È una domanda che mi ha sempre tormentato fin da giovanissimo:
“è sempre possibile risalire alle cause nel passato di ciò che determina il nostro comportamento nel presente?”
Se nella nostra vita siamo gioiosi e sereni oppure cupi e sofferenti, se tendiamo all’autostima o al vittimismo, se siamo inclini alla serenità o al pessimismo: sono tutti elementi per i quali è possibile rintracciare un fattore condizionante nel nostro passato?
Innatismo e Ambientalismo: entrambe le teorie collocano le cause nel passato
Non posso non ripensare alle parole di uno dei più celebri esponenti del Comportamentismo, una corrente psicologica fortemente orientata in senso “ambientalista” 1. John B. Watson affermava infatti: “Datemi una dozzina di bambini sani, ben formati, e l’ambiente specifico che dico io per tirarli su e vi garantisco che, dopo averlo preso a caso, farò di ognuno uno specialista a piacere – un dottore, un avvocato, un artista, un capitano d’industria oppure persino un mendicante o un ladro – a prescindere dal suo talento, dalle sue inclinazioni tendenze, capacità, vocazioni e dalla razza dei suoi avi” 2.
Forse non sono l’unico a rabbrividire di fronte ad una prospettiva di questo tipo. Fortunatamente oggi la Psicologia, in generale, propende per un approccio di tipo “Interazionista“, che come afferma il termine stesso, tiene conto sia degli aspetti ambientali che di quelli ereditari. Ma non ci si limita a questo. Come abbiamo riportato in un articolo sul “destino“, esistono psicologi come il noto analista junghiano James Hillman, che si dicono certi addirittura dell’esistenza di una predisposizione individuale (definita “Daimon”) in grado di “guidare” un individuo, lungo tutto il corso della sua esistenza, verso il compimento di un “progetto di vita” già prestabilito alla nascita.
In sintesi, abbiamo dunque chi ritiene che l’attuale personalità di un individuo non possa che essere il frutto di cause appartenenti al proprio passato, chi afferma che i fattori ereditari bastino invece da soli a spiegare buona parte delle tendenze attuali e chi, infine, ritiene che la complessità umana possa essere spiegabile solo da modelli di tipo interazionista. Come abbiamo visto, non manca però qualche curiosa ed affascinante teoria che colloca le cause delle condizioni psicologiche presenti nell’opposta direzione temporale: il futuro, con particolare riferimento al “destino personale” che accompagna l’individuo verso il suo compimento.
Senza entrare qui troppo nel merito e riservandoci di parlarne nell’apposita sezione riservata alla Psicologia Quantistica (si veda anche la discussione sulla Psicologia Quantistica all’interno della sezione “Lo Psicologo Risponde“), possiamo dire che ipotesi come quella della “Retrocausalità” appaiono sempre meno bizzarre all’occhio di molti scienziati moderni. La Psicologia non può ovviamente estraniarsi da questi sviluppi, perchè qualsiasi novità scientifica che possa contribuire al benessere dell’uomo di oggi, disorientato dalla sempre più complessa realtà moderna, deve essere indagata con serietà.
Cause nel Passato e Personalità del Presente
La grande diffusione a livello culturale di cui hanno goduto le teorie psicoanalitiche classiche lungo tutto il corso del Novecento ha senza dubbio contribuito ad una generalizzata tendenza ad attribuire grande importanza al nostro passato, ai condizionamenti ricevuti ed alla libertà (o frustrazione) con cui abbiamo potuto vivere le nostre emozioni.
Vi sono senza dubbio situazioni, in particolar modo quelle di natura patologica, in cui andare a ricercare le cause nel passato può effettivamente essere una necessità. Molto però dipende dall’obiettivo che ci si pone. Se vi sono blocchi emozionali o complessi psicologici così forti da compromettere il benessere psicologico della persona, forse ricercarne le cause nel passato può rivelarsi una necessità. Purché un lavoro di questo tipo venga svolto avvalendosi della professionalità di uno Psicologo (o Medico) esperto e abilitato all’esercizio della Psicoterapia.
Se il nostro obiettivo è invece quello di potenziare le capacità già presenti, di imparare come utilizzare al meglio le nostre risorse, di scoprire quali sono i nostri punti di forza prima ancora di conoscere quali potrebbero essere le cause dei nostri punti di debolezza, allora forse il lavoro psicologico da effettuare potrebbe spostarsi su un terreno diverso.
In presenza di una struttura di personalità sana, che non necessita di un intervento di tipo psicoterapeutico, lo Psicologo può valutare l’opportunità di focalizzare il lavoro sul momento presente e sulle opportunità di crescita, più che sui fattori limitanti e sulla scoperta delle relative cause.
Per una lettura di approfondimento:
Il Counseling Psicologico con l’Esperienza Immaginativa
L’evoluzione della nostra vita presente e futura
La scienza “galileiana” moderna si pone l’obiettivo della conoscenza della realtà nella sua forma più oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile. La Psicologia, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, ha scelto la strada della scientificità, assoggettandosi pertanto alle medesime regole (il metodo sperimentale) delle scienze naturali.
In quest’ottica, il principio di causalità non può che seguire una logica di tipo lineare e meccanicista: per ogni manifestazione di effetti nel presente, deve necessariamente esistere una causa nel passato. Per molti ricercatori questo è l’unico paradigma accettabile affinché i risultati della sperimentazione possano essere ritenuti validi e attendibili.
Il mondo della Psychè, l’Anima degli antichi Greci, mal si presta però ad essere indagato con i rigidi parametri della scientificità moderna. Fino a quando ci muoviamo nel reame dei processi cognitivi “semplici”, il metodo si rivela tutto sommato idoneo. Ma che dire della naturale tendenza dell’uomo a ricercare un senso teleologico alla propria esistenza? Come potremmo “operazionalizzare” variabili sperimentali che indagano su questo aspetto? Anche aspetti come questi derivano da cause nel passato?
La Psicologia che amo è quella che inquadra l’uomo all’interno di una dimensione che lo vede protagonista di un viaggio verso la pienezza dell’Essere, verso una grande ricchezza interiore, verso la realizzazione della natura Transpersonale del proprio Sé. Difficilmente tutto ciò può essere spiegabile in termini meramente meccanicistici.
Tutto questo per dire che esistono certamente ambiti di lavoro psicologico in cui la ricerca di cause nel passato può rendersi indispensabile. Ma le questioni psicologiche che sfiorano il cuore e l’anima dell’individuo possono avvalersi anche della ricerca e della valorizzazione di quegli aspetti presenti ad uno stato ancora solamente potenziale.
Forse, se “siamo fatti” in un certo modo non è solamente perché questo è il modo in cui il nostro passato ci ha condizionati ad essere. E’ altrettanto affascinante indagare il modo in cui il futuro di pienezza futura che percepiamo nel nostro cuore nel momento attuale è in grado di influenzare il nostra stato psicologico presente e la realtà in cui ci esprimiamo. Se gli studiosi come James Hillman, preoccupati di restituire un’Anima alla Psicologia, non sono in errore, allora dovremmo aprirci alla possibilità che a guidare il nostro presente sono sia le cause collocabili nel passato che la natura del nostro personale “Daimon”.
Lettura di approfondimento:
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(1) – Ambientalismo: “Teoria secondo cui i tratti caratteristici del comportamento sono prodotti dalle esperienze che l’individuo fa nell’ambiente”. È l’opposto di Innatismo: “Teoria secondo cui i comportamenti dell’individuo sono determinati dal patrimonio genetico” (Dal Dizionario Zanichelli).
(2) – Citato in: Luciano Mecacci – Storia della Psicologia del Novecento – Laterza
Che ne pensi dell’ipotesi dell’esistenza di un Daimon personale, in grado di influenzare il nostro presente? Puoi esprimere la tua opinione lasciando un commento nell’apposito spazio che trovi di seguito. Grazie!