Per la maggior parte delle persone è difficile pensare ad un ambito meno importante per il Benessere Psicologico come quello delle relazioni di coppia. Dalla presenza o dall’assenza di una relazione significativa possono dipendere molti elementi in grado di condizionare fortemente il proprio stato di benessere o felicità.
Sulle relazioni di coppia e sulle relative dinamiche interpersonali è stata scritta una quantità impressionante di materiale. Non tratteremo dunque quelle questioni rispetto alle quali è possibile reperire in rete un’ampia varietà di risorse. Ci limiteremo al tentativo di entrare nel merito di quegli aspetti che definiscono la realtà del sentimento dell’Amore, cercando di svincolarne la forza e la bellezza dal solo ambito relazionale.
Le dinamiche di coppia sono caratterizzate da un numero di sfumature e sfaccettature così ampio da aver originato un abbondante numero di teorie psicologiche, tutte finalizzate al tentativo di spigarne i meccanismi. Eppure spesso basterebbe il buon senso per capire che una coppia funziona bene se c’è un sentimento di amore autentico. Una coppia funziona bene se entrambi sono in grado di armonizzare il flusso delle proprie emozioni.
Detto in altri termini, potremmo anche affermare che una sincera crescita interiore e una luminosa consapevolezza di sé stessi si traduce quasi inevitabilmente in comportamenti più evoluti, più coscienziosi, più rispettosi e senza dubbio più amorevoli. Molto più spesso di quanto si creda, crescita interiore è sinonimo di semplificazione, quella “semplificazione” che elimina la caoticità dal complesso vissuto interiore che ciascuno di noi quotidianamente sperimenta.
A questo dunque ciascuno di noi deve orientare i propri sforzi: a conoscere sé stessi, a sviluppare la volontà e l’equilibrio interiore, al fine di offrire all’altra persona la parte più nobile di Sé.
“Amatevi, ma non tramutate l’amore in un legame.
Kahlil Gibran
Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime.
Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una stessa coppa.
Scambiatevi il pane, ma non mangiate da un solo pane.
Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma fate in modo che ognuno di voi sia anche solo, come sono sole le corde di un liuto, sebbene vibrino alla stessa musica.
Mettetevi fianco a fianco, ma non troppo vicini.
Perché la quercia non si rialza all’ombra del cipresso.”
28 commenti su “Relazioni di Coppia e Dinamiche Interpersonali”
Buongiorno dottore,
leggo ora il suo articolo, molto interessante ed esaustivo, e in tal senso volevo esporle il mio problema attuale (non so però se sia inerente) magari per un suo gentile consiglio.
Ho terminato una frequentazione di qualche mese con una ragazza, e non ci sentiamo e vediamo più da due; nonostante i bei momenti trascorsi insieme, intensi e con rapporti consumati, lei alla fine non sentiva le famose “farfalle nello stomaco” e quindi non innamorata, dimostrandosi poi distaccata nell’ultimo periodo. Perciò ho preferito, con enorme difficoltà in quanto io molto preso, a non insistere e lascarla andare. Conoscendomi e per non soffrire, ho subito deciso di non seguirla e guardarla sui vari social ecc.
Nonostante tutto però, continua a rimanermi impressa in mente per la sua bellezza, e continuo a starci male nonostante forse abbia capito che, più la persona a 360 gradi, a mancarmi è il suo lato estetico (anche se può risultare un discorso egoistico e superficiale, quasi fosse un oggetto). Dopo un primo periodo in cui sembrava mi stessi riprendendo, concentrandomi su me stesso e le cose che mi piacciono, ora sono ricaduto in questo loop solamente alla vista casuale di una sua nuova foto sui social, iniziando a rimuginare e focalizzarmi su di lei. Mi domando se ho sbagliato io, perché non è funzionato, il solo pensiero di lei insieme ad un altro mi infastidisce…
Aggiungo poi che questo sta condizionando anche alcune nuove conoscenze ed uscite che sto facendo con altre ragazze, sia sul modo di fare sia sull’approcciarmi a loro, paragonandole soprattutto (sbagliando) sul lato estetico.
Sono ben consapevole di questo problema a livello razionale, ma a livello emotivo il suo ricordo mi fa ancora star male a dir poco.
La ringrazio in anticipo dell’attenzione.
Buongiorno Pietro,
mi pare che da parte sua ci sia una realistica consapevolezza della situazione. Sembra infatti accettare razionalmente il fatto che questa persona abbia preferito una chiusura del rapporto e che di conseguenza la cosa più opportuna fosse quella di “lasciarla andare”. Questo naturalmente la fa stare male, ma probabilmente è anche un primo importante passo per poter affrontare serenamente questa situazione.
E’ del tutto possibile che lei non abbia “sbagliato” nulla, ma che semplicemente, come non di rado accade nelle relazioni, una delle due persone coinvolte semplicemente non prova o non prova più i medesimi sentimenti per l’altra.
Mi permetterei eventualmente solo di invitarla a riflettere su quanto afferma di ciò che più le manca di questa persona: “a mancarmi è il suo lato estetico (anche se può risultare un discorso egoistico e superficiale, quasi fosse un oggetto)”. Lei stesso si sta quindi rendendo conto che questo solo aspetto potrebbe non bastare a garantire continuità e profondità in una relazione. Per cui, forse potrebbe valere la pena approfondire le sue reali intenzioni e motivazioni all’interno delle relazioni. Forse ci sono anche altri importanti aspetti da prendere in considerazione, sia di sé stesso che dell’altra persona, al fine di ampliare gli elementi di intesa e complicità all’interno del rapporto…
Salve, mi chiamo Maria Tiziana, ho 38 anni e vivo in provincia di Lecco. Le scrivo per chiederle un parere in merito all’imbarazzo che, in genere, una persona può provare in determinate situazioni.
Tempo fa ho chiesto l’amicizia via Facebook ad un ragazzo che avevo conosciuto negli anni 90, oggi ha 45 anni, è sposato e ha 3 figli. Lui ha accettato la mia richiesta di amicizia e subito dopo gli ho detto che mi ricordavo di lui in quanto abitavamo nello stesso villaggio al mare nell’estate del 1995. Ovviamente lui di me non si ricordava. Abbiamo sempre avuto un’amicizia via Facebook normale, lui ha messo anche alcuni “like” a qualche foto mia così come io ho fatto con lui. Una volta, sempre su Facebook, lui ha scritto scherzosamente in bacheca ” Quanto mi date da 0 a 10 come bellezza?” Ed io gli ho risposto 8, lui mi replica e mi scrive “Per te 8 ed il doppio +”. Lui adesso lavora presso un negozio di arredamento ed una volta mise col suo negozio degli stands al centro commerciale, così decisi di andare, ovviamente l’ho avvisato. Arrivata agli stands, ho fatto il giro all’interno, non l’ho visto e, finito il giro, sono uscita fuori, una volta fuori, lo vedo in lontananza uscire fuori da una porta e venire verso di me, capisco che è lui, gli vado incontro e quindi ci salutiamo. Io ero imbarazzatissima, è stato un imbarazzo che mi sono portata dentro fino a casa, dottore. Lui mi guardava fisso negli occhi quando ci siamo visti di persona. Tornata a casa, mi collego su Facebook e trovo un suo messaggio privato dove mi scrive: “Grazie di essere venuta, scusa ma ero un po’ imbarazzato, eheheh… succede”. Volevo sapere se, secondo lei, dottore, può essersi imbarazzato perché potevo essergli piaciuta oppure è stato l’effetto dell’impatto in quanto ci eravamo visti per la prima volta di persona o, se ci possono essere altre ragioni. Grazie in anticipo
Buongiorno. Ho 50 anni e sono figlia di 2 genitori narcisisti, di cui mio padre psicopatico. Sono stata fidanzata da giovane per 10 anni con un narcisista over e poi l’ho lasciato per via dei tradimenti e altro ( menzogne) e ho iniziato un percorso psicologico, pensando che avrei risolto la mia situazione. Dopo, ho incontrato il mio attuale convivente, padre di nostro figlio, 20 anni fa. Lui è stato molto comprensivo, e mi pareva di aver costruito un rapporto di fiducia. Ogni tanto mi pareva che ricevesse messaggi da “ giovani colleghe” che lo lusingavano, a cui non ho dato mai morta importanza. Da circa 10 anni lui soffre di problemi erettili e dava la colpa a me che non ero abbastanza dolce, seduttiva, etc. 1 anno fa ho scoperto che erano sparite 4 pastiglie di viagra, lui aveva messo le pastiglie prese in una scatola da 8 e messe in una da 4 ( quindi era stato un gesto intenzionale, secondo me, programmato). Gliel’ho detto: prima mi ha detto che le aveva portate perché se gli capitava l’occasione di provare a se stesso che “ funzionava”, l’avrebbe fatto, al mio shock e detto che allora ci potevamo lasciare, ha ritrattato dicendo che le aveva vendute ad un collega ed erano tornate a casa( io non gli ho mai creduto veramente). Dopo giorni di crisi ci siamo messi d’accordo che se le avesse vendute me lo avrebbe detto per evitare equivoci. Da allora non ho più controllato.
Con la pandemia, mi pareva di nuovo strano : sbroccava, nervoso, pensavo al lavoro. E ho ricontrollato. Sono sparite 2 pastiglie, che poi sono tornate: ma io al contrario dell’altra volta non ho detto niente. Ci sono rimasta male perché non mi pareva un periodo di crisi e anche le ferie erano andate bene. Il gg del suo compleaNno mi sono accorta che invece di prendere solo la pastiglia, l’ha presa ma ne ha messa una in una scatolina ( ora e’ li e vedrò che succederà). Ci sono rimasta malissimo perché mi sembrano gesti pensati prima. Non capisco se le usa fuori casa o se lo fa per vedere se controllo. Poi mi sono accorta che su fb ha amicizie come ragazze più giovani di me, che non conosco e che non capisco dove le abbia conosciute. Mi pare, anche da altri atteggiamenti, che sia un narcisista over e mi chiedo come ho fatto a non accorgermene.
Non ho intenzione di lasciarlo, per nostro figlio e per altri motivi. Ma, quando anche mi sembra che vada per me tutto bene, lui si lamenta che non sono abbastanza dolce, e ha questi comportamenti “ dubbi”.
Volevo sapere cosa ne pensa da psicologo.
Grazie!
Buongiorno Giovanna,
come potrà chiaramente immaginare non mi è possibile darle indicazioni sulle ragioni psicologiche dei comportamenti di un’altra persona.
Immagino però che l’obiettivo della sua domanda fosse in ogni caso quello di capire come potersi relazionare con il suo compagno in maniera più equilibrata. Per poterlo fare nel modo più opportuno, avrei chiaramente bisogno di farle molte altre domande, ma rimanendo nell’ambito di ciò che appare comunque evidente posso dirle che la situazione che si è creata sembrerebbe richiedere un chiarimento tra di voi. Confrontarsi sulle reciproche intenzioni porta generalmente ad evitare l’accumularsi di fraintendimenti, ed in ogni caso aiuta la coppia a richiamare l’attenzione sul fatto che si ha a cuore l’altra persona.
Questo in teoria. Perchè come le dicevo non ho sufficienti elementi per poterle dire che confrontandosi otterrà certamente un risultato positivo.
Se la sua priorità è chiarire ad ogni costo la situazione, allora chiedere di parlarne approfonditamente è senza dubbio una possibilità da prendere in considerazione fin da subito. Dato che lei ha però anche aggiunto che, nonostante tutto, non ha intenzione di lasciarlo, è presumibile che potrebbe non averlo ancora fatto per timore di eventuali conseguenze negative sulla stabilità del rapporto.
Come vede, sarebbero molti gli aspetti che andrebbero valutati prima di confrontarsi con lui. Mi permetto quindi di suggerirle solamente di stabilire le sue priorità, e qualora la sua fosse quella di voler chiarezza, cerchi di comprendere quale potrebbe essere il modo migliore per chiederla.
Buonasera, ho capito cosa intende e lei ha capito cosa intendo io. Credo che, come ho pensato in questi giorni, per ora non gli dirò nulla e vedrò cosa ne sarà della compressa che è nella scatola. Ora lui farà un intervento e la pandemia non aiuta certo ad aver voglia di chiarire e magari di sentire risposte dolorose che non sarebbe possibile alleviare visto i pochi contatti stretti che si possono avere ad es con le amiche di persona. La ringrazio molto per il momento.
Magari le farò sapere più avanti, se ci saranno novità. Grazie buona notte.
Certo, mi faccia pure sapere quali novità ci saranno più avanti. E se ha bisogno di informazioni più specifiche e personalizzate mi può eventualmente contattare privatamente. Saluti.
Buongiorno, sono a chiedere il suo parere in merito a una relazione che sto vivendo. L’uomo che frequento, relazione iniziata da 6 mesi per attrazione e ancora non Chiara per entrambi, ha più di 50 anni e mi trovo in difficoltà per gli atteggiamenti che ha : gentile e premuroso a volte, distaccato in altre e sarcastico, ribadisce la sua libertà e il voler avere tante donne “perché in ognuna trova cose che un altra non ha”, se mi allontano mi cerca ecc. Non so cosa pensar. Nell’intimità è attivo ma non si lascia andare a carezze, baci, espressioni che facciano capire se gli piace, dice che il piacere lo sente dentro e non importa esprimerlo come anche le emozioni che se le dice perdono di valore. Mi spiazza anche se sento che gli piace. Troppo spesso inoltre mi parla delle donne avute anche dopo il suo divorzio (ha 3 figli) e anche delle due che tutt’ ora sente o vede che x lui sono importanti x quello che ha vissuto e che deve aiutarle, mah!
Altra cosa so che ha passato 5-6 anni in collegio religioso all’età di 6 anni. Periodo che ha accennato traumatico, lontano dalla famiglia e da sua gemella, e che un prete lo aveva accompagnato da un esorcista senza spiegarmi motivo perché troppo doloroso.
Mi ha mostrato un video che si è fatto in un momento che aveva desiderio e con meraviglia,non giudizio negativo perché intendo il sesso a 360′, che praticava autoerotismo anale con giocatollo erotico, motivando che lui è aperto ad ogni modo di erotismo. Mettendo insieme tutte queste cose non so che pensare e come fare per avere una relazione appagante x entrambi, siamo adulti e liberi, ma mi manca il lasciarsi andare e inizio a sentirmi rifiutata e non desiderata per la mia persona.
Grazie per la cortese risposta se può aiutarmi in questi pensieri che mi tolgono spontaneità e se chiedo io chiarimenti si chiude , che ne parleremo forse ma ancora prova dolore. Grazie
Buongiorno Teresa, date le caratteristiche di questa situazione è tutto sommato comprensibile che lei possa sentirsi “rifiutata e non desiderata per la mia persona”. Sta analizzando molto nei dettagli il comportamento di questa persona, cercando di trarre informazioni utili per comprendere la sua natura. Non possiamo qui entrare nel merito di questo, perché lo farà lui se lo riterrà utile per sé stesso.
Mi sento piuttosto di suggerirle che sarebbe molto più proficuo se si focalizzasse prima di tutto su quali sono le aspettative che lei ha nei suoi confronti.
Che cosa desidera davvero da lui?
Quali sono le cose importanti per lei in una relazione con un partner?
Questa persona è realisticamente in grado di offrirle ciò che lei si aspetta?
Chiarito questo, potrà avere un’idea almeno un po’ più chiara sull’evoluzione che potrà avere questo rapporto.
Mi spiace non poterle qui dare indicazioni più definite, ma se lo desidera mi può contattare privatamente.
Grazie mille della risposta è dell’attenzione.
Ha sicuramente colto la cosa più importante che devo valutare senza fermarmi sugli aspetti, pochi ora come ora, che mi hanno attratto in questa persona. Probabilmente lo avevo idealizzato basandomi su quanto appariva: accogliente, disinibito, altruista….
Non ammetto forse con me stessa di essermi ingannata così, credevo a questa età che le persone si mostrassero per quello che sono, senza maschere .
Grazie ancora
Salve,
Le scrivo perché più va avanti la relazione con il mio ragazzo più divento gelosa (nonostante lui non mi da modo), malfidata e insofferente al suo passato. Non riesco proprio ad accettare il suo passato. Perché inizialmente non mi facevo nessun problema ed ora sta diventando insostenibile? Come posso affrontare questo fastidio?
La gelosia
Buongiorno Mari,
la gelosia, entro un certo limite, può essere un segnale forte del nostro interesse verso un’altra persona. Quando diventa un pensiero intrusivo continuo, o è tale da compromettere l’armonia del rapporto, è del tutto evidente che non si tratta di una manifestazione sana di sentimento.
Quando ciò riguarda addirittura il passato di una persona, e non vi sono elementi che fanno sospettare problemi nel presente, allora è assai probabile che la problematica possa (e debba) essere rielaborata esclusivamente in noi stessi. L’altra persona può naturalmente fare molto per non alimentare l’insorgere della gelosia in noi, ma la maggior parte del lavoro è a nostro carico.
Per quanto riguarda i passi da compiere per superare la gelosia, credo di poterle suggerire questo:
1. Si chieda di che cosa ha realmente paura. Teme di essere abbandonata? Le è mai capitato? Che tipo di rapporto ha avuto con i suoi genitori?
2. Valuti la sua tendenza (o meno) a concedere fiducia alle persone. Tende a fidarsi degli altri, in generale? Li ritiene degni di poter agire autonomamente senza dover avere il controllo su di loro?
3. Si chieda anche, in tutta onestà, se vi sono atteggiamenti che il partner potrebbe assumere per agevolare la fiducia che lei ripone noi suoi confronti, e che non sta attuando. Se ci fossero elementi di questo tipo, sarebbe necessario chiedersi (e chiedergli) il perchè.
4. Si chieda infine che cosa prova davvero per questa persona. I sentimenti di gelosia si attenuano notevolmente quando il sentimento è profondo e maturo, libero da angosce inconsce e dal bisogno di possesso.
Faccia molta attenzione non solo al modo in cui vive la sua relazione con lui, ma anche a come la immagina. Avendo quotidianamente a che fare con persone con le quali mi avvalgo di tecniche immaginative, mi rendo spesso conto di quanto un immaginazione troppo fervida danneggi molte situazioni.
Se questo tipo di atteggiamento è ricorrente nella sua vita e nelle sue relazioni, valuti eventualmente se potrebbe valere la pena di chiedere una valutazione professionale. L’assenza di gelosia, alla fine, è libertà.
Buongiorno, vorrei raccontarle la mia storia, dottore.
Sono una ragazza di 38 anni che lavora in un Istituto Tecnico Superiore, sono una collaboratrice scolastica, la mia è una supplenza a tempo determinato, fino a Giugno ed in questa scuola abbiamo un vice preside che ha circa 62-63 anni, ha origini tedesche, un po’ se la tira, anche se le mie colleghe che lo conoscono da molti anni dicono che non è cattivo, che bisogna saperlo prendere, che è un bonaccione. Lui si occupa della parte tecnica della scuola, per cui se si guasta qualcosa come un bagno o una finestra o altro, dobbiamo fare inevitabilmente capo a lui. Quando ho iniziato a lavorare in questa scuola lo scorso Novembre, lui una volta, mi ha convocata per dirmi che un bagno era guasto e che dovevo chiuderlo, a me è sembrato un po’ scontroso anche perché forse non mi conosceva. Insomma, ogniqualvolta avevo a che fare con lui aveva sempre l’aria della superiorità, tant’è che i primi tempi neanche lo salutavo perché mi era un po’ antipatico ma comunque questo atteggiamento ce l’ha un po’ con tutte le persone che a scuola non conosce. Dopo un paio di mesi, questi bagni di mia competenza per la sistemazione hanno iniziato a guastarsi uno dietro l’altro quindi, per forza di cose, ho dovuto rivolgermi a lui parecchie volte ed ho notato, man mano, col passare del tempo, che si era ridimensionato nel rivolgersi a me, cioè, aveva sempre l’aria da superiorità ma non come all’inizio. Dopo un po’ di tempo ho iniziato a salutarlo ogni volta che lo incrociavo nella scuola, quando capitavamo faccia a faccia, lui mi ha sempre risposto, lo salutavo sempre io, in realtà, perché lui non mi salutava mai, mi guardava in faccia e niente. Ultimamente, 3 settimane fa, prima che la scuola chiudesse causa Coronavirus, un altro bagno si è guastato quindi mi sono rivolta a lui per l’ennesima volta, ed era sempre comunque ammorbidito nel suo atteggiamento. Sempre 3 settimane fa, la scuola ci ha poi munito di mascherine per via del Coronavirus per le pulizie e la disinfezione degli ambienti, per cui io la mascherina l’ho messa. Nel corridoio della scuola lui si è trovato passando e mi ha detto ridendo: “Signorina meno male che la mascherina l’ha tolta, la mascherina la devono mettere le persone che hanno il virus”, ed io ho risposto dicendogli che l’avevo messa per non inalare l’odore dei detersivi e lui ha risposto con aria sciocca “Ah si, i detersivi” (quasi come se avesse fatto finta di non capire ed in maniera ironica e sarcastica me l’ha detto). Ho raccontato questa cosa ad una mia collega che mi ha detto che secondo il suo parere, ha voluto fare il simpatico, perché in un Istituto Tecnico, una scuola prettamente maschile, quando vedono una giovane e bella, a differenza di altre colleghe più grandi d’età, fanno i dementi con le battute, anche se, secondo me, lui ha voluto prendermi in giro e forse fare anche il superiore. Comunque poi da quella volta che mi ha rivolto la parola, ha iniziato a salutarmi lui. Giorni fa poi ho voluto provare a chiedergli l’amicizia su Facebook, solo che 5 giorni fa si è connesso su Facebook, in quanto ha postato un link che era impostato in modalità pubblica, quindi l’ho visto, ma l’amicizia me l’ha lasciata in sospeso, non me l’ha né accettata e né ignorata. Onestamente non saprei, magari non mi conosce bene a differenza degli altri, e non ha voluto accettarmi, chissà… Tutti gli insegnanti e i collaboratori scolastici della scuola li ha come amici via Facebook invece, lavorano là da anni.
Le confesso, dottore, che questa persona un po’ mi attrae, nonostante abbia 62 anni, ha 25 anni più di me ma non riesco a capire come mai posso essermi affezionata, nonostante il suo carattere. Sicuramente lui non ha alcun tipo di interesse nei miei confronti ma sarà che si è un po’ più addolcito avendomi conosciuta meglio. Le confesso che ho timore che abbia pensato male di me quando ha visto la mia richiesta di amicizia o magari è possibile che non ci abbia fatto neanche caso, ma è impossibile,
grazie in anticipo,
Buongiorno Maria Tiziana, direi che come prima cosa andrebbe chiarito se lei prova effettivamente qualcosa verso questa persona, e di che tipo di attrazione potrebbe trattarsi. Nel comportamento dell’altra persona, ci sono ben pochi elementi utili a comprendere se ci potrebbe essere qualche forma di interesse da parte sua, ma credo che la cosa più importante in questo momento sia proprio comprendere cosa lei stessa eventualmente prova e che cosa si aspetterebbe.
Può certamente trattarsi di un interesse di tipo affettivo, ma può tranquillamente essere anche un bisogno di ottenere qualche tipo di riconoscimento. Tutti noi abbiamo bisogno di “essere visti”, di sentirci riconosciuti e apprezzati.
La differenza di età non costituirebbe di per sé un ostacolo, ma è senz’altro utile comprendere le dinamiche alla base della sua affermazione “questa persona un po’ mi attrae”. Mi permetterei quindi di suggerirle di riflettere su alcuni aspetti più che altro relativi a sé stessa, per poi cercare di analizzare con buon senso anche la situazione dell’altra persona:
– sono alla ricerca di una relazione affettiva completa, in questo momento della mia vita?
– che cosa cerco in un eventuale partner? quali caratteristiche dovrebbe avere?
– che cosa potrei eventualmente aspettarmi da questa persona? che cosa sarebbe in grado di offrirmi?
– che cosa realmente mi attrae di lui?
Credo in sostanza che si tratti semplicemente di avere chiarezza di ciò che lei si aspetta non solamente da lui, ma anche da sé stessa in questo momento. Credo le sarà più semplice poi comprendere come porsi nei suoi confronti e che tipo di comportamento tenere.
Grazie dottore.. Il mio credo sia un sentimento di tipo affettivo ma allo tempo mi sento anche attratta da lui. Quando quella volta mi ha rivolto la parola e mi ha fatto la battuta sulla mascherina, le confesso che mi sono sentita presa in considerazione, perché prima d’ora, non l’aveva mai fatto. Lo salutavo soltanto ed ero sempre io a salutare, perché lui, si, mi rispondeva ma di sua spontanea volontà non salutava mai. Da quella volta che mi ha rivolto la parola, ha iniziato a salutare lui. Evidentemente mi ha conosciuta un po’ meglio ed è diventato magari più amichevole. Quando lo incrocio a scuola, mi emoziono e gli ho sempre detto “Buongiorno Prof”, non so perché, all’inizio invece lo odiavo perché ha un po’ di manie di carrierismo con chi non conosce bene. È una persona che ha praticamente l’età dei miei genitori, ne parlo come se stessi parlando di un ragazzo della mia età, è questa la cosa più assurda…
NON SOPPORTO PIÙ I 20 ANNI SENZA RAPPORTI INTIMI CON MIO MARITO
sono una donna di 64 anni e sono profondamente in crisi personale. Dopo un divorzio ho conosciuto il mio attuale marito all’età di 37 anni.
23 anni fa, dopo un anno dala nascita di mia figlia, mio marito non mi cercava più sessualmente, non ho dato peso sl momento per via dell’arrivo della bambina, ma dopo vari mesi successivi a un rapporto intimo (voluto da me) dopo mesi e mesi di astinenza (per me molto faticosi in quanto erò sempre stata più io molto attiva di lui, ma aspettavo suoi segnali per capire se lui provava ancora interesse) ho affrontato mio marito. Allora erano nati anche problemi economici legati al suo lavoro.
In pratica,durante una discussione, gli chiesi cosa stavamo insieme a fare se non per la figlia, visto anche che non mi cercava più intimamente e non mostrava interesse al sesso con me. La sua risposta fu che a lui andava bene così. Mi sentii letteralmente raggelata e capii che dovevo decidere se continuare a litigare e andarmene o aspettare ancora. Aspettai. Per i problemi economici che si protraevano io mi buttai sul lavoro e gli anni son passati, convinta che ormai andava bene anche così visto l’età che avevamo e l’affetto che almeno fino a qualche anno c’era. Non ero soddisfatta ma ho indirizzato le mie energie sulla famiglia e sui miei interessi personali. Credevo di aver sepolto il mio lato sessuale femminile, non sentivo alcun desiderio di sesso, probabilmente mi ero anestetizzata. Ora che sono in pensione, senza lo stress del lavoro che mi ha assorbito tante energie, da mesi ho ansia e insoddisfazione perché mi rendo conto di quanto ho nascosto questo mio lato intimo. Poi un uomo mi ha fatto risentire di essere desiderata, sessualmente attraente e ho riscoperto che non è vero che non sento più nulla, anzi e mi fa rabbia essermi spenta per tanti anni perché il sesso è belli, sano, fa felici sentirsi desiderati. L’uomo che mi ha risvegliata non mi interessa a livello sentimentale, credo anzi che non sia una persona che mi interessi, ma mi ha fatto risentire cose che non credevo più di avere in me. Ora voglio parlare con mio marito, con calma, del perché ci siam fatti tutto questo e di come mi son resa conto di quanto mi fa soffrire essermi annullata come donna e di quanto mi manca sentirmi donna. Con lui non ho attrazione, voglio dire il mio dolore d su, anche dire che mi son accorta che sono viva e se mi capiterà non mi proverò di vivere un’avventura. Chissà se lui ne avrà avute in questi anni, non so. Non credo che arriveremo a separarci o a riavvicinarsi dopo tanto tempo e all’età che abbiamo possiamo continuare così. Per me ora, forse egoisticamente, sento il bisogno di dirlo e darci libertà, anche se non accadrà magari più di avere avventura. Ho la necessità di metterlo a conoscenza del mio dolore, per avere spiegazioni che forse non arriveranno visto che non ne abbiamo mai parlato nemmeno di come è stato lui. Sbaglio nel volerlo chiarire? Mi serve per me, mi sono sentita più che rifiutata. Mi è venuto anche il dubbio che lui sia anche un po’ gay , per segnali del passato mai tenuti in conto, e che lui non ha mai espresso. Aiuto, posso dire il mio dolore?
Buongiorno Mara, la sua frustrazione è senza dubbio comprensibile. Sono trascorsi ormai molti anni assieme a questa persona dopo la nascita della figlia, senza che vi sia stata una ripresa dell’intimità nel rapporto. Ora, lei sente il bisogno di sentirsi più completa come donna, di vivere un rapporto più completo di quello in cui è tutt’ora coinvolta.
Parlare con il coniuge e provare a chiarire è un’azione che solitamente porta sempre a buoni risultati. In questo caso c’è un limite non indifferente, ovvero la quantità di tempo trascorso. Se non vi è mai stato fino ad ora un momento di confronto serio, aperto, profondo e sincero, non sarei particolarmente ottimista sul fatto che potrebbe esserci ora. Evidentemente, per qualche ragione, nell’arco di 23 anni nessuno dei due ha manifestato all’altra/o un particolare senso di insoddisfazione e il desiderio di affrontarlo assieme.
Ritengo però molto importante che lei sia riuscita a raccogliere le sue riflessioni in un’analisi scritta molto dettagliata. E’ molto importante che lei ora chiarisca fino in fondo a sé stessa ciò che la fa stare bene, che cosa si aspetta dalla vita, cosa si aspetta dal coniuge e quali sono le emozioni che vive in questo momento. Questo la aiuterà a stabilire la prossima mossa da compiere, e ad avere più chiaro che cosa esattamente vorrebbe comunicare al marito.
Se avesse bisogno di qualche chiarimento più approfondito, mi contatti pure liberamente.
Grazie dell’attenzione e dei suggerimenti. Sicuramente non sarà facile per entrambi parlare dopo tanto tempo e non ho tante aspettative. Ora come ora ho la necessità di esternare ciò che provo e ascoltare come ha vissuto lui la situazione perché non rimanga un “cadavere nell’armadio” più di quanto lo sia già stato.
Grazie e non mancherò, in caso di bisogno, a ricontattarla.
Prendere l’iniziativa
Buonasera, mi chiamo Ambra e ho 18 anni. Da più di 2 anni sto con un ragazzo di 20. La nostra relazione procede bene al di fuori di qualche divergenza e litigio, com’è giusto che sia. Abbiamo rapporti sessuali regolari da circa un anno, il problema è che fin ora non sono mai stata io a prendere l’iniziativa. E’ come se qualcosa mi frenasse prima di cominciare un rapporto, mi sento impacciata forse imbarazzata, anche se poi magari dopo questa prima fase comincio a sentimi a mio agio. Di questo problema, di cui sono sempre stata consapevole, ne abbiamo parlato più volte (non perché io abbia voluto ma perché il mio ragazzo me l’ha fatto notare), e lui vorrebbe che ogni tanto fossi io quella a prendere l’iniziativa. Quando ogni tanto mi parla di questa cosa provo fastidio e rabbia con me stessa, ma apprezzo che me ne parli. Lo capisco perché è normale avere anche queste esigenze a 20 anni. La cosa che non mi spiego è il perché di questo mio atteggiamento, quando a 18 anni dovrei essere un vulcano di ormoni..
Forse questa cosa potrà sembrare banale, ma mi fa sentire un po’ frustrata.
Grazie in anticipo per l’attenzione!
Buonasera Ambra,
sulla base di questi pochi elementi che ha riferito, direi che la situazione non appare poi così problematica.
Andrebbe eventualmente valutata quale potrebbe essere la ragione per cui si sente “impacciata” o “imbarazzata”, ma come lei stessa specifica, ciò si manifesta solamente in un momento iniziale. Subito dopo sembra infatti sentirsi maggiormente a suo agio.
Parlarne assieme può senza dubbio contribuire a chiarire, purché non si insista troppo, perché si potrebbe arrivare alla situazione paradossale di ingigantire un problema che non sembra poi così serio.
Anche incolpare sé stessa per non essere “un vulcano di ormoni” è un modo per rendere le cose più complicate. In fin dei conti lei ha un’età in cui è possibile sviluppare ancora molto i propri desideri, il proprio modo di amare e di vivere il coinvolgimento sessuale. Il desiderio sessuale non è espresso in maniera standardizzata nelle persone, nemmeno nei giovani. Ognuno deve acquisire familiarità con i propri desideri e l’espressione della passione attraverso la sessualità. Si dia il tempo di comprendere esattamente quali sono i suoi effettivi bisogni e desideri.
Le posso raccomandare semplicemente di comportarsi esattamente come si sente, prestando ascolto non solo al desiderio sessuale ma anche a ciò che prova per questo ragazzo in termini di sentimento più in generale. Quando il sentimento è genuino ed intenso, l’intimità viene espressa con più facilità ed in maniera più coinvolgente per entrambi.
Salve,
mi è capitato che una donna per un periodo di tempo mi guardava, non c’è stata una volta che l’ho vista e non mi ha messo gli occhi addosso, visto che mi piaceva, ho iniziato a guardarla anche io per vedere un po come avvicinarla, ma da quando ho iniziata a guardarla, mi accorgo che quando sono da lontano o quando passo con l’auto guarda, ma se ci incontriamo da vicino, noto che diventa tesa, abbassa lo sguardo, insomma da l’impressione che passarmi accanto fosse una cosa forzata .
Qualche mese fa capitò una cosa un po strana, (anzi un bel po strana) ci incontrammo in angolo con un palazzo, quindi venendo da due strade nascoste ci si vide all’improvviso, fece quasi un sobbalzo sbarrando gli occhi, con una mano si copri quasi il viso e prosegui . Ma non riesco a capire se è infastidita poiché penso che ha capito che mi interessa, se si tratta di timidezza (o una donna bloccata verso il sesso opposto, visto la reazione dell’incontro all’improvviso sembra un po esagerata) o altro, per esempio non vuole che tento qualche approccio. Inoltre c’è un modo per capire cosa che gli passa per la testa, in modo da capire come regolarmi, senza cimentarsi in un approccio azzardato e quindi evitare un eventuale rifiuto.
Un’altra cosa che ho notato e che spende da diverso tempo in un supermercato dove ci incontriamo spesso, non è mai capitato di vederla scambiare qualche parola con una commessa, un banconista, una persona, niente in assoluto,(questo fa capire che è una persona chiusa) mentre le altre persone che vengono spesso in questo supermercato, come anche a me, capita di scambiare qualche parola o almeno un saluto con la cassiera o altro dipendente, dopo un po che si frequenta un posto viene spontaneo.
Io ho 49 anni lei più o meno la mia stessa età
La ringrazio anticipatamente
Buongiorno Marco,
è del tutto possibile che questa donna possa essere caratterizzata da una personalità ipersensibile, o comunque incline all’evitamento del contatto sociale aperto che molte altre persone manifestano invece con grande facilità. Per questo motivo senza dubbio un approccio troppo diretto potrebbe metterla in difficoltà. Mi pare però di capire che anche lei stesso si stia muovendo in maniera piuttosto prudente, per cui la situazione non sta evolvendo.
In casi come questi diventa difficile capire realmente che cosa potrebbe pensare l’altra persona. Non è semplice rendersi conto se le possiamo interessare davvero e il modo in cui eventualmente tentare di avvicinarla.
La sua domanda, se ho ben compreso è se “c’è un modo per capire cosa che gli passa per la testa, in modo da capire come regolarmi, senza cimentarsi in un approccio azzardato e quindi evitare un eventuale rifiuto“.
Temo di no. La paura del rifiuto fa parte di noi, per tutto il corso della nostra vita. C’è chi ha un ottimo livello di sicurezza di sé e autostima, e chi invece risente di questo aspetto in maniera molto più impattante. Se questo è il suo caso, non esiste una formula magica per evitare di esporsi a questo rischio.
Se davvero è interessato a questa persona, prima o poi, un passettino anche molto piccolo per farle comprendere il suo interesse dovrà essere fatto. Certamente un approccio troppo diretto, come lei stesso ha affermato, non sembra essere l’opzione ideale. Potrebbe chiudersi ulteriormente. Ma un piccolo gesto di apertura verso di lei per stabilire una piccola connessione iniziale deve essere fatto.
Anche se la conosce poco, magari ha notato qualche particolare nel suo modo di fare o di essere che potrebbe suggerirle il modo in cui fare un piccolissimo primo passo. Consideri tutto questo come un modo per essere più fiducioso in sé stesso ed eventualmente per trovare la forza anche per sdrammatizzare ed essere sereno qualora fosse difficile suscitare un interesse da parte dell’altra persona.
In bocca al lupo!
La ringrazio per la risposta e la sua gentilezza.
Salve,
Sto col mio ragazzo da ormai tre anni e mezzo( siamo adulti oltre i 30) . Da permettere che il nostro, inizialmente, era un rapporto a distanza e ci si vedeva una volta ogni mese e mezzo circa. Da due anni, riuscendo ad avvicinarmi a lui grazie al lavoro, ci vediamo ovviamente molto di più.
Nonostante la maturità raggiunta da entrambi spesso ci ritroviamo a discutere per una gelosia che da parte sua è andata crescendo già dai primi due mesi di relazione ed alcuni litigi scaturiscono dal mio modo di vestire o da ciò che posto sui social. Amo essere appariscente e questo, lui, lo ha sempre saputo dal momento che mi sono presentata in totale trasparenza. Non avrei mai intrapreso una relazione con una persona che, alla minima (ma minima davvero) scollatura, fosse pronta a far scenate o litigare. Dal momento in cui questa gelosia si è palesata ho sempre cercato di andargli incontro, magari prestando attenzione ai miei acquisti o a ciò che postavo. Ma nulla di fatto: io toglievo il 10 e lui avrebbe voluto togliere 15,e le volte successive via via così. In certi momenti credo di essere incappata nel ragazzo sbagliato e temo di aver solo perso del tempo con lui. In più occasioni ci siamo ritrovati a un passo dalla rottura ma alla fine nessuno dei due riesce a dire basta, forse per i tanti ricordi che ci legano o per l affetto che comunque non manca. Sento che questa relazione fatta di rinunce da parte mia non può reggere in maniera sana o magari ho solo una visione molto pessimistica io.
In attesa di un parere porgo cordiali saluti.
Buonasera,
è sempre molto difficile fare una valutazione sulla base di così pochi aspetti. Direi però che alcuni elementi possono essere valutabili.
Sembra innanzitutto che vi sia un aspetto legato alla gelosia, per il quale il modo in cui lei gradisce apparire in pubblico è poco tollerato dal suo ragazzo. Se la questione si limita a questo, senza dubbio la cosa può essere superata con un po’ di buon senso e maturità da parte di entrambi.
Se invece questo è un segnale di una forma di gelosia che tocca anche altri campi della relazione e che limita il suo modo di sentirsi libera, allora sarebbe forse opportuno esaminare la questione più a fondo.
Lei parla di una “relazione fatta di rinunce” da parte sua. Credo sia prima di tutto importante chiarire a se stessi (e poi tra di voi) quali sono le cose che per voi sono importanti in una relazione. Al di là di qualche momento di incomprensione per via degli aspetti che ha indicato, vi sentite soddisfatti a livello dei vostri sentimenti? Ciò che provate mentre siete assieme, riesce a suscitare in voi quelle emozioni fondamentali che un rapporto appagante dovrebbe offrire?
Una relazione matura è fatta di condivisione di momenti ed esperienze che rendono gioiosa e ricca la propria esistenza. Ma si basa anche sulla disponibilità di entrambi a mettere in discussione quegli aspetti di importanza relativa che possono danneggiare il rapporto.
In sostanza, se vi sentite entrambi appagati di questo rapporto, si tratta semplicemente di trovare un equilibrio sulle reciproche esigenze.
Se invece vi sono aspetti che entrambi ritenete eccessivamente limitanti rispetto alla libertà del singolo, allora varrebbe la pena interrogarsi sia sulle dinamiche che voi come coppia tendete ad instaurare, sia sulle rispettive caratteristiche psicologiche personali e di conseguenza sul tipo di aspettative (più o meno realistiche) che si tende ad avere verso l’altra persona.
Spero che questo le possa offrire qualche elemento di riflessione.
Buona serata!
Quando l’Amore finisce
Vorrei sapere se, quando una relazione finisce, è normale vivere un periodo di forte tristezza, o forse depressione, simile a quella che si prova quando si perde per sempre una persona cara.
In questo caso, come è possibile aiutarsi a ritrovare serenità e fiducia?
Conflitto interiore tra Amore e Libertà
Sono una ragazza di 30 anni e da qualche mese ho iniziato una relazione con un ragazzo, mio coetaneo, che fin da subito mi è sembrato perfetto, sotto ogni punto di vista.
Dopo una fase iniziale di normale trasporto nei suoi confronti, mi sono resa conto che in me c’è una sorta di conflittualità interiore.
Da un lato continuo a vivere normalmente l’attrazione e il sentimento verso di lui. Dall’altro lato ho iniziato ad avere qualche timore di perdere la mia libertà.
E’ come se, dopo aver tanto a lungo desiderato di sentirmi amata e accolta come sta succedendo ora, ci fosse in me qualche paura che non capisco, e talvolta avrei il desiderio quasi di respingerlo.
A cosa può essere dovuta questa incertezza?
Come tutti sappiamo, le dinamiche che entrano in gioco in una relazione possono davvero essere innumerevoli. È sempre difficile e rischioso fare affermazioni generiche su fattori di questo tipo. Possiamo però iniziare con il constatare che un conflitto tra il desiderio di vivere intensamente gli affetti che nascono in una relazione e il timore di perdere il controllo della propria libertà e soggettività, non è poi così raro e sconosciuto.
Tende ad essere più frequente in persone particolarmente sensibili e affettivamente insicure. Chi non possiede un adeguato livello di sicurezza in sé stessa/o, non di rado si trova a lottare con i propri timori di non saper gestire la vicinanza e la lontananza dal partner all’interno della relazione. La distanza è mal tollerata, ma lo è anche la troppa vicinanza, che può innescare il timore di non riuscire a mantenere il proprio equilibrio e la propria autonomia affettiva.
La troppa sensibilità innesca anche il timore di lasciarsi andare per la paura che, se la relazione dovesse diventare “troppo seria”, diventerebbe molto difficile tirarsi indietro. La persona ipersensibile si troverebbe molto in difficoltà nel caso in cui si dovesse rendere conto che quella relazione non è ciò che desidera, in quanto manca della necessaria sicurezza in sé stesso da riuscire a comunicarlo alla controparte, accettando le conseguenze emozionali della ferita che il partner inevitabilmente subirà. Teme dunque di rimanere in trappola in una relazione non desiderata, da cui non ha il coraggio di uscire.
Per altre persone il conflitto tra amore e libertà potrebbe avere una natura meno nobile. Esso semplicemente deriverebbe dal fatto che la vita, oggi molto più che in altri tempi, offre innumerevoli opportunità di realizzazione personale e di esperienze relazionali e affettive. Oggi, impegnarsi in una relazione affettiva profonda, equilibrata ed emotivamente intensa, può diventare difficile per chi sa di poter disporre di continue possibilità di scelta. La sua mente è spesso focalizzata sulle opportunità che sta perdendo, più che su ciò che in quel momento vive all’interno della coppia.
In altri casi, alla base di questo conflitto vi sono blocchi emotivi che richiedono un lavoro di rielaborazione profonda. Lo psicologo può offrire un aiuto professionale e concreto a chi desidera acquisire una maggiore consapevolezza sui propri desideri e sulle scelte da compiere per il proprio futuro. Nei casi in cui fosse necessario rielaborare ferite profonde e possibili blocchi emotivi alla base del conflitto affettivo, è più verosimile che il soggetto si debba avvalere di uno psicologo (o medico) che sia anche psicoterapeuta, affrontando un percorso generalmente più lungo ed approfondito.
Infine, data la natura dei contenuti di questo sito, tra i possibili motivi per i quali una persona può vivere un’alternanza tra desiderio di amore e paura di perdere la propria libertà, non possiamo non menzionare anche il fatto che in alcuni casi, la spinta alla valorizzazione del proprio mondo interiore è così forte che la condivisione di affetti con un’altra persona può essere sperimentata come potenzialmente limitante. Il conflitto in questi casi tende ad essere piuttosto marcato, dal momento che una persona attenta alla propria natura psico-spirituale possiede di norma anche una certa sensibilità.
Un conflitto di questo tipo si risolve solamente se la persona che lo sperimenta è in grado di acquisire maggiore sicurezza in sé, un maggior grado di stabilità emozionale e un avanzamento concreto nel contatto con il proprio Sé più elevato. Solo così è infatti possibile comprendere le proprie intenzioni e la natura vera del rapporto che si sta vivendo.