Come rispondiamo quando ci viene rivolto un complimento sincero? Riusciamo a riceverlo con un senso di gratitudine o proviamo un senso di disagio?
In un interessante articolo dal titolo “Things We Say That Block Contact” lo psicologo statunitense John Amodeo offre un’ottima riflessione su questo aspetto delle relazioni personali, di cui riportiamo di seguito una sintetica traduzione.
Spesso non ci rendiamo conto di come la qualità della nostra vita potrebbe migliorare semplicemente prestando attenzione alla piacevolezza delle relazioni personali. Semplicemente, non consentiamo alle persone di avvicinarsi a noi. Perdiamo costantemente l’opportunità di stabilire connessioni più ricche. Prestando attenzione a come comunichiamo e a come ci sentiamo quando qualcuno ci tratta con gentilezza, possiamo sentirci meno soli e più interconnessi.
Ecco alcuni esempi di come riusciamo ad arrestare la reciprocità nelle relazioni personali.
“Non c’è problema”
Spesso le persone rispondono dicendo “non c’è problema” quando le si ringrazia per qualcosa. Possiamo ad esempio venire prontamente ricontattati da qualcuno al telefono ed affermare “apprezzo molto questa sua rapida risposta“, e sentirci rispondere “non c’è problema“. Saremmo naturalmente felici dell’interesse mostrato nei nostri confronti, ma questa risposta implica qualcosa. Potrebbe indurmi a pensare che la mia richiesta potrebbe in realtà costituire un problema per questa persona. Potrei recepirla come un “Sono piuttosto occupato ora, ma qualche parola veloce la posso tollerare“.
E questo è il motivo per cui agli operatori dei call center viene espressamente insegnato ad evitare risposte di questo tipo. L’accostamento di termini come “non” e “problema” tende ad evocare emozioni spiacevoli. Persino quando la risposta è autentica e gentile, tende comunque a far sentire in difetto il destinatario.
Se ringraziamo un amico o un conoscente per averci risposto prontamente, forse il nostro stato d’animo muterebbe profondamente di fronte ad una risposta come “mi fa piacere sentirti“, “è da tanto che non ci sentiamo“, “è bello sentire la tua voce“. Questi piccoli accorgimenti possono senza dubbio apparire irrilevanti. Sono però in grado di creare un clima molto più accogliente, perchè esprimono più chiaramente il piacere di sentire un’altra persona.
Non si tratta di una banale finzione o di un’enfasi emozionale eccessiva. Si tratta piuttosto di condividere più autenticamente il nostro stato d’animo. Purtroppo, noi ci preoccupiamo raramente di esprimere alle altre persone quanto contino per noi. A volte, basta semplicemente una piccola modifica alle parole che usiamo per rafforzare le nostre relazioni personali e rendere più profonde le amicizie.
“Niente di importante”
Nel ringraziare qualcuno per un suo atto di gentilezza nei nostri confronti possiamo chiudere dicendo “non è nulla“, o “non è niente di importante“. La nostra intenzione potrebbe essere quella di alleviare qualche eventuale sentimento di colpa che la persona potrebbe provare per averci chiesto un favore. Ma in questo modo il loro apprezzamento viene respinto. Perdiamo così l’opportunità di stabilire quel contatto profondo così prezioso nei rapporti interpersonali.
Piuttosto che dire “non è niente di importante”, possiamo suscitare emozioni molto più positive semplicemente dicendo “è un piacere per me“, oppure “sono stato felice di poterlo fare“. Nell’ambito delle relazioni personali affermazioni come queste donano un senso di connessione molto più profonda. E’ molto importante consentire al nostro interlocutore di poter esprimere la propria gratitudine invece che minimizzare o svalutare il nostro gesto.
Si tratta solamente di trovare il coraggio per consentire a noi stessi di essere un po’ più vulnerabili donando e ricevendo apprezzamento. Questo semplice gesto potrebbe ripagarci lasciando in noi un senso di connessione interpersonale molto più profondo.
Aiutare le persone può farci sentire bene. Proviamo a notare come ci sentiamo quando compiamo qualche atto di gentilezza verso qualcuno. Abbassa il nostro tono dell’umore o lo migliora? O rimaniamo semplicemente indifferenti?
Secondo uno studio riportato dal National Science Foundation un numero senza precedenti di americani si percepisce soffre una condizione di isolamento e solitudine. Benché ci possano essere ragioni molto diverse alla base di questo fenomeno, potrebbe essere molto utile notare i sottili metodi con cui allontaniamo da noi le persone invece di favorire la relazione.
Proviamo dunque a prestare attenzione alle quotidiane opportunità che ci si presentano per creare relazioni personali più significative. Sarebbe il primo passo verso una maggiore profondità nella nostra vita e nella comunità in cui viviamo.
Dal sito: www.psychologytoday.com