Nel testo “Reinventa la tua vita”, sono elencate le undici “trappole psicologiche” più comuni che gli autori hanno riscontrato nella loro pratica clinica, al fine di poter essere riconosciute, comprese e modificate. Una trappola psicologica, secondo il loro punto di vista, si instaura nella personalità di un individuo a seguito delle interazioni particolari che, fin dalla prima infanzia, vengono stabilite nei confronti delle persone e del proprio ambiente. Le trappole psicologiche hanno carattere di pervasività. Tendendo infatti a manifestarsi in tutti gli ambiti della vita della persona.
Young e Klosko le definiscono come “un pattern che ha origine durante l’infanzia e influisce su tutto il resto della vita. Una trappola ha inizio con qualcosa che ci viene fatto dalla nostra famiglia o da altri bambini; può trattarsi dell’abbandono da parte di un genitore, di critiche continue, di un atteggiamento iperprotettivo nei nostri confronti oppure di abusi, di mancanza di amore, di emarginazione: in un modo o nell’altro subiamo un danno nel corso della nostra infanzia. La trappola, tuttavia, finisce per diventare parte di noi. […] Le trappole determinano il nostro modo di pensare, di sentire, di agire, di entrare in relazione con gli altri. Suscitano sentimenti intensi di rabbia, tristezza e ansia. Anche quando sembra che abbiamo tutto ciò che è possibile desiderare […], siamo spesso incapaci di goderci la vita o di credere nei risultati che abbiamo raggiunto”.
E’ doveroso specificare che il testo “Reinventa la tua vita” è rivolto a tutti, per potersi conoscere meglio e per poter avere un’idea di determinati meccanismi personali. Queste particolari dinamiche interiori, infatti, se rimangono a noi sconosciute, possono perpetuarsi nei nostri pensieri e nelle nostre azioni. Le trappole psicologiche condizionano di conseguenza la nostra possibilità di essere liberi e felici.
Quando ci si rende però conto di essere prigionieri di una o più di esse ad un livello tale per cui non è possibile procedere autonomamente ad una presa di coscienza e alla successiva rielaborazione, è sempre bene richiedere una consulenza psicologica. Queste trappole psicologiche non di rado segnalano problematiche così pervasive da rendere necessario un lavoro di tipo psicoterapeutico, la cui azione va oltre anche alle potenzialità del Counseling Psicologico di cui si parla in questo sito. Si raccomanda pertanto di leggere questo testo al fine di conoscersi meglio, mantenendo però nel contempo un atteggiamento di onestà con se stessi. Uno Psicologo esperto può aiutare ad inquadrare la situazione quando si senta il bisogno di un confronto più approfondito.
Fatta questa importante premessa, vediamo alcuni dei più comuni “campanelli d’allarme”, indicati all’inizio del testo, per comprendere se si è vittima di una trappola:
- “Rimanete ripetutamente coinvolti in relazioni con persone che si mostrano fredde nei vostri confronti? Pensate che nemmeno le persone più care vi vogliano bene o vi capiscano a sufficienza?
Vi sembra che in voi ci sia qualcosa di sbagliato, che nessuno potrebbe mai amarvi e accettarvi se vi conoscesse veramente? - Anteponete i bisogni degli altri ai vostri al punto che le vostre esigenze non vengono mai soddisfatte e che non sapete neppure quali esse siano realmente?
- Temete che possa capitarvi qualcosa di brutto, e persino un lieve mal di testa scatena in voi il terrore di una malattia più seria?
- Vi accorgete che, a dispetto dell’approvazione sociale e del consenso generale, continuate a sentirvi infelici, non realizzati o immeritevoli?”
Se la risposta ad uno o più di questi interrogativi è positiva, è possibile che si possa rientrare almeno in una delle situazioni individuate da Young e Klosko.
Le undici Trappole Psicologiche
Ed ecco dunque le undici trappole psicologiche più comuni, con una breve sintesi delle caratteristiche:
- La trappola dell’Abbandono – “Ti prego, non lasciarmi!”
L’individuo con la “Trappola dell’Abbandono” tenderà a credere che le persone care potranno lasciarlo, costringendolo inevitabilmente a vivere solo, senza più alcun legame affettivo. Di conseguenza sarà incline a mostrare un attaccamento eccessivo e ansioso nei confronti delle persone amate. Il risultato paradossale, quale conseguenza di questo comportamento eccessivamente “dipendente”, sarà che le persone care tenderanno effettivamente ad allontanarsi.
- La trappola della Sfiducia e dell’Abuso – “Non mi fido di te”
Di norma chi vive la Trappola della Sfiducia e dell’Abuso ha un umore mutevole. Può passare repentinamente dal pianto ad un’esplosione di rabbia. Le relazioni di questa persona tendono a perpetuare la sua tendenza alle emozioni negative: gli altri feriscono, tradiscono e usano. Questa sfiducia determina l’attribuzione di intenzioni sempre negative alle altre persone, ed un conseguente stato di costante ipervigilanza. La conseguenza è spesso quella di buttarsi a capofitto in relazioni autodistruttive, oppure ad evitare qualunque tipo di rapporto.
- La trappola della Deprivazione Emotiva – “Non avrò mai l’amore di cui ho bisogno”
In presenza della trappola della Deprivazione Emotiva il mondo può apparire come un deserto affettivo. Per questo motivo alcune persone che vivono questa condizione manifestano qualche aspetto di “insaziabilità” affettiva: ciò che gli altri offrono non è mai abbastanza. Non è raro nemmeno tendere a sentirsi eternamente delusi dalle altre persone; gli altri tradiscono le aspettative.
- La trappola dell’Esclusione sociale – “Non riesco ad inserirmi”
Il sentimento principale di chi ha sviluppato questo tipo di trappola è la solitudine. Il sentimento di esclusione che la caratterizza nasce da una percezione di sé stessi come indesiderabili o diversi. Non di rado si è portati a credere di essere costantemente sotto esame, ci si comporta come se si fosse valutati o giudicati negativamente.
- La trappola della Dipendenza – “Non posso farcela da solo!”
La percezione di non essere in grado di badare a se stessi condiziona pesantemente la quotidianità della persona con la Trappola della Dipendenza. Costringe a chiedere costantemente aiuto alle altre persone. Il sentimento di fondo è di inadeguatezza, come se mancasse qualcosa, come se si fosse “un bambino in un mondo di adulti”. Il timore di fondo, sostanzialmente, è quello di perdere le persone a cui normalmente ci si appoggia per attenuare l’angoscia. Da queste persone ci si aspetta di norma che prendano le decisioni al proprio posto.
- La trappola della Vulnerabilità – “Qualcosa di terribile potrebbe accadere da un momento all’altro”
In presenza della Trappola della Vulnerabilità la vita scorre accompagnata dal timore costante che qualcosa di terribile possa accadere da un momento all’altro. A ciò fa inevitabilmente seguito la sensazione di non avere adeguate risorse per potervi far fronte. La vulnerabilità, secondo gli autori, si può manifestare in quattro aree diverse: Salute e malattia (ipervigilanza e ipocondria è costante); Pericolo (sensazione generale di insicurezza e stato costante di tensione e allerta); Povertà (timore di rovinarsi e perdere tutto); Perdita di controllo (timore di perdere il controllo e di impazzire).
- La trappola dell’Inadeguatezza – “Non valgo nulla!”
La persona caratterizzata da questa trappola si sente come se dentro di sé ci fosse qualcosa che non va. L’inadeguatezza riguarda la propria interiorità, e si manifesta come una percezione di essere assolutamente indegni di amore. Tra le trappole psicologiche questa è probabilmente la più difficile da individuare, dal momento che riguarda la propria interiorità e non aspetti superficiali o osservabili. Essa è però probabilmente anche la più comune. La persona può tendere ad autoincolparsi, a sentirsi profondamente criticata, a provare un profondo senso di vergogna o a sminuire le proprie (e altrui) qualità positive.
- La trappola del Fallimento – “Mi sento un fallito!”
In questo tipo di condizione, la persona avverte un sentimento di fallimento nel confrontarsi con i pari. La Trappola del Fallimento conduce effettivamente ad avere dei risultati esteriori che corrispondono al generale senso di fallimento interiore. Ciò accade di norma a causa della tendenza alla fuga e all’evitamento: nessun passo necessario in direzione di opportunità di successo viene compiuto; le occasioni per avanzare vengono evitate per il timore di fallire, fino alla manifestazione di qualche forma di autosabotaggio.
- La trappola della Sottomissione – “Faccio sempre come vuoi tu”
L’esperienza della Sottomissione ha a che fare con il problema del controllo: con questa trappola si ha la sensazione che siano le altre persone a governare e dominare la propria vita. Alla base di tutto questo vi è la convinzione di dover compiacere le persone, sia del proprio ambiente che gli estranei. Per questa ragione si tende a diventare esageratamente concilianti, ad evitare i conflitti e ad avere difficoltà nel porre dei limiti alla richieste altrui. I desideri degli altri vengono costantemente anteposti ai propri. La conseguenza più ovvia e inevitabile è spesso l’assunzione di un atteggiamento di passività: non di rado queste persone, semplicemente, si lasciano vivere.
- La trappola degli Standard Severi – “Niente va mai abbastanza bene!”
La Trappola degli Standard Severi fa sentire costantemente sotto pressione. La spinta incessante è infatti quella a dover essere i migliori in tutti i campi a cui ci si applica. La vita stessa è un lavoro a tempo pieno per raggiungere le mete desiderate, senza un attimo di sosta. A tutto questo fanno spesso seguito i sintomi comunemente collegati allo stress mentale e fisico. Spesso si avverte una sensazione di frustrazione e di irritazione verso se stessi, a causa degli standard eccessivamente ambiziosi autoimposti.
- La trappola delle Pretese – “Posso avere tutto quello che voglio!”
L’esperienza delle Pretese può manifestarsi in tre tipologie diverse.
- Le pretese della persona viziata: ci si considera persone speciali. Si tende ad essere eccessivamente esigenti e ad imporre il proprio punto di vista e la propria volontà sugli altri. Allo stesso tempo vi è una certa indulgenza nei confronti delle conseguenze delle proprie azioni;
- Le pretese della persona dipendente: ci si sente in diritto di dipendere dagli altri, assumendo il ruolo della persona debole e bisognosa. Ci si aspetta che gli altri siano forti e si prendano cura di noi;
- Impulsività: nel corso della propria vita c’è sempre stata qualche difficoltà a controllare il proprio comportamento e i propri sentimenti. La consapevolezza verso le conseguenze dei propri desideri e delle proprie emozioni tende ad essere scarsa. Ci si sente liberi di sfogare qualsiasi emozione e di dare corso a qualsiasi gratificazione del momento. Autocontrollo e autodisciplina sono piuttosto carenti.
Come uscire dalle proprie Trappole Psicologiche?
Per quanto riguarda i rimedi, Young e Klosko offrono alcuni suggerimenti utili anche nei casi in cui non sia raccomandabile un lavoro con un professionista. Innanzitutto è indispensabile imparare a riconoscerle. E’ piuttosto comune infatti la situazione in cui viviamo qualche tipo di disagio ma non ci rendiamo conto che ha una natura ben precisa e per il quale sono disponibili dei rimedi.
Va comunque ribadito che le metodiche proposte richiedono comunque un’applicazione personale costante nell’analizzare la propria situazione personale, e lo sforzo di impegnarsi nel tentativo di cambiare le inclinazioni comportamentali disfunzionali. Le trappole psicologiche devono essere conosciute. Le loro origini dovrebbero essere ricondotte a specifiche situazioni dell’infanzia che le hanno probabilmente innescate.
Un aspetto piuttosto interessante è l’insistenza degli autori nel ribadire l’importanza di determinati esercizi di visualizzazione. Essi sono per lo più inquadrabili nelle tecniche di tipo cognitivista, e son utili pertanto per apprendere ad esporsi alle situazioni temute con sempre maggiore confidenza. Sono pertanto piuttosto dissimili nel loro obiettivo dagli esercizi di visualizzazione generalmente proposti in questo sito, ma dal lato pratico possono garantire risultati estremamente apprezzabili.
Infine, esortano il lettore a non mollare mai. Anche nel caso di un aiuto esterno, la propria volontà e la determinazione a voler introdurre nella propria vita un cambiamento psicologico significativo devono essere costantemente alimentate.