Riscoprire il silenzio interiore al tempo del coronavirus

La crisi dovuta all'emergenza coronavirus crea disagio e preoccupazione, ma potrebbe offrirci l'opportunità di apprezzare il silenzio interiore
Riscoprire il silenzio interiore al tempo del coronavirus
Riscoprire il silenzio interiore al tempo del coronavirus
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Non abbiamo idea di come evolverà la situazione legata al coronavirus. Possiamo solo confidare in un ritorno alla normalità in tempi ragionevoli. Molte persone sono spaventate dalla necessità di dover rimanere in casa per periodi prolungati di tempo. Questo ovviamente riduce notevolmente la possibilità di incontrare regolarmente altre persone, come avviene nelle normali circostanze lavorative e sociali. Forse però tutto questo offre la possibilità di scoprire anche qualche valore dimenticato, come quello del silenzio interiore.

Lo sappiamo da sempre, l’essere umano, per vivere in serenità e pienezza, ha bisogno di contatti personali. L’isolamento non è una condizione conforme alla sua natura e può avere un effetto negativo sull’equilibrio psichico, anche pesante.

Non per tutti però. Ci sono persone che, pur essendo perfettamente in grado di sviluppare e mantenere relazioni personali significative, sono anche capaci di ritagliare per sé stesse momenti di silenzio interiore, anche di lunga durata.

Il silenzio interiore e la solitudine interiorizzante

In altre pagine pubblicate in questo sito è stato affrontato il problema della solitudine. La solitudine, se è imposta dalle circostanze e se non è desiderata come momento di quiete interiore, può rivelarsi una cattiva e inquietante compagnia.

Oggi, al tempo del coronavirus, abbiamo la possibilità di scoprire dimensioni di noi stessi a cui probabilmente ben di rado prestiamo attenzione:

  • Siamo in grado di stare in compagnia solamente di noi stessi per una giornata intera?
  • Riusciamo a mantenere il silenzio interiore senza necessariamente dover riempire ogni singolo minuto con attività che ci aiutano a distrarci e a “tenerci impegnati”?
  • Sappiamo apprezzare la possibilità di riflettere sul senso di ciò che sta attorno a noi, o magari, addirittura, sul senso stesso della nostra esistenza?

Mi rendo perfettamente conto che in questo momento ci sono priorità e preoccupazioni ben più importanti. E mi rendo anche conto che non tutti potrebbero trovare appropriata questa osservazione in un momento come questo. Ma è proprio in circostanze di questo tipo che possiamo scegliere se vogliamo “accendere una lanterna o maledire l’oscurità”.

Alla stragrande maggioranza di noi non sono richiesti quegli enormi sacrifici che con commovente senso di responsabilità e straordinaria bellezza d’animo il personale sanitario e tutti gli addetti all’emergenza stanno offrendo. Così come la stragrande maggioranza delle persone non è (e, auspicabilmente, non verrà) toccata direttamente dalla malattia. L’unico compito che la maggior parte di noi deve assolvere è quello di “stare a casa!”

Possiamo quindi scegliere se utilizzare saggiamente il tempo in cui, a causa della situazione generale, siamo costretti a stare con noi stessi. Oppure possiamo semplicemente cercare di riempirlo con occupazioni e distrazioni di vario tipo, proiettando semplicemente la nostra mente ad un momento futuro in cui “tutto tornerà come prima”.

Il valore del tempo

Valorizzare il silenzio interiore significa prima di tutto ritagliare per sé stessi parte di quel tempo normalmente impegnato ai mille doveri quotidiani. Non c’è nessuno di noi che non si lamenti costantemente di non avere tempo da dedicare a sé. Ma mi chiedo anche se sapremmo cosa farcene nel momento in cui questa possibilità si verificasse.

Sappiamo dare valore al tempo? Sappiamo dare valore al silenzio interiore, o ne abbiamo paura? Stare soli con sé stessi, per alcuni, risulta addirittura inquietante, perché si è esposti al rischio di doversi guardare dentro. E alcuni aspetti di noi stessi potrebbero non piacerci affatto.

A volte può essere psicologicamente utile anche annoiarsi o stare semplicemente in compagnia dei propri pensieri. Riscoprire il silenzio interiore, a volte, vuole semplicemente dire riuscire ad accettare un dialogo con le nostre emozioni.

Praticare il silenzio interiore approfittando della situazione del momento significa, alla fine, avere cura di sé stessi. Il silenzio interiore è una delicata forma di meditazione che dona un’equilibrata base di benessere psicologico ed apre la mente al desiderio di percorrere le affascinanti vie che conducono alla ricerca di risposte anche alle più impegnative domande esistenziali.

Silenzio interiore e libertà

Dover stare con sé stessi non significa necessariamente perdere la libertà. Quando rifletto sul tema della libertà amo ricordare le parole di Stephen Hawking quando affermava che:

Sebbene non possa muovermi e sia costretto a parlare attraverso un computer, nella mia mente sono libero

E questa libertà nella mente dovrebbe essere uno dei grandi obiettivi della nostra stessa vita. In questo momento di emergenza e di isolamento personale a causa dell’emergenza coronavirus, possiamo dunque scegliere se considerarci persone private della libertà di movimento, oppure esseri umani che scelgono consapevolmente e responsabilmente di limitare il movimento per contribuire ad un bene maggiore, la salute di tutti.

Possiamo però anche scegliere, in questo periodo, se limitarci ad attendere il “ritorno alla normalità”, oppure se dedicare parte di questa inaspettata “libertà mentale” per scegliere con consapevolezza gli ambiti psicologico-spirituali a cui dedicare le meditazioni che riusciamo a far emergere dalla pratica del silenzio interiore.

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