Usare saggiamente la Forza di Volontà

L'uso sapiente della Forza di Volontà non prevede un'opposizione diretta alle altre funzioni psicologiche, ma la capacità di individuare strategie per ottenere il massimo risultato con il minor sforzo.

Forza di Volontà e Volontà sapiente

Nel testo l’Atto di Volontà, Roberto Assagioli ritorna insistentemente sull’affermazione che la Volontà tende ad essere sopraffatta dalle altre funzioni psicologiche (come l’immaginazione, le emozioni, gli impulsi-desideri, ecc.) quando ad esse vi si oppone in maniera diretta. Questo, a suo avviso, deriverebbe dal fatto che spesso la volontà (intesa solamente come “forza di volontà” e non nel suo significato più globale) tende ad essere applicata in maniera diretta e persino rozza, oppure, come spesso avviene, a non essere per nulla utilizzata. Gli errori risultanti da questa applicazione estremistica della volontà sarebbero di due tipi (p.41 del testo):

“Uno è il tentativo tradizionale di obbligare, con la semplice forza e l’imposizione diretta, queste funzioni ad agire.
L’altro errore, che è il più diffuso oggi, è quello di abdicare alla volontà: si lascia che impulsi, istinti e desideri si presentino così come capita, senza regola e senza una direzione costante. In questa situazione la funzione che in quel momento è più forte catturerà la nostra attenzione e troverà espressione, e così facendo inibirà o reprimerà tutte le altre unzioni meno forti”.

Questi errori possono essere evitati ricordando che oltre ad una “volontà forte” esiste anche una “volontà sapiente“, ovvero l’abilità di sviluppare la strategia più efficace per ottenere il medesimo risultato con il minor sforzo possibile, invece di adottare la modalità che appare più ovvia e diretta. Se devo spostare un’automobile, posso spingerla e raggiungere l’obiettivo con grande dispendio di forze. Oppure posso limitarmi ad accendere il motore e girare con facilità il volante per “dirigerla” a destinazione. Se ho imparato a guidare, posso dunque ottenere il risultato con uno sforzo molto minore. Allo stesso modo

“…la volontà svolge il suo ruolo più efficace e più soddisfacente non come fonte di forza, o di potere diretti, ma come funzione che, essendo al nostro comando, può stimolare, regolare e dirigere tutte le altre funzioni e le altre forze del nostro essere e far sì che ci conducano al traguardo stabilito. Ma, proprio come con l’automobile, per far questo dobbiamo capire le leggi del mondo psichico all’interno del quale, e al di sopra del quale, la volontà deve operare. Quando le abbiamo capite, possiamo scegliere i mezzi e le strategie più pratiche, più efficaci e meno faticose per procedere per il nostro cammino. Dobbiamo conoscere gli elementi fondamentali di questo mondo psichico, le forze attive e le leggi che regolano l’atto di volontà”.

La Forza di Volontà e le altre Funzioni Psicologiche

La la funzione della Volontà, intesa nel suo significato più globale e non semplicemente come “forza di volontà”, secondo Assagioli si collocherebbe al centro della struttura psicologica dell’essere umano. Oltre alle quattro funzioni psicologiche individuate da Carl G.Jung (Sensazione, Intuizione, Pensiero e Sentimento), Assagioli ne aggiunge altre due (ImpulsoDesiderio e Immaginazione), secondo lo schema (p.43 del testo).

I rapporti tra queste funzioni sono complessi, e, secondo Assagioli, vi sarebbero due tipi di interazioni: alcune avvengono spontaneamente o, più precisamente, meccanicamente; altre possono invece essere influenzate, governate e dirette dalla volontà. Alla p.44 del testo egli afferma:

“La varie funzioni psicologiche possono interpenetrarsi e interagire, ma la volontà è nella posizione di dirigerne l’interpenetrazione e l’interazione. La posizione centrale della volontà le permette di assumere la supremazia per mezzo della sua forza regolatrice, ma questa forza a sua volta è governata dalle leggi psicologiche. Ignorare queste leggi significa sprecare, o correre il rischio di usare in modo sbagliato, il potere intrinseco che la volontà possiede grazie alla sua posizione centrale”.

La volontà, in sintesi, grazie ad una adeguata consapevolezza del funzionamento del nostro meccanismo psichico, può governare e dirigere con successo le altre funzioni psichiche, consentendoci di uscire dal carcere dell’inconsapevolezza e della mancanza di governo sulla nostra vita. L’applicazione della Volontà Sapiente è dunque il primo passo verso quell’obiettivo di elevazione personale e saggezza che tutti dovremmo porci, meravigliosamente descritto dalle parole di F.Burzio:

“Piacere e dolore, amore e odio sono reazioni embrionali, inadeguate al cosmo.
Immaginate voi un Dio che si perda e sommerga nel mondo che ha creato, e che pure ama?
Ebbene siate gli iddii del vostro mondo.
Il distacco segna il trapasso dalla mentalità di creatura alla mentalità di creatore.
Se gli ostacoli all’azione sono previsti, a che soffrirne? Se ne tiene conto e basta”.

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