Emozioni, Psicologia, Potere e “Magia”

Emozioni, Potere personale e Magia della Vita. L'importanza di avere la piena padronanza sull'espressione del proprio vissuto emozionale

Emozioni che ci condizionano

In molti ambiti legati alle tradizioni Orientali e Occidentali si ripete, non di rado, che siamo padroni di tutti gli eventi su cui la nostra mente può esercitare il proprio dominio, mentre siamo schiavi di tutto ciò che invece esercita un potere su di noi. Detto in altri termini, il nostro Sé non sarebbe in grado di esprimere liberamente la propria volontà in tutte quelle situazioni in cui emergono in noi emozioni o pensieri a cui concediamo il privilegio di condizionarci.

Tutto ciò che la nostra mente può padroneggiare in piena libertà, costituisce invece un ambito sul quale siamo noi a detenere il potere. Per rendercene conto è sufficiente riflettere su quante persone, oggetti o situazioni sono in grado di alimentare in noi desideri difficilmente contenibili di possesso, passioni sfrenate che conducono inevitabilmente ad oscillare tra picchi di eccitazione e tristezza, oppure “sogni ad occhi aperti” che ci allontanano da una corretta visione della nostra realtà.

Tutte queste situazioni tendono a catturare le nostre energie e ad indebolire progressivamente la nostra volontà e la capacità di distaccarcene. Il grave senso di impotenza che ne deriva corrisponde a quello stato d’animo che spesso conduce le persone allo studio dello psicologo, alla ricerca di un aiuto per ritrovare la serenità e riuscire a reindirizzare la propria vita verso mete più autentiche ed equilibrate.

Tutto ciò si verificherebbe quindi perchè tendiamo a cadere in una posizione di dipendenza nei confronti di ciò verso cui manifestiamo un desiderio, spesso per semplice pigrizia o inerzia mentale, altre volte per debolezza emotiva o a causa di uno stato psicologico non equilibrato.

L’uomo psicologicamente sano, in possesso di una adeguata padronanza nell’espressione di Sé, conosce i rischi di una vita vissuta in balia di desideri e passioni. Una vita il cui scopo dominante è l’abbandono alle emozioni del momento non è una vita di libertà, come si tende con superficialità ad affermare oggi, ma una vita di schiavitù.

Può sembrare una vita di soddisfazione, e così in effetti appare fino a quando la soddisfazione delle passioni non incontra ostacoli. Ma quando (come nella maggior parte dei casi) qualcosa si interpone tra i desideri e il piacere della loro soddisfazione, in noi emergono frustrazione e sofferenza.

Emozioni e forza dell’animo

Come avremo modo di chiarire anche in seguito, non si tratta assolutamente di reprimere o allontanare da noi quei desideri e quelle emozioni che arricchiscono la nostra vita. Si tratta solamente di applicare il proprio più sottile buon senso al fine di comprendere ciò che inopportunamente imprigiona la nostra libertà, indebolisce il nostro carattere e ci priva di quella autentica “forza dell’animo” tanto preziosa per la realizzazione di ben più importanti scopi della vita.

L’effetto della repressione su emozioni potenti come quelle sessuali è stato, ad esempio, ben illustrato fin dalle prime osservazioni effettuate dagli psicoanalisti (a partire da Freud), e non è necessario ribadire qui l’importanza dell’equilibrio, del buon senso e della saggezza da applicare in queste situazioni. Senza contare che anche la fuga dal vissuto emotivo, in certi casi, può essa stessa essere indice di debolezza e incapacità di autoregolarsi. Equilibrio e buon senso, dunque, sono come sempre le qualità più apprezzabili.

Tornando alla nostra capacità di esercitare un autentico potere sulla nostra vita, Roberto Assagioli spiegava questo concetto affermando che “Siamo dominati da tutto ciò con cui il nostro io si identifica. Possiamo dominare, dirigere ed utilizzare tutto ciò da cui ci disidentifichiamo”. L’importante per Assagioli è quindi mantenere un pieno controllo su ciò che la nostra coscienza esperisce, al fine di evitare di “identificarci” con le nostre sensazioni, con le nostre emozioni o desideri, e con i nostri pensieri. Idendificarsi con tutto questo significa in sostanza confondere l’essenza della coscienza stessa con il contenuto della medesima. Sarebbe infatti più corretto affermare e riconoscere che vi sono in noi desideri, emozioni, ecc., piuttosto che inconsapevolmente riconoscere gli stessi come l’autentica natura del nostro essere.

Per questo motivo proponeva un semplice esercizio di “disidentificazione” da praticare preferibilmente tutti i giorni e molto utile per focalizzare la mente sulla nostra vera natura e non sulle sensazioni, emozioni o pensieri che temporaneamente attraversano la nostra coscienza. Assagioli, ancora più acutamente, fa notare che non dobbiamo seguire le nostre emozioni ma sono le nostre emozioni a dover seguire noi.

Una inadeguata meditazione sul significato più profondo di queste parole, potrebbe condurci a trarre la conclusione che l’intento dell’autore fosse quello di affermare che dobbiamo contenere o reprimere le nostre emozioni, ma ciò non corrisponde minimamente al vero: non è nè opportuno, nè possibile (spesso) dominare, reprimere o allontanare da noi le nostre emozioni più intense senza determinare conseguenze più o meno serie sul nostro equilibrio psicofisico. Ciò che si richiede è uno sforzo pienamente autocosciente e determinato di lasciarci pervadere solamente da quelle emozioni e desideri pienamente allineati alla nostra natura più elevata ed autentica, rinunciando deliberatamente a tutto ciò che è invece in grado di oscurare il nostro vero essere e mantenerci legati a delle simboliche catene psicologiche che prima o poi saremo comunque chiamati a spezzare.

Emozioni e “Magia” della vita

Ed è proprio questo stato di autentica consapevolezza di Sé e di piena padronanza sulla propria vita che fa sorgere in noi emozioni elevate e luminose. Chiunque abbia attraversato nella propria vita qualche momento buio sa perfettamente che non possiamo sempre fare affidamento sugli eventi esteriori per provare gioia. In assenza di una autentica stabilità interiore e di un vero potere sulle nostre reazioni interiori siamo sempre in balia delle conseguenze del mutare degli eventi.

Avere potere sulla propria vita significa alla fine praticare l’arte magica di arricchire la nostra vita di Significato e di Pienezza. La “Magia” altro non è infatti se non l’arte di provocare cambiamenti conformemente alla propria più nobile ed elevata Volontà, allineata alla crescente luminosità del proprio Sé superiore o “transpersonale”.

Utilizzando le parole di F. Burzio, si tratta in sostanza di “passare dalla mentalità di creatura a quella di creatore“. E se non abbiamo la capacità di governare la nostra vita mediante la volontà potremmo cedere alla tentazione di esercitare potere mediante “arti” molto meno nobili, come l’uso distorto della seduzione e del proprio magnetismo, ricadendo in uno stato in cui l’illusorio esercizio del potere mantiene vive le nostre catene anzichè spezzarle.

L’osservazione della grandezza delle vite di chi ci ha lasciato preziosi insegnamenti può essere in questo caso davvero preziosa per noi. Basta conoscerne ben poco per rendersi conto di quanto potere sapessero costoro esercitare sulle proprie vite, governando adeguatamente le proprie passioni, pur senza rinunciare all’espressione più nobile dei sentimenti.
Alla fine, tutto ciò a cui siamo chiamati è lo sviluppo della consapevolezza di essere un centro di pura autocoscienza e volontà.

Libertà non è, come erroneamente si crede, fare quello che si desidera, rispondendo con prontezza alle richieste emozionali e pulsionali che insorgono continuamente in noi. Non può certamente dirsi libera quella persona che, pur disponendo di adeguate possibilità (intelligenza, denaro, ecc.) non riesce a controllare il proprio impulso alla soddisfazione immediata di ogni desiderio.

Libertà è saper orientare le proprie emozioni verso sfere di consapevolezza e di espressione sempre più elevate e nobili, consentendo al proprio Sé superiore di manifestarsi con pienezza nella nostra quotidianità.

Libertà è possedere la piena padronanza della propria volontà, esercitando sulla propria vita, e di conseguenza sul proprio ambiente, un potere personale realmente inaspettato.

La mente è l’artefice di tutte le cose.
Voi dovete indurla a creare soltanto il bene.
Se, con tutta la forza della volontà dinamica,
vi concentrerete su un determinato pensiero,
alla fine lo vedrete prendere
una tangibile forma esteriore.
Quando riuscirete a servirvi della volontà
esclusivamente per scopi costruttivi
diverrete padroni del vostro destino.

Paramahansa Yogananda

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