Sicurezza in sé stessi – Sette abitudini per migliorarla

Sette abitudini che gli individui dotati di una sana sicurezza in sé stessi tendono a mettere in pratica. La fiducia nelle nostre qualità e capacità parte anche dal modo in cui ci confrontiamo con noi stessi
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Oltre agli argomenti di rilevanza psico-spirituale di cui ci occupiamo in questo sito, cerchiamo qualche volta di introdurre anche qualche aspetto di interesse più generale e pratico. In un interessante articolo apparso su Psychology Today, dal titolo “The 7 Thought-Habits of Highly Self-Confident People“, vengono esposte sette abitudini di pensiero messe in pratica da individui con un elevato livello di sicurezza in sé stessi. Per quanto possano apparire semplici e scontate, forse potrebbe valere la pena prestarvi attenzione, anche solo saltuariamente per qualche minuto. L’autrice, Meg Selig, le indica come elementi di breve riflessione che aiutano a contrastare la malsana idea che solo grandi successi possano far crescere la nostra autostima.

Se una persona avanza in modo sicuro verso i propri sogni, e si sforza di vivere la vita che ha immaginato, si imbatterà in un successo altrimenti inaspettato.
Henry David Thoreau

1. Non è indispensabile avere un livello di sicurezza in sé stessi sempre elevato

Un’affermazione come questa potrà senza dubbio sembrare controintuitiva. Le ricerche della Dott.ssa Alice Boyes vanno però nella direzione dell’utilità del giusto equilibrio tra il possesso della giusta sicurezza in sé stessi e la capacità di mettersi in discussione, con grande onestà verso sé stessi. Qualche temporaneo dubbio sul proprio conto favorisce il mantenimento di un utile sentimento di umiltà. Esso può aiutare a rendersi conto dell’eventuale necessità di dover ampliare le proprie competenze in un determinato ambito, o di doversi impegnare con maggiore convinzione.

Può favorire il mantenimento di un adeguato livello di determinazione, per riuscire ad esempio a tenere duro anche nelle situazioni più complesse. Ci spinge ad un costante confronto con noi stessi sulle nostre reali intenzioni. Ci prepara ad accettare i cambiamenti con maggiore flessibilità e ad avere un approccio più costruttivo nei confronti delle persone in disaccordo con il nostro punto di vista.

Può quindi essere utile ricordarsi che, nel corso della nostra giornata, e probabilmente nel corso della nostra intera esistenza, il livello di fiducia in noi stessi potrà subire qualche temporanea fluttuazione.

2. Prendersi cura del proprio “Io” futuro

Prendersi cura di ciò che saremo nel futuro, secondo l’autrice dell’articolo, suona un po come “fare esercizio fisico oggi per avere una salute migliore domani“. Se ci sentiamo carenti della volontà necessaria per fare gli esercizi richiesti, possiamo ricordare a noi stessi che il nostro Io futuro senza dubbio apprezzerà questo gesto, un domani.

Sembra inoltre che le persone che tendono a non procastinare abbiano maggiori probabilità di avere il desiderio che il loro Io futuro possa essere felice. Possiamo anche aggiungere che tale atteggiamento agisce in un certo senso come le tecniche “come se“. Sforzarsi di esprimere già nel presente quei sentimenti di sicurezza in sé stessi che, grazie alla nostra volontà, siamo certi di poter acquisire nel futuro, ha un effetto immediato sulle nostre emozioni presenti. Esse, grazie a questo circolo virtuoso, innescano a loro volta una rinnovata e inaspettata fiducia in noi stessi.

3. Parlare con sé stessi in modo compassionevole e realistico

Quando soffriamo è molto importante saper dare sollievo a noi stessi, tenendo presente che “domani è un altro giorno”. Quando facciamo qualche errore è fondamentale saper mantenere un elevato livello di gentilezza e di empatia con noi stessi. E’ necessario ai fini del mantenimento di un adeguato livello di autostima, ma ha un effetto positivo anche sulla motivazione e sulla capacità di autocontrollo.

Si tratta sostanzialmente di evitare quella pericolosa tendenza manifestata del tutto inconsapevolmente da diversi individui, che si giudicano con grande severità. A volte arrivano addirittura ad autoincolparsi pesantemente, calpestando ciò che resta di quella poca sicurezza in sé stessi sopravvissuta a questa abitudine.

4. Ridefinire come “sfida”, “opportunità” o “esperienza di apprendimento” ciò che tendiamo a chiamare “fallimento”

Sembra che i livelli degli ormoni dello stress tendano a scendere immediatamente con la semplice sostituzione del termine “fallimento” con quello di “sfida”. Questo gesto, apparentemente banale, è infatti in grado di innescare efficaci processi di problem-solving. L’analisi dei problemi affrontati in passato e le battute d’arresto che siamo riusciti a superare ci può inoltre aiutare a migliorare la performance attuale e futura. La sicurezza in sé stessi parte dunque anche dalla capacità di cancellare il termine “fallimento” dal proprio vocabolario personale, orientando di conseguenza la propria mente verso un’aspettativa di crescita.

5. Non dare per scontato che le altre persone conoscano quello che sappiamo fare

Questo è un invito esplicito a fare tesoro della propria esperienza e conoscenza. Sono senza dubbio numerosi gli esempi che affiorerebbero alla nostra mente pensando a tutte le volte in cui ci siamo trovati nella condizione di offrire informazioni, suggerimenti, competenze, ecc. E questo, non solo da un punto di vista lavorativo, ma anche nella vita privata. La fiducia in sé stessi e nelle proprie qualità si costruisce anche prendendo atto che abbiamo molto da offrire alle altre persone. Molto più di quanto tendiamo a pensare.

6. Focalizzarsi sulle proprie abilità

Pensiamo ai complimenti e ai feedback positivi che abbiamo ricevuto dalle altre persone. Prestiamo attenzione a quanto amiamo o odiamo determinate attività. Pensiamo a quanto abbiamo saputo contribuire al miglioramento di qualche situazione passata. Cerchiamo di fissare bene nella mente i momenti di successo. I feedback positivi ricevuti dalle altre persone sono estremamente importanti ai fini dell’interiorizzazione dei propri punti di forza. Ma anche i momenti di successo e le esperienze positive possono avere la funzione di fissare nella nostra mente le nostre migliori qualità.

7. Mettere al primo posto valori, scopi e obiettivi

Un modo eccezionale per rafforzare volontà, persistenza e sicurezza in sé stessi è quello di ripensare frequentemente ai propri valori, al modo in cui diamo senso alla vita e ai nostri scopi più elevati. Tra gli articoli di questo sito abbiamo spesso parlato dell’importanza di tematiche come queste. Una riflessione sui propri valori aiuta a comprendere la direzione da assumere nella propria vita. In alcune persone può addirittura aiutare a riflettere sul fine ultimo della vita.

Questo è forse il punto più profondo ed importante, se visto dal punto di vista della Psicologia del Benessere e della Realizzazione Personale. La sicurezza in sé stessi si sviluppa prima di tutto dalla consapevolezza di chi siamo, quali sono i valori a cui ci ispiriamo e qual’è il nostro scopo nella vita.


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