Forse ai giorni nostri, nella moderna cultura occidentale, può apparire del tutto impensabile adottare stili di vita improntati sulle indicazioni di antichi insegnamenti come quelli buddhisti. Ma lo psicologo che abbia maturato la convinzione che una salute mentale davvero equilibrata non può prescindere dalla “cura” del Cuore e dell’Anima, non troverà per nulla strano attingere ad una fonte di saggezza secolare come quella che ancora oggi costituisce le fondamenta della filosofia e della psicologia buddhista.
Alcuni spunti di questa antica saggezza possono infatti senza dubbio alcuno essere applicati alla nostra quotidianità, pronti a sbocciare nella nostra coscienza come fiori di loto la cui radiosità può liberare il nostro Essere dal devastante impatto delle emozioni negative con cui quotidianamente abbiamo a che fare.
Definito da Daniel Goleman come un testo che “indica la via verso una piena fioritura della vita”, Il Cuore Saggio di Jack Kornfield è uno strumento in grado di offrire proprio questi spunti di profonda meditazione sul senso della vita e sul modo per affrontarla nella maniera più consapevole, equilibrata e saggia.
L’autore, profondo conoscitore della cultura e delle pratiche buddhiste, grazie alla sua parallela formazione nell’ambito della psicologia occidentale, riesce a trasmettere con parole estremamente comprensibili quella saggezza tanto carente quanto indispensabile nel nostro vivere moderno.
L’assunto di base di questo testo è che in noi esiste un’illimitata capacità di provare amore, gioia, felicità e comunione con la vita, e che questi sentimenti, opportunamente risvegliati, possono avere un’efficacia che va ben oltre l’intervento psicologico. Possono infatti apparire anche come effetto di una profonda trasformazione interiore, avente una natura spirituale oltre che psicologica.
Nell’intento dell’autore, Il Cuore Saggio è una guida verso lo sviluppo di una forma di saggezza che si manifesta come libertà, quella libertà che può nascere solo nel cuore di chi ha saputo trascendere la sofferenza, le limitazioni e i conflitti. Uno degli insegnamenti più grandi che la vita ci può offrire è infatti la possibilità di renderci conto di quanta saggezza e consapevolezza possiamo far nascere in noi semplicemente “accendendo una lanterna”, anziché trascorrere il tempo a “maledire l’oscurità”.
Uno dei concetti più belli su cui l’autore si focalizza è quello di “nobiltà” dell’animo, definita come umana eccellenza, ciò che è illustre, ammirevole, elevato e distinto nei valori, nel comportamento e nel portamento. Presente in abbondanza nell’uomo, questa caratteristica sembra paradossalmente molto difficile da far emergere, al punto che il noto analista Junghiano Robert Johnson (citato nel testo) così si esprime a questo proposito: “stranamente, la gente oppone resistenza agli aspetti più nobili della propria ombra più strenuamente di quanto non nasconda i propri lati oscuri. […] E’ più destabilizzante scoprire di avere una profonda nobiltà di carattere piuttosto che scoprire di essere un poco di buono”. L’invito è quindi quello a cercare di scoprire in se stessi e negli altri questa nobiltà, quale primo passo verso un’autentica “salute mentale”, concetto ben più elevato della mera “assenza di malattia” a cui tristemente spesso la si riconduce.
Non possono mancare nemmeno i concetti di gentilezza amorevole e di compassione, su cui anche il Dalai Lama spesso insiste. La compassione è descritta come il fremito del cuore di fronte al dolore, la capacità di vedere le nostre lotte con occhi gentili. La guarigione, secondo l’autore, avverrebbe prendendo coscienza del fatto che non abbiamo bisogno di rabbia, ma di compassione: essa ci aiuta ad essere dolci con le nostre difficoltà e a non lasciarle fuori, impauriti.
Ampio spazio è riservato anche ai concetti di presenza mentale e di consapevolezza, nonchè a quelli di illusione ed identificazione. La presenza mentale è definita come una forma di consapevolezza non giudicante e rispettosa. Per gran parte del tempo noi tendiamo invece a reagire, a giudicare se ciò che accade al momento ci piace oppure no. Valutiamo noi stessi e gli altri con un fiume di aspettative, commenti e critiche. Un’attenzione consapevole a ogni esperienza sarebbe invece liberatoria. La consapevolezza dà prospettiva, equilibrio e libertà.
Anche nei confronti dei pensieri è importante essere consapevoli: essi spesso sono unilaterali e non veritieri, ed è quindi importante non perdersi in essi. I nostri fiumi di pensieri, quando decadono nel ridicolo e nel ripetitivo, non fanno altro che costruire un senso limitato di noi stessi, con giudizi, autodifese, ambizioni inopportune e compensazioni.
Un altro cardine della psicologia buddhista è quello dell’attaccamento ai desideri, da cui è importante disidentificarsi per pervenire ad uno stato di abbondanza, generosità ed amore per la bellezza. Il nostro stato naturale sarebbe infatti caratterizzato da interezza e soddisfazione che va ben oltre il mero “desiderio”.
Piuttosto interessante è anche la trattazione dell’inconscio. La psicologia buddhista, così come esposta da Jack Kornfield, si riferisce ad esso con il concetto di “coscienza deposito” o “coscienza substrato”, riconoscendone una dimensione individuale ed una universale. La prima riguarderebbe gli “schemi” del proprio passato, mentre quella universale si riferisce ad un serbatoio condiviso di ricordi, immagini, e desideri collettivi. Per chi abbia familiarità con i concetti di “inconscio personale” e “inconscio collettivo”, riconducibili rispettivamente a Sigmund Freud e Carl G. Jung, noterà una sorprendente analogia. Quando la coscienza deposito si apre, sarebbe possibile fare esperienza spontanea dei cosiddetti “molteplici livelli dell’esistenza”, che spaziano dalle sfere animali fino a quelle celesti.
E in questo possiamo riconoscere anche aspetti della psicologia buddista che si riflettono nella più moderna psicologi transpersonale, soprattutto nel modello dell’inconscio definito da Roberto Assagioli. Rivolgere la propria consapevolezza all’inconscio, in ogni caso, porterebbe comprensione e libertà. Ed è proprio la liberazione dalle tendenze inconsce uno dei fondamenti della nostra liberazione: il riconoscere che esse non sono la nostra vera identità.
Molti altri sono naturalmente gli argomenti contenuti nel testo, tra cui la ricerca della saggezza come via verso la gioia, la sofferenza, le sue cause e i metodi per giungere alla liberazione da essa, le illimitate possibilità del Cuore risvegliato, la psicologia della virtù e l’equilibrio della vita quotidiana.
In sintesi, quest’opera ci offre la preziosa visione di un modello di psicologia, quella buddhista, evolutosi nel corso di numerosi secoli e reso oggi disponibile per essere integrato con le moderne conoscenze della psicologia scientifica. Non a caso, Daniel Siegel (uno dei più noti esperti di mindfulness sul panorama internazionale), così si esprime nel descrivere “Il Cuore Saggio”: “Questo capolavoro, frutto degli studi di tutta una vita, rivela i principi di un’antica ‘scienza della mente’ che ha delle affinità sorprendenti con le scoperte delle moderne neuroscienze”. E questa integrazione tra la rigorosità della ricerca scientifica e la profondità della saggezza orientale è forse uno dei traguardi più nobili che lo studioso di psicologia possa oggi impegnarsi a raggiungere. Essa è la vera base di quella nuova Psicologia dell’Anima (o Psicologia Transpersonale) tanto necessaria nell’attuale panorama di generale insoddisfazione.
Principi della psicologia buddhista citati nel testo “Il Cuore Saggio”
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“In noi c’è un’illimitata capacità di provare amore, gioia, comunione con la vita e felicità.
«Il Cuore saggio» è una guida accessibile e al tempo stesso illuminante alla psicologia buddhista che spiega come risvegliare tale capacità.
Jack Kornfield ha sperimentato di persona il potere di trasformazione degli insegnamenti buddhisti sulla vita di chi li pratica.
Nel percorso che propone ci offre un metodo per poter affrontare le nostre difficoltà, senza chiuderle fuori dalla nostra vita, ma lasciando aperta la porta del cuore.
Partendo dai concetti di «salute mentale» e di «coscienza», l’autore esamina la guarigione e il risveglio tramite le pratiche di consapevolezza, illustra come si trasformano le emozioni non salutari, e spiega quali sono gli strumenti psicologici buddhisti, dal potere della concentrazione e della visualizzazione agli esercizi cognitivi e alle pratiche collettive.
Kornfield suggerisce anche esercizi specifici con cui cambiare la nostra prospettiva e il nostro modo di stare al mondo.
Con uno stile brillante e incisivo, concetti e pratiche vengono illustrati da esperienze realmente accadute che ci aiutano a capire come affrontare con saggezza, ricorrendo al nostro stesso coraggio e alla nostra serenità interiore, i conflitti, lo stress, la sofferenza e le diverse situazioni che la vita ci impone.
La pratica buddhista ci dà accesso a quella libertà interiore che ci consente di prendere fiducia con la nostra personale, profonda capacità di gentilezza e di saggezza.
Il modo migliore, il più saggio, per affrontare la vita, in qualunque posto e in qualunque situazione, è quello di «calmare la mente e aprire il cuore»: un consiglio semplice che costituisce l’essenza di un dono di trasformazione valido per tutti, offerto da uno dei più eminenti maestri spirituali del nostro tempo”.
(Dalla seconda di copertina)