Quando l’aiuto si trasforma in ostacolo

Tutto ciò che nella è d'aiuto, prima o poi potrà divenire un ostacolo. A noi la scelta di valorizzare le alternative, quando è opportuno
Quando l'aiuto si trasforma in ostacolo
Quando l’aiuto si trasforma in ostacolo
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Fin dai primi giorni della nostra venuta al mondo è di fondamentale importanza poter contare sull’aiuto prezioso, costante e paziente da parte di qualcuno che si prende cura di noi. Crescendo, l’aiuto che riceviamo dalle persone, dalle situazioni o semplicemente dalla vita in generale, tende in molti casi a rimanere un elemento su cui contare. Ma possiamo sempre affermare con certezza che questa condizione rappresenti per noi la migliore delle possibilità?

Rimaniamo sullo scenario immaginativo in cui una coppia di genitori provvede a tutte le necessità e ai desideri di un figlio, risolvendo per lui anche tutti i problemi. Quest’ultimo, tenderà a sentirsi adeguatamente protetto e sostenuto, amato e desiderato. Lo sviluppo armonico delle sue qualità personali inizia a consolidarsi. I genitori avranno la percezione di essere persone amorevoli, sviluppando a loro volta l’appagante sensazione di avere un ruolo importante nella loro storia di famiglia.

Le risorse: aiuto prezioso, o ostacolo all’immaginazione creativa?

Ponendoci nella prospettiva del figlio e osservando la realtà con la dovuta onestà, possiamo davvero affermare con sicurezza che questa invidiabile condizione rappresenti sempre, o necessariamente, la migliore delle possibilità? Siamo sicuri che tutto questo aiuto, perpetrato fino ad un’età che supera i limiti della ragionevolezza, non finirà per inibire lo sviluppo delle risorse personali del figlio?

La nostra immaginazione, le nostre capacità creative e lo sviluppo del coraggio di affrontare la vita hanno un nemico nascosto e generalmente insospettabile: la disponibilità di risorse in abbondanza. E tra esse, gli aiuti eccessivi ricevuti rischiano di avere un posto in primo piano.

E’ in questo senso che ciò che è di aiuto, rischia di diventare prima o poi un ostacolo. Disporre di risorse di vario tipo, in abbondanza, ostacola in noi la possibilità di essere obbligati ad inventare tenacemente e costantemente soluzioni ai problemi che la vita inesorabilmente propone.

Come si potrà dunque riuscire a sviluppare il coraggio di fare scelte evolutive e trasformative, in una realtà in cui non abbiamo avuto l’occasione di comprenderne l’importanza? Quando inizieremo davvero a fare esperienza della vita, se in nome della sicurezza (non solo nostra) veniamo tenuti lontani da essa?

Aiuti e ostacoli anche nelle relazioni personali

Anche nelle relazioni personali, con particolare riferimento a quelle di coppia, possiamo trovarci nella medesima condizione. Possiamo non renderci conto di quanto sottile possa essere il confine tra una relazione realmente supportiva e lo sviluppo di una sottile e pericolosa condizione di dipendenza.

Una persona che aiuta, o un partner amorevole, può dare un autentico aiuto, un prezioso supporto e un’onesta spinta ad esprimere coraggio. Ma quando la relazione diventa l’unica fonte di validazione, si rischia di non comprendere che ci si è rinchiusi in una gabbia dorata. Alla fine, ci si potrebbe sentire soffocare proprio in quel meraviglioso ambiente in cui molto si è potuti crescere e conoscersi.

Ho raccolto testimonianze dirette, in più occasioni, di persone giunte in terapia con un forte risentimento verso i genitori o i loro partner. Questi, generalmente in buona fede, avevano sempre provveduto a risolvere tutti i loro problemi, lasciandoli in una condizione di totale impotenza e disorientamento alla prima occasione di confronto serio con la vita.

Entrare nella vita, con le sue sfide e difficoltà

Naturalmente, anche questo tipo di atteggiamento accusatorio è parte del problema da risolvere, in quanto crea solo ulteriori difficoltà da superare. Come amo spesso ricordare, diventare adulti comporta infatti la perdita del privilegio di poter incolpare gli altri per ciò che ci accade. E sarà una lezione tanto più amara, quanto più gli aiuti ricevuti avranno distolto dalla necessità di crescere proprio grazie alle difficoltà.

Forse, in tutto questo, è più facile comprendere il perché Jung affermasse che l’essere umano ha bisogno di problemi, in quanto necessari per il mantenimento della salute. Assumersi la responsabilità dei propri progetti esistenziali e delle proprie scelte dona la possibilità di dare un senso più profondo alla propria vita.

Adattamento o individuazione?

Un buon adattamento alle circostanze costituisce spesso un aiuto prezioso. Offre generalmente una serie di vantaggi. Ma quando ostacola lo sviluppo della propria unicità e la realizzazione della propria vocazione esistenziale ci si trova di fronte ad una scelta importante: quella di rinunciare consapevolmente a questo vantaggio in nome del desiderio di andare incontro ad un nuovo destino.

Questo ci consentirebbe di intraprendere il nostro personale “viaggio dell’eroe”, verso la scoperta della nostra unicità e individualità, e del modo sempre più creativo con cui possiamo mostrare al mondo le nostre abilità e risorse personali.

Alla fine, è proprio nelle difficoltà che giacciono le grandi opportunità. Si dice che le navi sono molto più al sicuro dentro il porto, ma che non è per questo che sono state costruite. Lo sviluppo della nostra consapevolezza e la realizzazione del nostro scopo esistenziale non potrà avvenire se rimaniamo confinati in una condizione di protezione e di sicurezza.

L’aiuto che diventa ostacolo: una cinica previsione?

Il monito secondo cui tutto ciò che è d’aiuto prima o poi diventerà un ostacolo non vuole certamente essere una nefasta previsione, o una cinica constatazione. Vuole semplicemente essere un invito al coraggio. Una protezione dalla trappola dell’eccessivo adattamento alle sicurezze, quando ciò comporta un allontanamento da sé stessi.

La difficoltà più grande è comunque quella di potersi rendere conto del problema. Molto difficilmente andiamo a mettere mano a ciò che nella nostra vita funziona così bene, ci sostiene e ci offre sicurezza. Spesso devono intervenire fattori di discontinuità prima di vederci costretti a prendere atto che è giunto il momento di guardare alla vita con nuovi occhi.

Possiamo scegliere di percorrere la vita che ci allontana dalle illusorie comodità, ma che ci avvicina a noi stessi, alla nostra unicità e alla consapevolezza. L’essere umano, alla fine, anela alla completezza, alla conquista di spazi interiori sempre più vasti, alla realizzazione di livelli di significato esistenziali sempre più elevati.

Non dovremmo allora farci spaventare da ciò che scuote le momentanee certezze su cui ci siamo adagiati a lungo. Può arrivare in ogni momento il giorno in cui ci rendiamo conto che quelle certezze, quella rassicurante inconsapevolezza, alla fine erano solo nebbie in cui abbiamo a lungo vagato.

La nostra coscienza è sempre in attesa di poter penetrare quelle nebbie con i suoi raggi luminosi. Sta a noi decidere se schiuderci a quei raggi, o se ritornare a cercare rifugio nella gabbia dorata dell’indifferenziazione.

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