Secondo la descrizione di Roberto Assagioli, la Psicosintesi può essere definita come “un processo di crescita che si basa sull’integrazione di tutti gli aspetti della personalità intorno all’Io, centro di coscienza e Volontà”. La Volontà è dunque uno dei principali pilastri di questo processo, a cui Assagioli ha dedicato questo intero testo. In esso viene innanzitutto ribadito che la Volontà è una funzione psichica che, al pari di tutte le altre, può essere allenata e rinforzata, tenendo ben presente che essa ha un ruolo direttivo e regolatore di tutte le altre funzioni. Assagioli rappresenta graficamente l’intreccio delle funzioni psichiche mediante un diagramma a “stella”, nel quale appare evidente il ruolo centrale della Volontà.
Egli afferma che la Volontà, intesa come sforzo consapevolmente applicato per raggiungere un fine, è solo un particolare aspetto di questa funzione, che viene definita Volontà Forte. Un altro importante aspetto è quello definito come Volontà Sapiente, ovvero la capacità di ottenere i risultati desiderati con il minimo sforzo possibile. A tal fine è molto utile impegnarsi nella non semplice attività di “conoscenza di Sé”, dal momento che ciò consente l’attivazione di aspetti (impulsi, desideri, ecc.) che hanno già in noi una certa tendenza a produrre azioni specifiche. Esisterebbe poi una Volontà Buona, definibile come la capacità di impegnarsi ad inseguire mete giuste ed opportune, senza dimenticare la Volontà Transpersonale, corrispondente all’ambito in cui il nostro Sé Transpersonale si connette al nostro Io.
E’ questo un concetto che ha molti elementi in comune con i bisogni superiori, o dell’anima, indicati al vertice della piramide di Abraham Maslow, In questo ambito, la volontà dell’Io diviene una con quella del nostro Sé Transpersonale. Un altro aspetto a cui viene dato particolare rilievo nel testo è quello del rapporto tra volontà e immagini, idee e figure mentali. Assagioli, oltre ad un inconscio strutturato come quello definito dalla psicoanalisi classica, individua anche un inconscio “plastico”, definito da tutte le immagini che registriamo dall’ambiente. Queste immagini agirebbero dentro di noi come forze viventi secondo quanto previsto dal funzionamento di dieci leggi psichiche che vengono dettagliate nel testo.
La prima legge ad esempio afferma che: “Le immagini o figure mentali e le idee tendono a produrre le condizioni fisiche e gli atti esterni ad esse corrispondenti”. Ciò significa quindi che ogni idea è un’azione allo stato latente, ogni immagine contiene in sè un elemento motore. La volontà può essere applicata per scegliere ed evocare coscientemente ed intenzionalmente le immagini e le idee che aiutano a produrre le azioni desiderate. Immagini di coraggio e di nobili intenti possono infatti evocare atti coraggiosi.
In maniera simile la terza legge prevede invece che: “Le idee e le immagini tendono a suscitare le emozioni ed i sentimenti ad esse corrispondenti”. Il meccanismo è pertanto in linea con quello previsto per la prima legge, ma relativamente alle emozioni. La volontà può pertanto mobilitare anche le nostre le emozioni oltre che le azioni.
L’intento dell’autore, nel formulare queste dieci leggi, è quello di ricordare che un’azione diretta che si oppone a forze psichiche potenti come immagini, emozioni ed impulsi, ha scarse possibilità di successo. La soluzione consisterebbe piuttosto nell’applicazione della volontà sapiente, ovvero di un uso intelligente di una serie di principi che consentono di armonizzare e dirigere immagini ed emozioni ai fini dell’ottenimento di uno scopo, evitando lo spreco di energie con sforzi inefficaci.
Come accennavamo all’inizio, la volontà può essere allenata mediante una serie di tecniche ed esercizi, di cui si fa ampia menzione nel testo. Un esempio è la “Tecnica della sostituzione”. Si tratta sostanzialmente di applicare la volontà sapiente per sostituire un’immagine mentale sgradita con una diversa, più funzionale al nostro benessere psicologico. Anche in questo caso, infatti, il tentativo di sopprimere un’immagine o un’emozione mediante la sola volontà forte può spesso risultare velleitario. Un antico detto spirituale afferma che “l’energia segue il pensiero”, ricordandoci come il semplice orientamento del focus attentivo su un’immagine diversa da quella che occupa insistentemente la nostra mente rafforza la prima e indebolisce la seconda. L’energia si concentra dunque dove focalizziamo il nostro pensiero.
Un’altra utile tecnica è quella delle “Parole Evocatrici”. Le parole sono simboli che racchiudono in potenza la stimolazione dell’attività ad esse associata. Tendono, in altre parole, ad evocare e rendere operativi i significati che rappresentano. E’ dunque possibile fare dei semplici esercizi, come scrivere la parola su un cartoncino da tenere bene in vista, osservandolo più volte al giorno. Oppure, in stato di rilassamento, visualizzare nitidamente la parola con l’occhio della mente, lasciandosi pervadere dalle sensazioni da essa evocate. Ma è anche possibile ripetere verbalmente la parola, o scriverla più volte.
E’ possibile anche utilizzare la tecnica definita del “come se”, ovvero una deliberata assunzione di quegli atteggiamenti e comportamenti che si manifesterebbero se si fosse già in possesso della qualità desiderata. Ciò può essere fatto sia mediante l’uso dell’immaginazione e della visualizzazione creativa che dell’esecuzione di semplici azioni definite e mirate. Un esempio di questa applicazione è già stato illustrato nell’esposizione del “modello ideale”. L’assunto di fondo è sempre il medesimo: dal momento che la volontà può agire solo debolmente in via diretta sulle nostre emozioni e implusi, è preferibile indirizzarla su tutto ciò che avrà un effetto su di essi nei termini illustrati dalle leggi menzionate.
Uno degli spunti più innovativi ed interessanti suggeriti da Assagioli in questo suo testo è forse quello relativo al rapporto tra Amore e Volontà. Dal suo punto di vista uno dei maggiori problemi della nostra epoca deriverebbe dal fatto che spesso manca Amore in chi possiede Volontà e nel rischio di mancanza di Volontà in chi invece possiede la qualità dell’Amore. Amore e Volontà tenderebbero dunque ad essere presenti in proporzione inversa nell’individuo. Egli afferma dunque la necessità di produrre una sintesi. La sintesi non è un semplice compromesso tra i due elementi, è necessario un processo “alchemico” di assorbimento in un’unità superiore dotata di qualità che trascendono, pur inglobando, quelle di ciascuno.
Ed è a questo livello che può e deve entrare in azione la volontà sapiente, l’unica che riesce a “giocare” con gli opposti senza ricorrere al compromesso, sapendoli elevare ed organizzare ad un livello più elevato e di sintesi armonica in cui scompare ogni dualità.
Forse è più semplice comprendere questo fenomeno se lo si considera alla luce dell’assunto fondamentale della Teoria della Gestalt: “Il tutto non è la somma delle parti”. Una melodia non è una somma di note, un dipinto non è una somma di tratti di pennello, un essere umano non è una somma di organi e cellule.
Infine, l’importanza attribuita da Assagioli alla Volontà come elemento di elevazione “spirituale”, oltre che di crescita psicologica, è probabilmente riassumibile al meglio nella frase di Evelin Underhill citata nel testo:
“Divenuta più intensa,
avendo ceduto agli interessi del Trascendente,
la volontà riceve nuovi mondi da conquistare,
nuove forze pari al suo esaltante destino.
Ma anche il cuore qui entra in una nuova dimensione,
comincia a vivere ad alti livelli di gioia:
il mare della delizia,
la corrente delle influenze divine…”
Roberto Assagioli – L’Atto di Volontà“Solo sviluppando le facoltà interiori l’uomo può allontanare i pericoli che derivano dall’aver perso il controllo delle grandiose forze naturali a sua disposizione ed essere divenuto vittima delle sue stesse conquiste. Le Dieci Leggi Psicologiche – di Roberto Assagioli
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2 commenti su “R. Assagioli – L’Atto di Volontà”
Non mi è ancora chiara la differenza tra fantasticherie ed immaginazione costruttiva.
La mia idea è che le fantasticherie siano del tutto slegate dal vissuto del soggetto (es.immagino di essere un calciatore famoso,un’attrice hollywoodiana etc.) il solo scopo è l’evasione.Viceversa l’immaginazione creativa terapeutica ha un legame con il vissuto e le caratteristiche della persona e la sua finalità è lo sviluppo di nuove abilità,il superamento di blocchi etc.,giusto?
Esattamente, la fantasticheria è un vagare libero del pensiero e delle corrispondenti emozioni, solitamente a per appagare qualche desiderio. L’immaginazione creativa utilizzata a scopo terapeutico segue precise finalità ed è sostanzialmente uno sforzo creativo. Ho eventualmente trattato l’argomento in un articolo a parte, se le facesse piacere approfondire:
https://online-psicologo.eu/esperienza-immaginativa/immaginazione-creativa-e-fantasia/