I limiti del pensiero positivo ad ogni costo

La filosofia del pensiero positivo mostra i suoi limiti quando l'insistenza sulla positività produce l'impoverimento delle nostre risposte emozionali
I limiti del pensiero positivo ad ogni costo
I limiti del pensiero positivo ad ogni costo
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Siamo mai stati sorpresi, o persino infastiditi, da qualche atteggiamento forzatamente ottimista o “positivo” adottato dalle persone attorno a noi? Siamo mai stati accusati di “non pensare abbastanza positivo“? Ci hanno mai rimproverato di non avere una visione abbastanza rosea della realtà, dato che “l’ottimismo risolve tutti i problemi della vita“? Il pensiero positivo ha senza dubbio qualche aspetto vantaggioso. Ma quando invece mostra i suoi limiti? Quando rischia di offuscare la nostra percezione della realtà?

Forse le parole di Susan David, ricercatrice presso la Harvard Medical School, potrebbero offrirci un interesante spunto di riflessione su questi aspetti. In un suo recente intervento, reperibile integralmente sulla nota piattaforma TED, mette in luce i limiti di quel moderno atteggiamento tendente al pensiero positivo ad ogni costo.

E’ importante precisare fin da subito che, nell’intenzione della relatrice, non è l’importanza della ricerca della felicità o del mantenimento di una grande fiducia nella vita ad essere messa in discussione. Ciò che preoccupa, oggi, in questo ambito, è una sorta di tendenza all’evitamento di tutto ciò che, in maniera ingenuamente convenzionale, viene definito “negativo”.

Ecco un estratto del suo discorso, in cui esprime la perplessità verso l’attuale e diffusa tendenza a negare quelle difficili e delicate emozioni che non possono non far parte della nostra vita.

Essere positivi è diventata una nuova forma di correttezza morale.
In uno studio recentemente condotto, è stato riscontrato che un terzo delle persone biasimano loro stesse per avere emozioni negative, come tristezza, rabbia e persino dolore.
Oppure tentano deliberatamente di metterle da parte.
Questo non lo facciamo solo con noi stessi, ma anche con le persone che amiamo, come i nostri bambini.
Inavvertitamente potremmo infatti allontanarli da questo tipo di emozioni, trovando per loro una soluzione che ostacola l’apprendimento dell’intrinseca preziosità di questi sentimenti.
Oggi, le emozioni più normali e naturali sono classificare come buone o cattive.
Ma se queste emozioni sono messe da parte, assumendo forzatamente un atteggiamento di positività, perdiamo la capacità di sviluppare l’abilità di interagire col mondo per come esso realmente è.
E non per come vorremmo che fosse.
Centinaia di persone mi confidano che cosa non vogliono provare.
Affermano ad esempio: “non voglio tentare, perchè odio provare delusioni”.
Oppure: “vorrei tanto che questa emozioni se ne andasse via”.
“Capisco”, rispondo io, “ma ti stai ponendo gli stessi obiettivi di una persona morta”.
Solo le persone morte non si sentono mai rifiutate, o a disagio per le loro emozioni.
Solo le persone morte non soffrono lo stress, non si ritrovano con il cuore spezzato, non sperimentano la delusione del fallimento.
Le emozioni difficili appartengono al nostro contatto con la vita.
Non possiamo fare una brillante carriera, o formare una bella famiglia, o rendere il mondo un posto migliore, senza qualche momento di stress o disagio.
Il disagio è il prezzo da pagare per l’accesso ad una vita ricca di significato.

Pensiero positivo e ricchezza interiore

Soffermiamoci un istante su quest’ultima frase della dottoressa David: “Il disagio è il prezzo da pagare per l’accesso ad una vita ricca di significato“. La sua intenzione è probabilmente quella di insistere sul fatto che la nostra vita non può considerarsi completa, ricca di valore e degna di essere vissuta fino in fondo, se non siamo disposti ad assumerci il rischio di avere a che fare anche con emozioni difficili.

Lo ribadiamo spesso nelle pagine di questo sito: paradossalmente, almeno per le persone che hanno saputo estrarre saggezza dalla propria esperienza di vita, il Sé acquista molta più luminosità e consapevolezza nell’avere a che fare con emozioni impegnative che con le situazioni di ordinaria serenità. Abbiamo non solo il diritto, ma probabilmente anche il dovere di ambire a condizioni di vita più che dignitose e ad uno stato di serena felicità, per noi stessi e per le persone di cui siamo responsabili. Questo però non significa che dobbiamo negare i nostri stati d’animo più autentici, quando fanno la loro comparsa nella nostra vita, nemmeno nel momento in cui le cose si fanno difficili e ci sentiamo sopraffatti dalle emozioni.

Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre

I sentimenti di tristezza non sono emozioni negative, nemmeno se diventano depressione. Se perdiamo una persona cara, se termina una relazione importante, se ci accade qualcosa di grave, dovremmo prima di tutto riconoscere le nostre emozioni del momento. Abbiamo tutto il diritto di poter sentire e accogliere liberamente i nostri stati d’animo, perchè in questo modo sarà più facile rielaborarli e lasciare che, nel tempo, possano renderci più consapevoli della magia della vita.

Paradossalmente, le emozioni che sono davvero negative e che arrecano un enorme danno alla nostra personalità, sembrano non preoccuparci allo stesso modo. Reagiamo liberamente con invidia verso il successo di un estraneo, ma fatichiamo enormemente a riconoscere la nostra tristezza quando nel nostro cuore cala il gelo. La rabbia, l’invidia, la gelosia e le tante altre emozioni distruttive con cui ogni tanto abbiamo a che fare, sono reazioni che potremmo e dovremmo evitare. Possiamo scegliere reazioni migliori e più opportune, per noi stessi e per le persone del nostro ambiente. Ma non dovremmo però allontanare troppo frettolosamente quelle emozioni, anche dolorose, che nascono dalla sensibilità del nostro cuore.


Video completo con traduzione in italiano:

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