Ritrovare il filo perduto della propria vita

Il processo di ricerca del filo perduto della propria vita, quale elemento creatore di bellezza e di senso, di valore e di significato
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Sempre più spesso sentiamo oggi utilizzare il termine “narrazione“, che si riferisce, come afferma il Dizionario Treccani, a quella “forma di comunicazione argomentata tesa a conquistare consensi attraverso un’esposizione che valorizzi ed enfatizzi la qualità dei valori di cui si è portatori, delle azioni che si sono compiute e si ha in programma di compiere, degli obiettivi da raggiungere” 1.

Ma questa “forma di comunicazione” non è solamente finalizzata ad offrire un’immagine di noi stessi al mondo che ci circonda, ma ha un’importanza fondamentale anche nella costruzione di quei particolari significati che danno un senso e un valore alla nostra esistenza.

Un autore che ha dato particolare rilevanza al “pensiero narrativo” è stato Jerome Bruner, secondo cui ogni individuo “sente il bisogno di definirsi come soggettività dotata di scopi e intenzionalità e ricostruisce gli avvenimenti della propria vita in modo tale che siano in linea con questa idea di sé. La narrazione risponderebbe al bisogno dell’individuo di ricostruire la realtà dandogli un significato specifico a livello temporale o culturale […]. Sono le narrazioni quindi che permettono acquisizioni di senso e di significato alle situazioni per sé e per gli altri” 2.

Sappiamo anche, dagli studi sulla memoria, che i nostri ricordi non costituiscono necessariamente una realtà oggettiva. La memoria tende oggi ad essere per lo più definita come un processo ricostruttivo che evolve nel tempo, suscettibile di modificazioni determinate da una serie di fattori come ad esempio lo stato emozionale.

La nostra narrazione e il filo della nostra vita

Il racconto che nel corso del tempo abbiamo costruito su noi stessi ci appare estremamente realistico e convincente. Esso, di fatto, costituisce la nostra verità su noi stessi, il filo della nostra vita e della nostra storia personale.

Questa narrazione, nel tempo, dovrebbe divenire sempre più autentica, trasparente, profonda e ricca di significato. Il valore e il significato che diamo alla nostra esistenza dovrebbe colorarne genuinamente le pagine, che giorno dopo giorno possiamo scrivere a partire da esperienze sempre nuove.

Ma non è sempre così semplice. La nostra narrazione, per svolgere efficacemente la sua funzione, deve adattarsi alla necessità di preservare intatta la nostra autostima e la coerenza di senso che diamo alla realtà.

Per questo motivo è piuttosto frequente che invece di focalizzarci sulla realtà delle cose e delle situazioni che ci riguardano ci focalizziamo sulla sua rappresentazione. Ma come affermava Shopenhauer, di fatto la realtà è proprio questo, una rappresentazione 3.

Quando il filo narrativo della nostra vita si spezza

Vi sono momenti nella nostra vita in cui le condizioni esistenziali si fanno così critiche che non siamo più in grado di mantenere intatto quel filo narrativo in grado di dare coerenza e senso alla nostra vita. Ci sentiamo sopraffatti dalle circostanze e dalla mancanza di senso. Tutto ci appare lontano da quella costruzione di significato che era in grado di reggere la nostra realtà quotidiana.

Sono momenti inevitabilmente avvertiti come drammatici, ma che possono offrire straordinarie opportunità di ricostruzione di una nuova narrazione più ampia, più autentica e caratterizzata da una quantità molto più ricca di senso e di bellezza.

Ma in quei momenti non siamo generalmente in grado di intravedere questa opportunità. Siamo focalizzati sul nostro dolore, e ci sentiamo semplicemente in balia degli eventi.

Ritrovare valore e significato

Non è raro che le persone richiedano un supporto psicologico proprio a seguito del fatto che non riescono più ad avvertire quella fondamentale continuità e coerenza nel filo narrativo della loro esistenza. Alcune affermano addirittura di non averla mai percepita, e che hanno bisogno di scoprire in loro stesse che cosa le possa guidare a trovarlo.

In molti casi si tratta quindi sostanzialmente di mettersi all’opera, come in un simbolico viaggio dell’eroe, per ritrovare il filo perduto della propria vita, per ritornare a vedere in essa bellezza e significato.

Molte persone ritrovano (o scoprono per la prima volta) il filo sottile che le connette profondamente al loro Essere più elevato attraverso esperienze di tipo relazionale. Ogni persona, se abbiamo il sincero desiderio di osservare con curiosità e gratitudine la nostra vita, può offrirci un’emozione preziosa, un pensiero gentile, o persino un profondo insegnamento.

Altre persone lo ritrovano nella momentanea solitudine di una più profonda ricerca interiore. Ciò che davvero conta è che molte strade possono guidarci verso quest’unica meta, tutte ugualmente valide, purché in linea con la nostra natura più autentica.

Il filo perduto della nostra vita può essere ritrovato in molti modi, e non necessariamente tramite un lavoro di tipo psicologico. Ma questa riscoperta (o nuova scoperta) è comunque “terapeutica” nei confronti della parte più profonda che vi è in noi, donando un piccolo o grande frammento di senso alla nostra esistenza.


NOTE BIBLIOGRAFICHE
(1) – Dizionario Treccani: Narrazione (2)
(2) – Wikipedia: Jerome Bruner – Pensiero Narrativo
(3) – Arthur Shopenhauer – Il mondo come volontà e rappresentazione

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