Una delle domande che più frequentemente mi sento rivolgere, sia di fronte ad eventi positivi che in concomitanza di eventi avversi, riguarda la collocazione temporale dell’esperienza: “perchè solo adesso?”. Oppure “perchè proprio adesso?”. E in questi casi spesso trovo estremamente utile ricordare alle persone che il senso cronologico e sequenziale dello scorrere del tempo non è in realtà l’unico modo di collocare temporalmente una determinata esperienza.
Dalla cultura greca abbiamo ereditato per lo più il concetto di “Chronos”, il tempo cronologico, di cui tutti abbiamo chiaro il significato. Vi sono però altri tre modi mediante i quali l’antica saggezza greca concepiva il tempo: “Kairos”, “Aion” e “Eniautos”. Vediamone alcuni tratti essenziali, per poterne cogliere la bellezza e il profondo significato psicologico valido anche (o addirittura soprattutto) ai giorni nostri.
Cronos
Rappresenta il modo in cui ordinariamente facciamo esperienza delle cose, secondo un nesso di causalità lineare che procede dal passato verso il futuro, passando per il presente. In questa prospettiva, il tempo è semplicemente l’elemento il cui scorrere lineare conduce alla manifestazione di fenomeni che sono effetto di cause passate.
Se da un lato ciò rappresenta inesorabilmente il modo meccanicistico (e senza dubbio realistico) in cui percepiamo la realtà, una considerazione del fenomeno del tempo unicamente da questo punto di vista ci priva di alcuni elementi che potrebbero essere d’aiuto nel tentativo di dare un senso alle cose, o di accettarne gli effetti con maggiore serenità.
Soddisfa il nostro bisogno di linearità e di continuità della nostra esperienza esistenziale. Allo stesso tempo ci mette però a confronto con l’inesorabilità del procedere della vita e della nostra finitudine, invitandoci a riflettere sul rischio di ridurre la vita ad una mera sequenza di accadimenti.
Kairos
Un concetto senza dubbio affascinante per definire una delle prospettive lungo cui è possibile concepire il tempo è quello di Kairos, il particolare momento nel tempo in cui le cose possono giungere a maturazione e conseguente manifestazione.
Kairos è un modo di pensare al tempo che ci offre qualche elemento in più per rispondere a domande come quelle che ci siamo posti all’inizio. Perchè le cose accadono ora? Perchè ho dovuto attendere così tanto? Per i greci semplicemente esisteva un concetto definibile come “momento opportuno”.
Da un punto di vista psicologico, questo aspetto ci invita a mantenere uno spirito di fiducia e apertura verso la vita, e a non avere rimpianti verso il passato. Istante dopo istante, ciò che accade è il frutto di ciò che è pronto a manifestarsi nella vita, e nulla accade se non quando il momento è opportuno. Riflettere su questo aspetto, generalmente offre sollievo a molte persone che hanno rimpianti sul passato.
Eniautos
Se Cronos è il tempo lineare, Eniautos è il tempo ciclico, la rotazione del tempo che ritorna sempre ad un punto di partenza. Potrà sembrare assurdo, ma chi non ha mai avuto la sensazione di ritrovarsi al medesimo punto di partenza rispetto a situazioni ormai superate, lontane nel tempo, e che paiono ripresentarsi? A ben vedere, però, come cerco sempre di far notare alle persone, più che ciclicamente il tempo sembra procedere seguendo una sorta di spirale ascendente.
Se è vero che ci si ritrova talvolta a riiniziare un ciclo che sembrava chiuso, è altrettanto vero che disponiamo di risorse sempre più solide ed efficaci nel ritornare ad affrontare situazioni o periodi della vita che paiono ripresentarsi. Per cui, non dovremmo focalizzarci solamente sulla situazione che si ripresenta, ma sulle risorse che nel frattempo abbiamo acquisito, preparandoci ad utilizzarle proficuamente e per crescere ulteriormente.
Aion
Tutte queste modalità di concepire il tempo risultano senza dubbio affascinanti. Ma il concetto che a me personalmente offre un maggior dono di bellezza è quello di cui parliamo ora. Aion è descritto come il tempo eterno, senza principio né fine, come una sorta di eterno presente.
Potremmo dire che persino alcuni ambiti della moderna fisica teorica sostengono che la percezione che noi abbiamo di uno scorrere lineare del tempo non si accorda alla realtà1. Ma non è questo l’aspetto più importante di cui possiamo avvalerci in psicologia.
Il celebre psichiatra svizzero Carl G. Jung affermava che “…vi sono tante cose che riempiono la mia vita: le piante, gli animali, le nuvole, il giorno e la notte, e l’eterno nell’uomo“. E quale emozione suscita in noi il leopardiano “E mi sovvien l’eterno”?
Forse non è difficile renderci conto che vi è in noi la possibilità, ascoltandoci profondamente, di renderci conto che anche solo acquisire consapevolezza sul modo in cui osserviamo la nostra vita e di come ne percepiamo lo scorrere del tempo può contribuire a riempire di significato molte situazioni altrimenti anonime.
Aion può essere un meraviglioso invito alla profondità e alla ricerca di senso nella nostra vita, che trascende la meccanicità dell’esperienza che ordinariamente viviamo nel quotidiano, per immergerci nella pienezza del qui e ora.
NOTE:
1 – Si veda ad esempio quanto affermato da Carlo Rovelli, nel suo testo “l’ordine del tempo“.