Quello della Crescita Personale è un ambito piuttosto diffuso oggi. Appassiona una grande quantità di persone. Viviamo infatti in un contesto sociale e professionale che necessita di un continuo adattamento a realtà sempre più complesse, e ad acquisire competenze relazionali sempre più raffinate.
In linea con i contenuti di questo sito, non ci occuperemo però in questa sezione di offrire consigli sulle modalità tecniche per acquisire competenze nell’ambito della Crescita Personale.
Cercheremo invece di offrire suggerimenti, anche pratici, rivolti a tutte le persone che desiderano intraprendere percorsi di crescita che soddisfino anche i proprio innati desideri di completezza personale, di ricerca di senso, di ricchezza esistenziale multidimensionale e persino di un equilibrio fisico, emozionale e psicospirituale, in linea con le conoscenze più profonde offerte della Psicologia del Benessere Personale e Transpersonale.
Le domande accolte in questa sezione avranno dunque a che fare con la pienezza di vita che una Crescita Personale autentica deve necessariamente garantire. Senza un robusto equilibrio mente-cuore, qualsiasi percorso di sviluppo personale può offrire una crescita solamente parziale o sbilanciata.
Vediamo dunque di seguito i quesiti proposti dai lettori sull’argomento della Crescita Personale.
2 commenti su “Crescita Personale, in armonia e consapevolezza”
Crescita professionale e meditazione
Sono sempre più frequenti oggi i contesti in cui si offrono percorsi di sviluppo di tipo soprattutto professionale in cui si introducono tecniche meditative. Queste ultime, tradizionalmente parlando, sono sempre state per lo più utilizzate in contesti di tipo spirituale e appartenente a culture orientali.
È davvero possibile, oggi, introdurre la meditazione in contesti professionali, traendone beneficio per la propria crescita personale e lo sviluppo di indispensabili qualità quali la volontà, la capacità di concentrazione e le “soft skills” relazionali?
Effettivamente, in molti contesti aziendali e più in generale professionali, si tende oggi a proporre percorsi di Crescita Personale che includono tecniche meditative o strumenti normalmente utilizzati in contesti “spirituali”.
È senza dubbio curioso notare come si è evoluto il mercato della formazione. Approcci come quello della Mindfulness o più semplicemente idee di realizzazione professionale includenti qualche forma di “benessere interiore” o addirittura “spirituale” sarebbero state impensabili fino a qualche decennio fa.
Tutto ciò che appartiene all’area dello sviluppo della consapevolezza interiore e ciò che riguarda invece la capacità di affermazione nel mondo del lavoro sono sempre stati considerato come due mondi separati e non comunicanti. Senza dubbio un’evoluzione di questo tipo suggerisce che un bisogno di profondità interiore ed esistenziale si sta sempre di più affermando come esigenza fondamentale della vita, assieme all’umana necessità di affermazione professionale e di posizione sociale.
Per rispondere alla domanda se è davvero possibile trarre beneficio da tecniche di tipo meditativo nel proprio contesto professionale, la risposta che mi sentirei di dare è senza dubbio affermativa. La meditazione, in molte delle sue forme, qualora condotta con costanza, consapevolezza e profondità, garantisce senza dubbio lo sviluppo di molte delle nostre qualità latenti.
Esistono però meditazioni che hanno un fondamento di tipo squisitamente emozionale. Il loro scopo è prevalentemente quello di offrire al meditante lo sviluppo delle qualità del cuore. In generale ci si propone lo scopo di migliorare il proprio modo di sentire il contatto con la natura, il divino, oppure le altre persone (a seconda delle diverse “scuole”). Un approccio alla meditazione di questo tipo è spesso privilegiato da personalità appartenenti al “Tipo Amore”, ma almeno in parte anche al “Tipo Creativo Artistico”, facendo riferimento alla classificazione delle personalità stilata da Robero Assagioli.
Un altro tipo di meditazione punta invece molto più specificatamente a sviluppare le capacità mentali. Non è raro che persone che eseguono esercizi di meditazione a carattere emozionale tendano a svalutare o addirittura snobbare questo tipo di lavoro, stoltamente convinti che la mente “uccida il reale“, o “menta continuamente“, tanto per usare alcuni ottusi luoghi comuni piuttosto diffusi in ambienti “new age”. Senza dubbio vi è una moltitudine di persone polarizzate in senso mentale che difetta di empatia, compassione e più in generale di “espressione del cuore”. Ma questo non significa che si debba privilegiare un approccio di tipo totalmente emozionale.
Anche se il nostro desiderio fosse di tipo unicamente spirituale, è solo la mente, opportunamente orientata ed educata, che ci può condurre all’illuminazione e all’allineamento autentico con il potere del cuore. Le emozioni lasciate libere di agire senza il saggio supporto di una mente limpida e ben orientata, rischiano invece di condurre all’illusione e alla ricerca di appagamento narcisistico persino nelle pratiche “spirituali”.
Quando la mente si assoggetta ad una seria disciplina meditativa (che non ha nulla a che vedere con sporadici esercizi svolti per soddisfare qualche forma di curiosità), il beneficio in termini di capacità di concentrazione, di lucidità dei nostri ragionamenti, di sviluppo delle capacità intuitive (professionalmente definibile anche come “fiuto per gli affari”) e di determinazione nel perseguire risultati, è apprezzabile in tempi molto rapidi.
Se lo sviluppo del proprio potenziale professionale passa per il miglioramento delle proprie Soft Skills, senza dubbio un approccio meditativo del primo tipo può costituire un importante aiuto.
Se siamo invece in difetto di capacità di concentrazione, se siamo carenti di volontà o di costanza, se il nostro problema è quello di una mente “non sufficientemente potente”, allora dovremmo privilegiare meditazioni con le caratteristiche del secondo tipo.
Rimane scontato che un approccio di tipo “integrato” tra i due approcci migliora sia le Soft Skills che le capacità che dipendono dal potere della mente.
Va inoltre precisato con estrema chiarezza che tecniche di questo tipo, in entrambi gli approcci, esistono da tempo immemore quali strumenti di sviluppo interiore e di avvicinamento alla propria componente spirituale. Il beneficio in termini di rendimento professionale è pertanto secondario, e non può procedere oltre una determinata soglia se non è accompagnato anche da un parallelo sviluppo in termini di consapevolezza interiore. Il “guadagno” in termini professionali sarebbe infatti compensato da una “perdita” in termini di benessere psicologico.