Il tema della Resilienza Psicologica trova oggi un interesse piuttosto acceso in numerosi ambiti, non solo psicologici. L’origine del termine viene fatto risalire alla proprietà fisica dei materiali di possedere (o meno) la capacità di ritornare allo stato iniziale dopo aver ricevuto un urto o una sollecitazione. Analogamente, in Psicologia, la Resilienza viene definita come la capacità di mantenere o di strutturare una personalità sana pur in presenza di condizioni psicologiche avverse o dolorose.
Come abbiamo già avuto modo di argomentare in un apposito articolo sul tema della Resilienza, per quanto possa essere un traguardo di per sé estremamente importante, questo aspetto non sembra però essere il più significativo. Almeno in un’ottica di crescita personale e di consapevolezza di sé.
L’aspetto più nobile ed elevato della Resilienza è la capacità non solo di tornare ad uno stato psicologico antecedente al precipitare di una crisi nella propria vita, ma quello di saper andare incontro ad una riorganizzazione e trasformazione interiore tale per cui, dopo un periodo di rielaborazione, ci riscopriamo persone diverse, più consapevoli, più sagge, più aperte alla vita in generale.
La vita in sostanza sembra a volte collocarci di fronte ad un bivio. E questo non avviene mai, di solito, in maniera libera da qualche forma di sofferenza. Di fronte a questo bivio, possiamo solamente scegliere il modo in cui procedere, perché ripiegare sulle condizioni passate non appare né possibile, né più di tanto saggio.
La Resilienza, in questo caso, è quel “valore aggiunto” della nostra persona che ci consente di compiere un atto di amore verso noi stessi (e verso eventuali altre persone coinvolte), scegliendo la via più saggia, più luminosa, più creativa, per quanto impegnativa possa apparire. Il “dono” per questo atto di sacrificio e coraggio potrà arrivare solo al termine di questo percorso, ma non mancherà.
Ecco di seguito alcuni spunti di riflessione su questa affascinante qualità umana che è la Resilienza Psicologica.
4 commenti su “Rafforzare la Resilienza Psicologica”
Differenza tra Resilienza psicologica e Resistenza
Buongiorno, vorrei approfittare di questo spazio per le domande psicologiche per chiarire un dubbio che da qualche tempo ho. Lavoro con dei gruppi sportivi di ragazzi, occupandomi della preparazione atletica.
Spesso, alcuni miei colleghi, insistono sul fatto che i ragazzi dovrebbero sviluppare più resilienza, per riuscire a resistere alle difficoltà che incontrano nelle attività sportive, ma anche in generale nella loro vita.
Dato che non mi è ancora chiaro, potrebbe cortesemente spiegarmi la differenza tra resistenza e resilienza?
Buongiorno Giovanni e grazie per la sua domanda. Si tratta in effetti di una questione su cui è molto importante avere chiarezza quando si opera nell’ambito della motivazione personale.
La invito innanzitutto a dare un’occhiata ai seguenti articoli che trova in questo sito:
1. Resilienza
2. Resilienza: Quattro qualità da mostrare nei momenti difficili
Spesso si tende in effetti a parlare di capacità di resistere agli “urti della vita”, di tenere duro di fronte alle difficoltà, di affrontare con coraggio io momenti difficili. Tutto questo non è una dote comune. Appartiene solitamente a persone capaci di spirito di sacrificio, coraggio e abnegazione, tutti valori che oggi purtroppo tendono ad essere sottovalutati o sminuiti. Non si tratta però, tecnicamente parlando, di autentica Resilienza Psicologica, ma rientra più verosimilmente nell’ambito della Resistenza.
Per poter parlare di autentica Resilienza Psicologica non è sufficiente saper resistere equilibratamente alle difficoltà, per quanto, lo ripeto ancora, è già di per sé una qualità invidiabile e segno di una personalità forte. La Resilienza comporta anche la meravigliosa qualità di saper andare incontro ad una completa rigenerazione psicologica quale conseguenza dell’inevitabile crisi in cui la vita ci ha condotti. In altri termini, non si tratta solamente di resistere ad un urto psicologico evitando un crollo, ma di saper letteralmente risorgere dalle proprie ceneri una volta che la crisi ha fatto il suo corso, una volta che la fase di difficoltà sia riuscita persino a demolire molte delle nostre difese interiori.
Un esempio classico che si fa per spiegare questa differenza, a rischio però di banalizzare un po’ troppo la questione, può essere il seguente:
– Un prato ha poca resistenza (oppone scarsa resistenza al taglio dell’erba), ma ha molta resilienza (rinasce più rigoglioso ogni volta che viene tagliato)
– Una robusta pianta ha una grande resistenza (molto difficile abbatterla), ma ha scarsa resilienza (una volta abbattuta, non potrà più ricrescere).
Direi pertanto che, nel caso della preparazione non solo atletica ma anche psicologica dei ragazzi, la questione a mio avviso si pone in questi termini:
– Resistenza: la capacità di affrontare con volontà e determinazione le fatiche degli allenamenti e delle competizioni, superare la tentazione di abbandonare la sfida, mantenere costantemente quella concentrazione che conduce a risultati vincenti, ecc.
– Resilienza: la capacità di credere in sé stessi e ritornare ad avere il coraggio di riprovare dopo una sconfitta, con rinnovata autostima e fiducia nelle proprie qualità, che nel frattempo sono migliorate grazie all’esperienza “negativa” appena affrontata. Il coraggio di non mollare dopo un infortunio, scoprendo in sé stessi una inaspettata forza e una mentalità vincente che non si credeva di possedere in precedenza…
Come spero possa essere stato chiarito, la Resilienza Psicologica comporta una rigenerazione, un rinnovamento interiore e il passaggio ad un livello di consapevolezza superiore rispetto ad un momento antecedente alla crisi.
La Resilienza è innata o si può apprendere?
Vorrei sapere se la Resilienza Psicologica è un fattore innato della personalità oppure se la si può apprendere.
Eventualmente, ci sono persone più “predisposte” a svilupparla, in base a specifici elementi di personalità?
Di norma si afferma che la Resilienza Psicologica è un fattore tendenzialmente innato nell’essere umano, ma che può essere sviluppato e potenziato in maniera diversa da individui diversi.
Personalmente, ho però osservato una grande variabilità nello sviluppo di questa potenzialità. Molte persone si mostrano (o diventano) fortemente resilienti anche di fronte a situazioni molto difficili o “life events” particolarmente delicati. Altri, anche in presenza di eventi non particolarmente traumatici, cadono in uno stato di inerzia o addirittura depressione senza mai riuscire a trarre da questa esperienza qualche elemento di forza per riuscire ad affrontarla o superarla, persino se aiutati.
Ma in ogni caso, la risposta a questo quesito può essere semplicemente autoevidente: nessuno sa di essere resiliente fino al momento in cui viene colpito da una crisi psicologica sufficientemente profonda nella propria vita.
Direi quindi, ma è solo una mi opinione personale, che chiunque, potenzialmente, può mostrare Resilienza, dal momento che è una predisposizione innata nell’essere umano. Essa non si manifesta però in modo automatico. Sono necessari alcuni aspetti caratteristici individuali, o elementi di personalità.
E quest’ultima è sostanzialmente la risposta al secondo quesito. Vorrei innanzitutto ricordare quanto abbiamo affermato a proposito della differenza tra Resilienza e Resistenza: Essere resilienti non significa semplicemente mostrarsi forti di fronte ai momenti difficili. Significa letteralmente riuscire a “rinascere” ad un nuovo livello di consapevolezza dopo essere stati travolti da un’esperienza particolarmente difficile. Per resistere alle difficoltà con coraggio e determinazione (che è una qualità già di per sé notevole) a volte basta la giusta dose di caparbietà, resistenza fisica e mentale, o il giusto atteggiamento verso le sfide.
Scoprire in sé stessi una qualità come la Resilienza Psicologica significa invece prima di tutto comprendere e accettare pienamente ciò che è avvenuto, con serenità e grande saggezza interiore. Questa è a mio avviso la caratteristica di personalità più importante: per riuscire ad essere resilienti nella maniera più equilibrata e luminosa, è necessario possedere una grande capacità di riflettere su sé stessi, sul senso della propria esistenza e saper amare la vita indipendentemente dalle condizioni in cui essa si offre alla nostra esperienza.
Carl G.Jung affermava che i più grandi problemi della vita non possono essere risolti, ma solamente superati. In altri termini, di fronte a determinati eventi difficili è impossibile “rimettere le cose a posto”. Si pensi ad esempio ad un lutto o a qualsiasi altro evento traumatico a cui è impossibile porre rimedio nel modo in cui si vorrebbe tanto.
Questi “grandi problemi della vita” possono solamente essere superati, nel senso che per poter raggiungere un grado sufficiente di serenità interiore non possiamo fare altro che elevare la nostra consapevolezza quel tanto necessario da inserire l’evento traumatico all’interno di una cornice più ampia, che includa la completezza del Sé, a cui precedentemente non avevamo accesso.
E questa è in sostanza la più chiara definizione del fenomeno della Resilienza Psicologica. Rinascere ad una nuova consapevolezza è sempre possibile, ma solamente alle persone che abbiano la capacità e la volontà di pervenire a quella consapevolezza intellettiva la cui luminosità è in grado di offrire una visione più ampia e più coerente anche delle fasi più difficili della nostra esistenza.