Il titolo sembra proprio una delle tante possibili “frasi del giorno” che si possono aggiungere alla propria collezione di citazioni. Non saprei nemmeno ricordarne la fonte. Eppure queste semplici parole contengono una profonda verità. Come ogni psicologo, dedico molto lavoro alla consapevolezza sulle proprie risorse, nell’individuo. Qui si parla però di “risorse esteriori”, di mezzi a disposizione, e del loro rapporto con un ambito psicologico di mio particolare interesse: l’immaginazione.
Vorrei innanzitutto chiarire che il concetto di immaginazione a cui ci si riferisce in questo articolo non ha nulla a che fare con la fantasticheria. Non si tratta di quel vano fantasticare gratificante a cui in alcuni momenti ci abbandoniamo volentieri.
L’immaginazione, nell’accezione in cui è intesa nella frase citata, è sinonimo di pensiero lucido e creativo. E’ quella meravigliosa capacità a cui raramente facciamo ricorso. Quella capacità che ci consente di rivedere creativamente le situazioni al fine di individuare opportunità non date a priori.
Avere abbondanti risorse a propria disposizione senza dubbio semplifica la vita. Ma è necessario prestare attenzione a non permettere alla nostra mente di adagiarsi sulle soluzioni preconfezionate che la moderna abbondanza di risorse oggi consente.
Nella frase che fa da titolo a questo articolo, non posso non vedere anche le parole di Reinhold Messner, quando afferma che è proprio grazie al fatto che noi, esseri umani, possiamo fare esperienza proprio grazie al fatto che siamo limitati. Se non avessimo limiti, non avremmo modo di misurarci con noi stessi e di utilizzare ingegno e creatività per poterli superare.
Detto in altri termini, si potrebbe anche affermare che l’assenza o la carenza di risorse esteriori è quell’elemento che stimola la volontà di confrontarsi con le proprie risorse interiori. Oppure ancora, forse un po’ poeticamente, potremmo anche affermare che la bellezza della mente e del cuore umano tendono ad emergere proprio grazie al desiderio di superare i limiti imposti dall’assenza di determinate risorse.
Purtroppo, oggi sembriamo sempre più orientati a pensare che le nostre possibilità, la nostra realizzazione e persino la nostra felicità possano dipendere esclusivamente dalla disponibilità di risorse esterne. La carenza di queste risorse appare sempre più come la ragione alla base di una sfiducia generalizzata verso la vita e della nostra resistenza al cambiamento. E questo, tanto a livello individuale, quanto collettivo.
Quando siamo in grado di porci in modalità creativa e riflessiva anche nei confronti della scarsità di risorse disponibili, il mondo attorno a noi inevitabilmente si modifica. Paradossalmente, ciò sembra valere anche quando le risorse di cui disponiamo appaiono abbondare, perchè con esse, aumenta anche il livello di complessità dei problemi che ci troviamo a dover gestire.
Sembra che persino Einstein sostenesse che l’immaginazione possiede un valore superiore a quello della conoscenza. E credo si possa affermare senza alcun dubbio che l’immaginazione a cui il grande scienziato faceva riferimento riguardasse la capacità della mente umana di individuare soluzioni geniali, e non certamente il mero sognare ad occhi aperti.
L’immaginazione, correttamente intesa ed esercitata, è a tutti gli effetti un esercizio di intuizione. Attraverso un ben definito sforzo immaginativo (come i ben noti esperimenti mentali di Eintein) ci si pone nella condizione di poter analizzare un fenomeno con modalità del tutto nuove.
Sembra che Einstein affermasse anche che è proprio nelle difficoltà che si nascondono le opportunità. Detto in altri termini, quando le risorse scarseggiano, quando non abbiamo mezzi per affrontare una data realtà, ci rimane sempre la possibilità di utilizzare l’immaginazione per elaborare soluzioni creative ai nostri problemi, traendone insegnamento e successo.
In conclusione, quindi, quando siamo tentati dal pensare che se solo avessimo risorse migliori e più abbondanti la nostra vita sarebbe migliore, dovremmo renderci conto che avremmo probabilmente anche meno interesse a sviluppare intuizione, immaginazione e persino resilienza.
Con questo non intendo assolutamente affermare che l’assenza di risorse sia la condizione ideale secondo la quale organizzare la nostra vita. Intendo semplicemente proporre una riflessione sul fatto che è importante mantenere desta la nostra immaginazione, impedendo ad essa di spegnersi quando le comodità di cui disponiamo non ne stimolano l’impiego.