Fatiche di Ercole

Nelle pagine di questo sito mi pongo spesso l’obiettivo di fornire spunti di riflessione sugli aspetti più luminosi della natura umana. Negli argomenti riportati a proposito del Simbolo dello Scorpione forse questo aspetto non appare con sufficiente enfasi. Anche l’esperienza psichica dell’evoluzione dal buio del tormento interiore verso la luce della consapevolezza deve essere annoverata tra gli aspetti di questo potente simbolo archetipico.

Attraverso l’interpretazione dei sogni o la pratica dell’Esperienza Immaginativa è possibile rendersi conto che questo simbolo può apparire nelle situazioni in cui la psiche è impegnata in una battaglia personale contro le proprie stesse pulsioni più primitive, per poter dare ad esse una dimensione più integrata, socializzata, o addirittura trascendente.

Forse non è dunque un caso che in alcune interpretazioni psicologiche delle mitologiche Fatiche di Ercole, l’uccisione dell’Idra di Lerna venga considerata un’esperienza simbolica di tipo “scorpionico”. Ercole, l’eroe, che rappresenta l’individuo che ha intrapreso il viaggio che lo condurrà a realizzare la propria individuazione, deve combattere contro un mostro.

La prima tappa del processo di individuazione descritto da Jung è infatti il confronto con l’ombra, ed è un’esperienza di profonda trasformazione interiore, perchè niente ha più potere creativo delle energie della nostra Ombra una volta riconosciute, integrate, trasmutate e saggiamente utilizzate.

Lo scontro vedrà l’eroe trionfare proprio grazie al fatto di essere riuscito a stanare il mostro dal buio (inconscio indifferenziato) della grotta in cui era rintanato, e ad elevarlo alla luce della consapevolezza. E credo non vi sia altro esempio di bellezza superiore a questo per descrivere la potenza del Simbolo dello Scorpione nel rappresentare l’evoluzione delle forze psichiche più potenti che agiscono in noi quando pervengono a stati di sublimazione e integrazione così profondi.

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