Psicologia e potere della Volontà

Argomenti di discussione sul Potere della Volontà. Domande e risposte su una delle funzioni psichiche più importanti e allo stesso tempo trascurate
Psicologia e potere della Volontà
Psicologia e potere della Volontà
Image purchased under standard licence from: depositphotos.com

Roberto Assagioli definiva la Volontà come “la Cenerentola della psicologia“. Ciò dovrebbe bastare a comprendere la misura in cui questo straordinario potere psicologico sia stato sottostimato per tutto il corso dello sviluppo della moderna psicologia scientifica. E senza dubbio lo è anche ai nostri giorni.

La Volontà è, alla fine, l’unico vero potere di cui tutti possiamo disporre. Essa non è però solamente da intendersi come “sforzo” o come capacità di tendere le proprie forze verso un fine. Secondo Assagioli, che ha studiato a fondo questo aspetto, il potere della volontà si può esprimere in almeno quattro forme diverse:

  • la volontà Forte – Quella che di norma si definisce “forza di volontà”; la determinazione nel voler perseguire i propri scopi;
  • la volontà Sapiente – L’abilità di ottenere i risultati desiderati impiegando il minor numero di energie possibile; l’utilizzo sapiente delle risorse disponibili e l’impiego di quegli aspetti che già hanno una naturale tendenza a dirigersi verso un determinato fine;
  • la volontà Buona – La capacità di saper scegliere le mete “giuste”, per il proprio bene e per quello delle persone con cui abbiamo a che fare;
  • la volontà Transpersonale – Per le persone che desiderano andare oltre al traguardo (di per sé in ogni caso  ragguardevole) della realizzazione personale, vi è una dimensione Transpersonale della coscienza.  ambito verso il quale alcuni individui si sentono desiderosi di elevarsi.

“Una briciola di volontà pesa più di un quintale di giudizio e persuasione.”


Arthur Schopenhauer

Data la grande importanza psicologica che, in questo sito, viene attribuita alla dimensione Transpersonale dell’Essere, aggiungiamo anche le definizioni riportate da Assagioli nel suo testo “L’Atto di Volontà” a proposito di quelle che Abraham Maslow definiva “esigenze superiori“. Ciò potrà aiutare a comprendere meglio su quale terreno si innesta una Volontà Transpersonale:

“esigenze trascendenti, valori assoluti, coscienza unitaria, esperienza delle vette, estasi, esperienze mistiche, valori dell’Essere, essenza, beatitudine, venerazione, stupore, realizzazione delle potenzialità dell’io, significato ultimo, trascendenza dell’io, spirito, sacralizzazione della vita di ogni giorno, unità, coscienza cosmica, gioco cosmico, sinergia individuale e collettiva, integrazione dell’individuo nell’umanità, fenomeni trascendenti, massima percezione sensoriale, ricettività ed espressività…”.

“Coraggio, soprattutto a livello individuale, è anche volontà civile e responsabile di non rassegnarsi all’incalzante degrado morale. E infine quella buona cosa che consiste nel saper pagare sulla propria pelle i propri errori: virtù assai rara oggigiorno ma per questo ancor più apprezzabile.”

Walter Bonatti

La Volontà dunque, deve essere posta al centro della personalità umana, quale elemento che più di ogni altro caratterizza l’Io cosciente. Usarla ed allenarla dovrebbe essere tra gli scopi quotidiani di ciascun individuo che ambisca alla propria autorealizzazione.

Condividi:

Richiedi un primo colloquio conoscitivo gratuito​

Se hai piacere di parlarmi di una situazione personale che ti sta a cuore, puoi contattarmi per fissare un primo colloquio e poter fare assieme una prima valutazione

6 commenti su “Psicologia e potere della Volontà”

  1. La Volontà Sapiente

    Tra le quattro forme di volontà indicate nell’introduzione, non mi è molto chiara quale sia la natura della volontà sapiente.
    In fin dei conti, più che una forma di volontà, sembra quasi l’applicazione dell’intelligenza alla vita.
    È possibile avere qualche approfondimento?

    1. Effettivamente quando lei parla di “intelligenza” coglie un punto fondamentale della questione. Dal momento che, parlando del potere della Volontà, ci riferiamo qui soprattutto agli studi effettuati da Roberto Assagioli, vorrei risponderle iniziando proprio dalle parole del padre della Psicosintesi, tratte dal testo “L’Atto di Volontà“:
      “La psicologia moderna ha dimostrato che, se la volontà si oppone direttamente alle altre forze psicologiche, come l’immaginazione, le emozioni o gli impulsi, spesso ne verrà sopraffatta.
      […] due sono gli errori generali risultanti dai due atteggiamenti estremistici verso la volontà e verso il suo rapporto con le altre funzioni psicologiche.
      Uno è il tentativo tradizionale di obbligare, con la semplice forza e l’imposizione diretta, queste forze ad agire.
      L’altro errore, che è il più diffuso oggi, è quello di abdicare alla volontà: si lascia che impulsi, istinti e desideri si presentino così come capita, senza regola e senza una direzione costante.
      In questa situazione la funzione che in quel momento è più forte catturerà la nostra attenzione e troverà espressione, e così facendo inibirà o reprimerà tutte le altre funzioni meno forti. […]
      Possiamo evitare entrambi questi errori se ci rendiamo conto e se ci ricordiamo che la volontà è in grado di raggiungere il suo scopo purchè non sia solo forte, ma anche sapiente.
      La funzione essenziale della volontà sapiente, quella che noi dobbiamo coltivare, è l’abilità di sviluppare la strategia più efficace e che richiede il minor sforzo, piuttosto che la strategia più ovvia e più diretta”.

      Si tratta sostanzialmente di tenere sempre presente che in noi vi sono forze psichiche che per loro natura tendono ad esprimersi in una determinata direzione. Di queste fanno parte soprattutto le forze psichiche istintive e i desideri emotivi più forti (come quelli affettivi e sessuali). Tentare di opporsi direttamente a queste forze, quando per qualche ragione non possono essere soddisfatte, è poco “sapiente”.
      La volontà forte tende a soccombere nel momento in cui cerca di reprimere ciò che in noi ha una grande forza psicologica. Il risultato è che nella nostra vita viene quindi a mancare quell’ordine interiore indispensabile per un sano equilibrio interiore.

      E’ dunque molto più saggio evitare di usare la volontà forte, facendo invece ricorso alla volontà sapiente. Se dobbiamo spostare un’automobile, possiamo applicare la forza e spingerla (volontà forte). Oppure, approfittando della sua naturale “tendenza a muoversi” grazie alla presenza del motore, possiamo semplicemente dirigerla, sedendoci al volante ed indirizzandola verso la direzione che la nostra volontà sapiente ha stabilito.
      Per quanto riguarda le nostre forze psichiche interiori, soprattutto per quelle che confliggono tra di loro, possiamo evitare di opporre la nostra volontà forte direttamente ad esse, e focalizzare invece i nostri interessi su qualche altro scopo (stabilito dalla volontà sapiente) che risulta alla nostra coscienza come più accettabile, più nobile, più interessante, più socialmente accettabile, ecc. La “sapienza” in questo caso sta proprio nel fatto di usare l’intelligenza per dirigere più saggiamente queste forze, approfittando della loro forza intrinseca. Il lavoro non viene dunque svolto dalla nostra forza, ma dall’atto di dirigere una forza naturale che tende già di per sé ad esprimersi.

      Si tratta naturalmente di un approccio alla volontà che non ci è dato a priori. Come ogni altra funzione psichica deve essere compreso ed allenato. I risultati possono però essere molto importanti e rapidi, una volta compresa la natura di questo processo.

  2. Allenamento della volontà ed esercizi

    Il valore della volontà nella nostra vita quotidiana è senza dubbio inestimabile.
    Senza di essa nessun obiettivo potrebbe essere raggiunto.
    E’ molto interessante anche la precisazione che lei riporta, che esiste una volontà forte, una volontà buona, una volontà sapiente e persino una volontà transpersonale.
    Effettivamente si tende ad identificare la volontà solamente come aspetto dinamico di sforzo e determinazione…
    Mi chiedevo però se esistono esercizi o tecniche psicologiche per approfondire la consapevolezza della volontà in se stessi.

    1. Si, la Volontà, come ogni altra funzione psicologica, può essere “allenata”, in modo da poter impiegare al meglio il suo potere.
      Gli esercizi più semplici a questo proposito sono i cosiddetti “Esercizi Inutili”, che si possono fare quotidianamente. Nei testi di Psicosintesi ne sono presenti diversi.
      Assagioli descrive ad esempio i seguenti:
      1. decidere di alzarsi tutte le mattine un po’ prima del solito
      2. a tavola, allenarsi a controllare l’impulso di mangiare troppo, frettolosamente o con la mente sulle preoccupazioni della giornata
      3. mantenere la serenità mentre si guida nel traffico; evitare gli scatti di impazienza di fronte alle richieste delle persone; controllare la tendenza a dare sfogo con gli altri del cattivo umore accumulato nel corso della giornata.
      E’ forse utile sapere che qualsiasi attività che dobbiamo svolgere controvoglia (e la nostra giornata – lavorativa e non – ne è sempre stracolma) può essere uno straordinario mezzo di allenamento della volontà. Invece di focalizzarci sulla pesantezza dell’azione da compiere, è sempre possibile scegliere di approfittare ed eseguire il nostro compito con dedizione, precisione e straordinaria pazienza. La volontà si manifesta anche nella nostra capacità di saper controllare saggiamente le tendenze impulsive.

      Tra gli Esercizi di Psicosintesi proposti in questo sito, potrà trovare comunque esercizi spiegati più dettagliatamente su come allenare il potere della volontà. Questi ne sono degli esempi:
      Rafforzare la Volontà
      Il quotidiano allenamento della volontà

      Vi sono poi tecniche basate sull’uso dell’affermazione:
      1. possiamo avvalerci di “parole di potere“. Un’affermazione, ripetuta verbalmente in maniera chiara e con intenzione ben orientata, può avere effetti straordinari sulla nostra motivazione. Eccone un esempio: “Io sono una volontà; sono una volontà cosciente, potente, dinamica”.
      2. E’ possibile utilizzare delle immagini, simbolo dello stato di Volontà e di Essere che desideriamo raggiungere. Esse possono essere visualizzate e attentamente meditate, oppure (cosa di maggior valore psicologico) possono essere immaginate, o visualizzate con l’occhio della mente. Senza dubbio, una realtà creata con il potere dell’immaginazione creativa stimola le nostre funzioni cognitive in maniera molto più intensa.
      3. Possiamo utilizzare la tecnica del “Come Se”, assumendo il comportamento o l’espressione fisica che avremmo se avessimo già raggiunto lo stato desiderato. Essa, utilizzata contemporaneamente all’uso dell’immaginazione creativa, è di fondamentale importanza per focalizzarci sullo stadio finale del nostro lavoro di preparazione psicologica.

      Se consideriamo la Volontà nel suo aspetto Transpersonale, l’esercizio più importante è senza dubbio quello del “Modello Ideale”. Esso è di fatto una guida allo sviluppo della volontà di essere quanto di più elevato e nobile possa esservi in noi.

  3. Volontà e Pigrizia

    Oggi si parla spesso della volontà, del suo valore e di come sia ormai diventata un valore dimenticato. Si parla però poco della pigrizia, che in un certo senso potrebbe essere considerata il suo opposto polare.
    Ho sessantadue anni, e mi rendo conto che l’educazione data ai giovani qualche decennio fa era finalizzata anche a combattere proprio la pigrizia, sia fisica che mentale, considerata come nemica della propria capacità di affermarsi e di raggiungere i propri scopi nella vita in generale.
    Non sarebbe opportuno oggi insistere un po’ di più su questi due aspetti, pigrizia e volontà, per rendere più consapevoli le persone che spesso sarebbe sufficiente un po’ più di “carattere” per superare i propri problemi?

    1. Grazie per aver ricordato l’importanza di tenere sempre a bada in noi il rischio di abbandonarci alla pigrizia. Si tratta effettivamente di un termine quasi dimenticato oggi. Lo si sente usare pochissimo, anche nei contesti educativi, come se fosse un fenomeno legato ad una tradizione ormai “superata”. Ma probabilmente si potrebbe dire la stessa cosa anche della volontà, rispetto alla quale persino gli psicologi, nel corso dell’evoluzione della psicologia moderna, sono parsi piuttosto refrattari al desiderio di studiarla.
      La pigrizia è effettivamente un fenomeno sottovalutato, ma è la principale nemica della nostra difficoltà a raggiungere i nostri risultati. Si parla molto oggi di desideri, di obiettivi da raggiungere, di sogni da realizzare, di mete sperate o di traguardi ideali. Si parla un po’ meno del vero perchè spesso non siamo in grado di pervenire a queste mete, ovvero della nostra incapacità di sconfiggere la pigrizia e di sviluppare il suo opposto polare: la volontà.
      Tra i molti slogan che si possono trovare oggi sulla crescita personale, alcuni riguardano anche la capacità di “trovare soluzioni, non scuse“. Ma probabilmente siamo tutti abbastanza intelligenti da capire quale potrebbe essere la soluzione ideale per raggiungere i nostri scopi, il vero fattore assente in tutto questo è proprio la volontà di abbattere le resistenze che si oppongono a questo proposito. Detto in altri termini, la nostra incapacità di superare la pigrizia.

      Personalmente ho però spesso osservato, nella mia vita e in quella di molte altre persone, che è estremamente difficile superare la pigrizia senza una giusta motivazione. Nel momento in cui troviamo davvero uno scopo per cui ci sentiamo ispirati e realizzati nella pienezza di tutto il nostro Essere, qualunque esso sia, abbiamo un’arma formidabile per affrontare la nostra pigrizia e scatenare una volontà estremamente potente.
      Questa dunque è la raccomandazione che mi sento di offrirle: Essere sempre certi di avere uno scopo, un fine o un obiettivo autentico nella propria vita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tutte le pagine su:

Lo psicologo risponde

Torna in alto