Sarà senz’altro capitato a tutti noi almeno una volta nella vita di porsi seriamente delle domande sullo stato di salute mentale di qualcuno. Le conseguenze sull’equilibrio psicologico generale scatenate dalla pandemia sono tutt’altro che superate, per cui si tratta molto probabilmente di un dubbio di estrema attualità.
La psicologa americana Amy Morin, in una newsletter che ricevo dal suo sito, riporta sette utili domande che possiamo rivolgere ad una persona quando siamo preoccupati per il suo equilibrio psicologico. Se notiamo una evidente deflessione del suo tono dell’umore, o qualche stato ansioso eccessivamente prolungato, parlarne in modalità diretta può non essere semplice.
E d’altra parte, ignorare semplicemente il problema può avere conseguenze ben più serie. Forse è la persona stessa a rendersi conto delle proprie difficoltà, ma le risulta piuttosto difficile chiedere aiuto o attenzione per il suo problema.
Le sette domande qui riportate hanno lo scopo di portare la persona a riflettere con maggiore lucidità sulla propria situazione personale, offrendole nel contempo un primo sollievo derivante dalla possibilità di poter condividere i suoi pensieri con una persona cara.
Di grande importanza, come sottolinea la Morin, è non farne uso come fosse una checklist. E nemmeno, si potrebbe aggiungere, che non sembri e che non sia un colloquio psicologico. E’ molto facile che le persone si risentano quando si sentono “analizzate”, soprattutto se non avevano fatto alcuna richiesta di questo tipo. Il ruolo di un buon amico non è infatti quello di giocare allo psicologo, ma quello di offrire proprio quella vicinanza e quell’amorevole interesse che lo psicologo può esprimere solo nei limiti deontologici della professione.
Ecco dunque l’elenco delle sette domande che possono aiutare ad avere consapevolezza dello stato mentale di una persona.
1. Come stai?
Si tratta di una domanda all’apparenza del tutto scontata e banale. Posta nel modo corretto possiede però uno straordinario potere di connessione, con le proprie interiorità e con l’altra persona. E’ molto importante lasciare alla persona tutto il tempo di cui ha bisogno per parlare, senza alcuna interruzione da parte nostra e senza l’offerta prematura di consigli, soluzioni, ecc. Niente è infatti più lontano dall’autentica manifestazione empatica di quest’ultimo atteggiamento.
Al fine di evitare che la risposta si limiti ad un banale “bene, grazie” è opportuno porre questa domanda solo dopo aver superato la fase delle “frasi di circostanza”, ed aver stabilito un ottimale connessione emozionale.
2. C’è qualcosa di cui vorresti parlare?
Talvolta le persone hanno semplicemente il bisogno di essere certe di poter far emergere in tranquillità la questione che le riguarda. Una sincera offerta di ascolto sposta immediatamente lo stato della conversazione dalla comune convenzionalità a qualcosa di molto più autentico e ricco di significato.
E’ comunque importante prestare attenzione al desiderio dell’altra persona. Se non manifesta interesse, è bene non insistere, ma offrire semplicemente e con delicatezza la propria disponibilità all’ascolto.
3. Qual’è il tuo livello di stress, ultimamente?
Qualche volta è molto più semplice parlare di qualcosa normalmente percepito come “esterno”, come lo stress, che di problemi di natura più profonda come uno scombussolamento emozionale.
Interessarsi al livello di stress di qualcuno suona molto meno minaccioso rispetto ad una domanda diretta sul proprio stato mentale. E paradossalmente sono proprio le domande come queste a favorire l’apertura del dialogo in quella direzione.
4. Riesci a dormire abbastanza e a seguire una corretta alimentazione?
Condividere il proprio stato emozionale è di norma molto più difficile che parlare di aspetti che lo dimostrano indirettamente. L’appetito e la qualità del sonno sono fattori molto impattati da problemi nell’ambito della salute mentale.
Di norma le persone non trovano difficile ammettere di non dormire a sufficienza, o di non avere appetito. Se la persona mostra un evidente segnale di apertura e di disponibilità a parlarne, diviene possibile chiedere anche se il proprio medico è stato informato.
Come già precisato, in tutto questo è di fondamentale importanza mostrare comprensione per la sofferenza della persona e un atteggiamento estremamente empatico.
5. Avresti piacere di parlarne con qualcuno?
La persona a noi cara che sta attraversando un momento di difficoltà potrebbe aver già valutato l’ipotesi di poter parlare delle sue preoccupazioni con uno specialista. Porre la domanda in maniera del tutto non giudicante e sincera, può incoraggiarla a riflettervi.
Qualora non ci avesse ancora pensato, sollevare delicatamente la questione può essere un modo efficace per renderla consapevole di questa possibilità. A volte le persone si sentono semplicemente in imbarazzo nel valutare questa ipotesi, e la vicinanza di qualcuno interessato con sincerità alla loro situazione si traduce spesso in un consapevole passo avanti nella cura della propria salute mentale.
6. Che cosa posso fare per te?
La persona in difficoltà psicologica tende ad apprezzare l’aiuto offerto, anche se non è necessariamente detto che abbia un’idea precisa di ciò di cui ha bisogno. A volte si tratta di questioni molto pratiche, come di una birra in compagnia o di una telefonata.
Ma non ci si deve stupire se la persona che sta affrontando un problema di salute mentale si trova nella condizione di non sapere esattamente di quale tipo di aiuto potrebbe aver bisogno. Per questo motivo possiamo semplicemente offrire aiuto per circostanze specifiche, anche molto pratiche, che di volta in volta si presentano. Anche una semplice offerta di aiuto come un passaggio in macchina o lavare i piatti possono contribuire a creare quel legame di fiducia che, quando è sincero, dona alla persona il desiderio di prendersi cura di sé stessa.
7. Qual è il momento più opportuno per un aggiornamento?
Come sarà senz’altro chiaro, la persona non deve essere forzata ad esprimersi quando ciò non corrisponde ad un desiderio autentico. Chiedere con sincerità e vicinanza di potersi risentire per avere un aggiornamento sul suo stato di salute può però incoraggiarla a mantenere un contatto. Sapere di essere nei pensieri di una persona amica fa bene a chiunque, anche e soprattutto a chi sta attraversando una fase di preoccupazione per la propria salute mentale.