Di fronte ad una seria crisi psicologica la cosa peggiore che ci possa capitare è subire una sconfitta in grado di farci sentire travolti o annichiliti ad un punto tale da non essere in grado di reagire appropriatamente. Si può in tal caso affermare che non solo la crisi non ha prodotto alcun risultato interessante in termini di crescita psicologica della persona, ma ne ha addirittura modificato in peggio lo stato di equilibrio e benessere psicologico.
In un mondo veloce, esigente, mutevole e privo di punti di riferimento come quello in cui stiamo vivendo, le crisi psicologiche sono una realtà non evitabile per la maggior parte delle persone. La vita dell’uomo moderno, nonostante gli incredibili successi nel progresso tecnologico, non è stata in alcun modo messa al riparo dalla possibilità di sperimentare la sofferenza.
Anzi, si potrebbe dire che, essendo aumentate a dismisura le opportunità, si sono parallelamente moltiplicate anche le frustrazioni conseguenti agli inevitabili fallimenti.
Vi sono dunque crisi che nel corso della nostra intera vita riusciamo in qualche modo a gestire, traendo da esse qualche importante lezione esistenziale. Accanto a queste ci sono però crisi rispetto alle quali non saremo mai in grado di trovare una via per superarle, ed i loro effetti non potranno che limitare la nostra libertà creativa e il nostro benessere psicologico.
Oggi si parla molto di resilienza, o più in generale della capacità di far fronte con volontà e vigore a tutto ciò che si interpone tra noi e la nostra piena realizzazione personale. Talvolta questi impedimenti sono talmente seri o pervasivi da configurarsi come vere e proprie crisi esistenziali, la cui soluzione non può prescindere da un profondo cambiamento interiore e un modo completamente rinnovato di guardare alla vita.
E la questione principale è proprio questa. Oggi si tende a proporre modelli risolutivi rapidi, il cui obiettivo è il tentativo di soluzione del problema nel più breve tempo possibile, considerando la crisi semplicemente come un ostacolo da rimuovere.
E’ doveroso comunque precisare che qualora dovessimo avere successo in questo tipo di tentativo, ci troveremmo in ogni caso in una condizione migliore rispetto al perpetuarsi del problema. E tale approccio ha di per sé un autentico valore. Ma ciò non significa necessariamente uscire vittoriosi dalla crisi, se non in maniera parziale, talvolta provvisoria, e, nei casi più seri, del tutto illusoria.
Quando la crisi psicologica viene superata senza un reale cambiamento interiore, il vissuto personale ne trae in ogni caso giovamento e, come già accennato, questo è di per sé un importante traguardo. Vi sono però crisi di fronte alle quali, anche qualora riuscissimo a superarle con successo grazie ad una straordinaria forza d’animo, rimane in noi un senso di fallimento.
Possiamo dunque fallire persino quando abbiamo i mezzi per riuscire ad imporci sulla crisi. Perchè? Vi sono persone che sentono di non aver “completato l’opera”. La crisi psicologica, anche quando è severa, porta con sé grandi opportunità di trasformazione interiore, anche se solamente in persone in possesso di notevoli risorse psicologico-spirituali. Esse hanno il compito di riuscire a leggere con grande intelligenza il profondo significato simbolico della crisi e riuscire ad apprendere da essa una profonda lezione esistenziale.
Una lezione in grado di modificare la propria visione del mondo, che dona una meravigliosa espansione di coscienza. Qualora la persona si dimostrasse in possesso di questo tipo di risorse, limitare la soluzione della crisi alla vittoria sui suoi effetti esteriori lascerebbe il sapore amaro della sconfitta, anche se offre senza dubbio un sollievo nel presente.
La piena vittoria sulla crisi è l’apice di un percorso di profondo cambiamento interiore che può essere accettato ed intrapreso solo da persone caratterizzate da particolare forza, nobiltà d’animo e una crescente consapevolezza del fine ultimo della propria esistenza.