In un recentissimo ed interessante articolo apparso sulla rivista Psychology Today dal titolo “The Evolution of Honesty“, il prof. Christian L.Hart affronta il delicato tema dell’onestà umana secondo un’ottica evoluzionistica. Quale studioso dell’altrettanto interessante tema relativo alle dinamiche dell’inganno, dichiara di essere frequentemente interrogato sul perché alcune persone sembrano avere una spiccata tendenza a mentire.
Non è certamente necessario scatenare la nostra più recondita immaginazione per ripensare a qualche esempio di persona che ricorre con disinvoltura alla menzogna, all’inganno o al tradimento. Ma fortunatamente queste persone attirano l’attenzione proprio per il fatto che il loro comportamento è di norma considerato deviante rispetto a quello mostrato dalla gran parte dell’umanità.
L’autore si chiede quindi quale potrebbe essere il motivo per il quale la maggior parte delle persone vive e si comporta onestamente, persino quando mentire o ingannare aiuterebbe nella realizzazione dei propri interessi. La tendenza ad essere sostanzialmente onesti con le persone che ci circondano sembra costituire un tratto essenziale della natura umana, né più né meno di quanto lo sia la socialità, il linguaggio, la curiosità e altri tratti universali. Sulla base di questa osservazione, il prof. Hart orienta quindi la questione dell’onestà umana in una prospettiva evoluzionistica.
Onestà umana e conflitto di interessi
Quando due individui interagiscono , non è raro che abbiano interessi divergenti. Basti pensare alle normali interazioni che si presentano quotidianamente nella nostra vita. In una transazione d’affari, entrambi gli attori hanno l’obiettivo comune di facilitare e concludere il processo. Ma hanno anche una necessità totalmente divergente. Il venditore desidera massimizzare il profitto, l’acquirente desidera ridurre il più possibile la spesa.
Il prof. Hart richiama l’attenzione sul fatto che ciò vale in tutti i campi, anche all’interno delle relazioni di coppia. Uno dei due partner, ad esempio, potrebbe desiderare di arrivare al più presto al matrimonio, ad avere figli e una casa con giardino fuori città.
Ma cosa succede se l’altro vorrebbe invece vivere in un palazzo del centro storico, e rinviare il matrimonio e ogni decisione sul diventare genitori? Se il rapporto ha una solida base (tale da non spezzarsi), allora i partner negozieranno, discuteranno, combatteranno, imploreranno, faranno compromessi o litigheranno.
Utilizzeranno, in altri termini, una combinazione di strategie finalizzata alla realizzazione dei propri scopi, negoziando di volta in volta le condizioni che possano soddisfare entrambi. Tra queste strategie, vi è purtroppo anche l’inganno.
Una persona interessata ad una relazione extraconiugale potrebbe ad esempio informare il partner che sta uscendo con gli amici, o che si deve intrattenere fino a tardi al lavoro. Se desideriamo una giornata di libertà dal lavoro, potremmo avvisare il datore che non ci sentiamo bene. Sono semplicissimi esempi di come l’inganno a volte possa essere la strategia utilizzata per massimizzare il proprio interesse personale.
L’onestà è un fatto naturale
L’autore dell’articolo citato afferma che, nei suoi studi, ha riscontrato che la maggior parte delle persone si comporta secondo un criterio di onestà di fondo. Sembra che la maggioranza affermi di mentire molto raramente, anche nei contesti in cui non ci sarebbe motivo di temere di essere scoperti.
L’interessante domanda che ne consegue potrebbe dunque essere riassunta con queste parole: perchè le persone mantengono un comportamento di tipo prosociale, quando nella propria vita esiste un evidente tornaconto a mentire?
Alcuni ricercatori hanno affermato che l’uomo ha sviluppato una preferenza prosociale. Ci siamo evoluti per cooperare, anche se un comportamento “machiavellico” (sfruttare, manipolare o ingannare al fine di perseguire i propri scopi) avrebbe indiscutibili vantaggi personali.
Il fondamento della teoria evolutiva prevede che, al fine di essere preservato, un comportamento deve avere un vantaggio di tipo adattivo. Per cui, anche un comportamento di tipo prosociale, in qualche modo, deve offrire qualche tipo di vantaggio.
Il prof. Hart afferma che disponiamo oggi di prove sufficienti per poter affermare che senza cooperazione, l’essere umano avrebbe molte meno probabilità di sopravvivere. Studi sul passato remoto dell’umanità sembrano rivelare che la speranza di sopravvivenza era molto più bassa per l’individuo isolato. Senza cooperazione, vi era una maggior esposizione a lesioni, malattie, fame, ecc. Il gruppo, in parole semplici, è sempre stato percepito come garanzia di una maggiore possibilità di sopravvivenza.
Le basi evoluzioniste dell’onestà
Se da un lato, dunque, la cooperatività sembra essere un interesse comune, dall’altro vi sarebbe anche una severa vigilanza sul comportamento delle persone con cui si intende cooperare. Tendiamo a collaborare selettivamente con le persone che dimostrano il desiderio di fare altrettanto. Pertanto, per poter avere proficui rapporti di collaborazione, dobbiamo dimostrare la nostra intenzione di essere buoni compagni di squadra.
E questo sarebbe alla base del desiderio umano di avere una buona reputazione. Siamo inclini a mostrare calore, lealtà, onestà. La necessità della sopravvivenza della vita di gruppo avrebbe spinto l’essere umano a premiare il comportamento altruistico.
Anche il senso di colpa e la vergogna si inscriverebbero in questo tipo di prospettiva, facendoci sentire a disagio quando non riusciamo ad agire in modo equo. Quanto di tutto questo dipenda da fattori fisiologici e quanto invece da aspetti culturali, non sarebbe ancora del tutto chiaro, come afferma il prof. Hart. Rimane però il fatto positivo che la maggior parte delle persone sviluppa una tendenza positiva all’onestà.
L’onestà umana è solo un fattore evoluzionistico?
La lettura di questo articolo mi ha portato inevitabilmente ad una riflessione sull’onestà umana, che va inevitabilmente oltre gli aspetti evoluzionistici. Tutte queste scoperte sono estremamente interessanti, e il fatto stesso che vi sia in natura un fattore che spinge evolutivamente verso forme sempre più raffinate di esistenza, è di per sé stesso innegabile.
Se c’è una cosa per cui sarò sempre infinitamente grato alla vita, è il fatto di svolgere una professione che offre il privilegio di poter essere testimone della bellezza del cuore umano. Credo che fino a quando lo studio dell’essere umano si limiterà alla comprensione della dimensione dell’interesse personale, la vera bellezza delle profondità dell’anima rimarrà inspiegata.
La vita di molte persone è circondata da sentimenti di tutt’altro tipo rispetto a quelli di onestà, prosocialità ed empatia. Eppure non smettono di credere nel cambiamento. Non smettono di credere nel valore dell’esempio personale. Non smettono di pensare che anche di fronte al desolante panorama di una società sempre più narcisisticamente orientata valga sempre la pensa impegnarsi, anche solo per “accendere una luce nell’oscurità del mero essere” come avrebbe detto Jung.