Psicologia Pratica – Affrontare le persone difficili

Tre suggerimenti pratici per affrontare le persone difficili quando non è possibile o opportuno cedere alla conflittualità aperta

Quante volte, nella nostra quotidianità (lavoro, scuola, relazioni interpersonali, ecc.), ci troviamo ad avere a che fare con “persone difficili“? Nella maggior parte dei casi le persone sanno mostrarsi equilibrate e dotate di adeguata intelligenza sociale, riuscendo ad instaurare relazioni interpersonali caratterizzate da reciprocità e rispetto. Non sempre però è ciò che accade nella realtà. Vi sono casi in cui le relazioni interpersonali fanno emergere in noi sentimenti di disagio, disapprovazione, risentimento, ecc.

Alcune situazioni di difficoltà relazionale nascono semplicemente dalle numerose diversità interindividuali che caratterizzano gli esseri umani. Altre derivano da caratteristiche di personalità, appartenenti ad una o entrambe le parti, che rendono molto più complessa l’interazione, innescando meccanismi complessi e potenzialmente conflittuali.

Un interessante articolo riportato nel sito psychcentral.com dal titolo “3 Secret Tactics for Dealing with Difficult People”, Tracy Shawn, propone tre interessanti tecniche per riuscire ad affrontare le persone difficili. L’autrice ci ricorda innanzitutto che possiamo incontrare persone difficili in molti ambiti della nostra vita. Sia che esse agiscano noi nostri confronti in modo maleducato, passivo-aggressivo, critico o menzognero, le persone difficili hanno un aspetto in comune tra di loro: la capacità di creare frustrazione in coloro che si trovano ad avere a che fare con loro.

Vediamo dunque quali sono i tre suggerimenti proposti da Tracy Shawn per riuscire a mantenere il nostro equilibrio mentale e l’autocontrollo in situazioni di questo tipo.

1. Avere un obiettivo chiaro

Avere un obiettivo ed un piano d’azione chiari, quando si è costretti ad avere a che fare con una persona difficile è di fondamentale importanza per riuscire a far prendere alla situazione la piega che abbiamo stabilito fin dall’inizio.

In conformità con quanto da noi pianificato fin dall’inizio, sarà infatti più facile decidere se mostrarci in tutto e per tutto concilianti, evitando di “combattere il fuoco con il fuoco”, oppure se accettare in piena serenità il rischio di un conflitto aperto e dell’allontanamento di quella persona dalla nostra vita. Avere chiaro in mente quale scopo intendiamo perseguire renderà il nostro comportamento più lineare e mostrerà maggiore sicurezza in noi stessi. E soprattutto consentirà di evitare di ritrovarsi in situazioni con esiti molto diversi da quanto atteso.

Personalmente, aggiungerei però anche il fatto che avere un obiettivo chiaro aiuta a riorientare le energie psichiche che dobbiamo investire nella relazione. Se ci focalizziamo sul carattere difficile della persona con cui stiamo interagendo, questo aspetto tenderà ad ingigantirsi, conducendoci in breve tempo ad un inevitabile ed irrisolvibile conflitto.

Se manteniamo invece chiaro nella nostra mente l’obiettivo che vogliamo raggiungere in una data situazione in cui sono coinvolte una o più persone difficili, abbiamo forse maggiori probabilità di riuscire a considerare le difficoltà relazionali come semplici circostanze, come normali ostacoli da superare nel corso della nostra crescita personale, professionale, ecc.

Si pensi ad esempio ad una situazione sul posto di lavoro, dove il proprio capo ha tratti di personalità marcatamente narcisisti. Se ci focalizziamo sull’irritazione provocata dal suo comportamento nei nostri confronti, perdiamo di vista il fatto che il nostro obiettivo potrebbe magari essere quello di evidenziare alla direzione la nostra capacità di tollerare e superare le situazioni relazionali difficili, dimostrando di meritare una posizione dirigenziale.

Mantenere il focus sulla frustrazione contribuirà dunque quasi certamente al fallimento del nostro proposito. Riuscire invece a mantenerci focalizzati sull’obiettivo, contribuirà non solo a garantirci maggiori probabilità di successo nel nostro obiettivo, ma anche ad alleggerire emotivamente una situazione fortemente a rischio di conflittualità.

2. Accettare un compromesso più grande di quanto normalmente saremmo disposti a fare con altre persone difficili

Quante volte ci troviamo a dover interagire con persone caratterizzate da un esagerato senso di importanza personale e scarsa empatia, assolutamente incapaci di ammettere i loro errori ed intenzionate ad averla sempre vinta?

Se la vita ci costringe ad affrontare situazioni di questo tipo (lavoro, parenti, rapporti di vicinato, ecc.) e non abbiamo la possibilità di compromettere il rapporto, dobbiamo rinunciare a qualsiasi aspettativa nei confronti di queste persone. E’ del tutto inutile, e spesso controproducente, attenderci qualche manifestazione empatica o di ammissione di responsabilità.

Quando siamo costretti a rimanere in relazioni di questo tipo, per alleggerire la situazione possiamo solamente partire dal presupposto che persone di questo tipo sono spesso molto diverse da come appaiono. Non di rado vivono un grande senso di vuoto interiore e una profonda tristezza. Tendono naturalmente a coprire tutto questo con una “maschera sociale” che mostra sicurezza in sé stessi, ma la realtà è abbastanza diversa.

Dobbiamo dunque comportarci con la loro irrazionalità come faremmo con i bambini: farli sentire come se avessero “vinto”, far avere loro l’ultima parola, per quanto irritante o frustrate ciò possa risultare per noi.

Questo potrebbe certamente non essere il tipo di atteggiamento che saremmo di norma disposti ad assumere, ma potrebbe derivare da una necessità di vitale importanza. Saper scegliere opportunamente le pedine da sacrificare nello scenario più ampio della partita che stiamo giocando fa parte della saggezza personale, e quando si è costretti ad interagire con persone irrazionali dobbiamo saper attingere abbondantemente alle nostre migliori risorse interiori.

Credo possa essere interessante aggiungere anche una riflessione sul fatto che determinati tratti di personalità, come quelli riportati in questo esempio (riconducibili in questo caso all’area “narcisista”), tendono ad essere “egosintonici”. Hanno cioè la caratteristica di non “disturbare” più di tanto chi ne è portatore, ma di turbare più che altro l’equilibrio delle altre persone. Tutto dunque dipende dal nostro atteggiamento. Paradossalmente, siamo noi ad avere il potere di decidere l’esito di relazioni di questo tipo.

3. Stabilire confini precisi nell’interazione con le persone difficili

Accettare qualche compromesso può certamente avere una propria utilità quando si ha a che fare con persone difficili. A salvaguardia del nostro equilibrio personale è comunque importante stabilire confini chiari e definiti. Di fronte alla maleducazione possiamo (e forse dovremmo farlo sempre) rispondere in maniera educata ma ferma e decisa. Prendersi cura di sé stessi significa anche farsi rispettare dagli altri, per non correre il rischio di avere la sensazione di mancare di rispetto proprio verso sé stessi. Spesso può bastare un “ti pregherei di evitare di parlarmi in questo modo”, con adeguata intonazione assertiva.

Avere a che fare con persone difficili rende la vita più complicata. Spesso desidereremmo solo che questa negatività terminasse al più presto, a costo di soffocare i propri bisogni, piuttosto che entrare in conflitto aperto. Evitare di prendersi cura di sé stessi comporta però, nel lungo periodo, problemi più complessi. Il rischio è quello di sentirsi svuotati, arrabbiati e pieni di risentimento.

Tra le righe, l’autrice dell’articolo ci ricorda anche che a questo proposito è possibile utilizzare alcune semplici tecniche, del tutto simili a quelle proposte in questo sito, come ad esempio la tenuta di un diario finalizzato alla rielaborazione del vissuto emozionale personale. Se non abbiamo la possibilità di modificare il comportamento delle altre persone, abbiamo comunque il potere di effettuar scelte importanti sul modo in cui reagire.

In sostanza, avere a che fare con persone difficili comporta il rischio di un aperto conflitto personale e della conseguente interruzione di ogni contatto. Se non è ciò che siamo disposti ad accettare, dobbiamo proseguire nel delicato tentativo di costruire qualche utile compromesso, assicurandoci innanzitutto di avere un obiettivo chiaro e di saper comunque fissare alcuni chiari limiti relazionali. Non si dimentichi in ogni caso che, come suggerisce l’autrice, in tutto questo, valorizzare il proprio tempo ed essere grati per la presenza di persone gentili ed amorevoli nella propria vita h un grande valore rigenerante

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