In un breve articolo dal titolo “Solitude to Feed the Spirit”, la dottoressa Azadeh Aalai conferma l’importanza di saper trascorrere qualche sano momento di solitudine nella nostra vita. Il tema della solitudine è già stato affrontato altre volte in questo sito. Articoli come quello che riportiamo in questo scritto sono utili a riflettere su una tematica che di norma intimorisce le persone.
Dobbiamo a questo proposito precisare che il termine “solitudine” è qui inteso come traduzione dall’inglese solitude. Questo termine indica la condizione di chi è fisicamente solo, ma non necessariamente triste, isolato e infelice come tende invece ad esprimere il termine loneliness. La solitudine di cui si parla in questo sito riguarda quella condizione interiorizzante e di grande arricchimento che è spesso indispensabile a chi desidera volgere il proprio sguardo verso il lato più sottile della vita. In altri termini, si può stare soli senza sentirsi soli, traendo dalla condizione di solitudine solamente ciò che nobilita l’animo.
Proponiamo quindi di seguito un’ampia sintesi dell’articolo.
Frenesia della vita e spazi di solitudine
Siamo persone sempre di corsa. Nella crescente tendenza a ritmi di vita sempre più frenetici, sentiamo la costante pressione ad essere sempre più veloci e multitasking. Abbiamo l’impressione che ogni istante della nostra vita dovrebbe essere dedicato alla produttività. Ma qual’è l’impatto di questa vita frenetica su di noi? Non ci chiediamo mai se stiamo sprecando l’opportunità di dedicare qualche momento di solitudine a noi stessi?
Pensiamo a quando trascorriamo qualche istante da soli. Nel corso della giornata, noi tutti disponiamo di qualche momento in cui siamo semplicemente con noi stessi. Ma stare da soli non significa necessariamente vivere una condizione di isolamento o abbandono. Nella moderna era digitale, persino i momenti trascorsi solitariamente non sono di autentica solitudine. La costante connessione al resto del mondo grazie al progresso della tecnologia è spesso un ostacolo alla possibilità di immergersi nella possibilità di stare autenticamente con se stessi.
Gli effetti dell’uso massiccio dei social media e della conseguente impossibilità a poter davvero godere di qualche istante di solitudine, sono stati evidenziati da alcuni studi in ambito sociologico. Sherry Turkle, ricercatrice del MIT, in una recente pubblicazione dal titolo “La Conversazione Necessaria“, ha ad esempio individuato la perdita di momenti di solitudine come una delle principali insidie di una cultura sempre più dipendente dalla tecnologia. L’autrice indica la solitudine come una componente indispensabile per lo sviluppo della personalità. Essa consente all’individuo di sentirsi a proprio agio con se stesso, di coltivare la creatività e la capacità di riflettere. Trascorrere momenti di solitudine sarebbe in sostanza una condizione indispensabile per potersi predisporre nel modo migliore a connettersi poi agli altri.
In altri termini, abbiamo bisogno di imparare a connetterci correttamente con noi stessi se desideriamo poi estendere questa abilità alle connessioni con le altre persone e con l’ambiente attorno a noi. Questo processo, fondamentale per lo sviluppo umano, è spesso minacciato dal seducente e costante utilizzo dei nostri dispositivi digitali, che confinano in spazi sempre più ridotti il tempo che ci è possibile trascorrere autenticamente con noi stessi. Perdere l’abilità di stare con se stessi impedisce al nostro super stimolato sistema nervoso di trovare qualche attimo di pace e rigenerazione.
Solitudine e opportunità di arricchimento interiore
Secondo l’autrice dell’articolo, un grande beneficio al ripristino della capacità di godere della propria solitudine potrebbe arrivare da pratiche come la meditazione o la mindfulness. Focalizzarsi sul momento presente e su una maggior connessione corpo-mente, aiuterebbe anche ad avere una maggior consapevolezza dell’ambiente circostante. In simili condizioni, la solitudine perde la sua connotazione negativa e diviene invece l’opportunità per un importante arricchimento interiore.
Oggi molte persone trascorrono del tempo da sole. Una parte significativa di esse teme però la condizione di solitudine al punto da dover avere sempre la “compagnia” della TV o di altri mezzi di comunicazione mediatica. Purtroppo sono però solo gli autentici momenti di silenzio e calma ad avere il potere di metterci in connessione profonda con noi stessi. Riuscire a stare genuinamente da soli con se stessi, contribuisce a creare solide condizioni di benessere psicologico nella propria vita quotidiana.
Arricchire la quotidianità con momenti di solitudine
Quindi, forse potremmo iniziare a beneficiare di questa possibilità già dalla prossima volta in cui banalmente ci troviamo soli in un ascensore, a camminare per strada, imbottigliati nel traffico o a casa da soli. Concedere alla nostra coscienza il tempo e l’attenzione che dedichiamo alle altre persone potrebbe dunque arricchire notevolmente la nostra conoscenza di noi stessi. (Quest’ultima non deve infatti essere data per scontata, ed è generalmente molto più povera di quanto generalmente si tenda a credere).
Non dimentichiamo che anche la pratica più semplice può avere effetti estremamente interessanti. Possiamo iniziare già dalla prossima volta in cui abbiamo anche solo qualche minuto per poter stare soli: mettiamoci in connessione con noi stessi, ed osserviamo con curiosità che cosa accade.
Dal sito: www.psychologytoday.com