In un interessantissimo articolo pubblicato qualche tempo fa su “Il Sole 24 Ore” dal titolo “Arriva dagli Usa un’altra epidemia: migliaia di morti per mancanza di senso“, viene fatto il punto della situazione su un inquietante aspetto della moderna civiltà occidentale. Negli Stati Uniti, nel solo anno 2017, i morti dovuti a suicidio, overdose o malattie correlate all’abuso di alcool sono stati 158 mila.
La condivisibile preoccupazione espressa dal principale quotidiano economico italiano riguarderebbe prima di tutto il fatto che gli USA costituiscono di norma l’avanguardia delle tendenze destinate, prima o poi, ad estendersi a tutto il mondo economicamente avanzato. L’enorme numero di “morti per disperazione” viene definito come una vera e propria epidemia, espressione divenuta tristemente familiare a tutti noi a partire dall’inizio di quest’anno.
A fare la differenza con l’epidemia legata al covid-19 è però l’origine sociale del problema. Scrive infatti il giornale che “la ricerca di un senso profondo per la nostra vita, le relazioni, il lavoro, rappresenta il bisogno più fondamentale che ogni essere umano cerca consciamente o inconsciamente di soddisfare. Riuscire a costruire una narrazione logica e coerente della propria vicenda esistenziale, sentirsi utili agli altri, capaci di fare la differenza, consapevoli di operare in vista di un fine che riteniamo giusto e degno di valore; sono questi gli elementi che ci aiutano ad attribuire significato alle nostre azioni“.
L’articolo prosegue poi offrendo un’analisi socio-economica delle ragioni che possono essere alla base di tutto questo, ma il nucleo centrale della questione è perfettamente riassunto nelle poche righe qui riportate. Si tratta infatti di un problema che ha un notevole risvolto psicologico.
Mancanza di senso e salute mentale
Nelle pagine di questo sito ci siamo spesso soffermato su tematiche riguardanti la ricerca di senso quale importante fattore di equilibrio psicologico e salute mentale. Ma vorrei però qui richiamare l’attenzione non tanto su ciò che la società può fare per salvaguardare l’individuo da una crisi di questo tipo, quanto su ciò che l’individuo stesso può (e dovrebbe) fare per essere padrone di sé stesso ed allo stesso tempo promotore di benessere per gli altri.
Siamo tutti consapevoli del fatto che le condizioni sociali, lavorative ed umane a cui le moderne società occidentali sottopongono i cittadini sono estremamente impegnative. Ma tutto questo dipende anche dal fatto che nella maggior parte dei casi non abbiamo un fine autentico per il quale lottare, resistere e persino rinascere.
Ciò che più mi sorprende in questo tipo di crisi è la difficoltà nel rendesi conto che una situazione di crisi di senso come quella moderna può portare con sè straordinarie opportunità di sviluppo interiore e di ampliamento di consapevolezza rispetto al senso della propria esistenza.
Le crisi possono essere barriere, oppure opportunità. La crisi diventa una barriera quando ci focalizziamo esclusivamente sui suoi effetti e sul vissuto emozionale che genera in noi. La crisi diviene invece un’opportunità quando siamo in grado di vedere le nuove vie di consapevolezza che ci potrebbe consentire di percorrere.
Le persone cambiano di fronte alle crisi. E’ molto difficile affrontarle (o subirle) rimanendo esattamente la persona che si era precedentemente. Se ci focalizziamo sul vissuto della frustrazione per il mancato soddisfacimento dei desideri che normalmente abbiamo, rischiamo davvero di essere travolti dalla crisi.
Se siamo invece in grado di accettare, almeno temporaneamente, le difficoltà, e di iniziare parallelamente un percorso di consapevolezza e di ricerca di valori più autentici su cui fondare la nostra realizzazione personale, allora abbiamo molte più probabilità che la crisi di mancanza di senso si possa trasformare addirittura in un dono.
Una crisi esistenziale può certamente risolversi con quella che potremo definire “soluzione del problema”, ovvero con un cambiamento nelle circostanze esteriori in grado di produrre in noi quella soddisfazione che allontana ogni frustrazione.
Ma se si tratta di un’autentica crisi di mancanza di senso, questo effetto sarà probabilmente solamente temporaneo, o limitato. Di fronte ad un’eventualità di questo tipo, per non cadere in quelle problematiche derivanti dalla frustrazione dei propri desideri, è necessario fare un passo in più. E’ necessario porsi in quella condizione di ascolto interiore che consente di iniziare a scoprire la natura del proprio più autentico desiderio, o della propria vocazione nella vita.
La crisi di mancanza di senso rischia davvero di diventare una minaccia più grave dell’attuale pandemia, perchè la frustrazione dovuta all’insoddisfazione del vivere è diffusissima. Questo tipo di crisi è per lo più figlia del benessere. Anche le vite apparentemente più appaganti possono nascondere grandi disagi, sotto la superficie.
L’unica via percorribile in situazioni di questo tipo è proprio la sconfitta della mancanza di senso, ovvero l’apertura all’arricchimento del bisogno di senso a cui il cuore anela.