L’Interpretazione dei Sogni nel lavoro dello Psicologo

L'interpretazione dei sogni quale strada maestra non solo per accedere all'inconscio, ma soprattutto come guida per cogliere il senso più profondo della nostra esistenza

Forse il fenomeno dell’interpretazione dei sogni non possiede quella straordinaria importanza riconosciuta ad esso da molte Scuole, con particolare riferimento a quelle aventi una base psicoanalitica. I sogni testimoniano però la vastità e la profondità del mondo psichico interiore. Consentono una presa di coscienza sul fatto che il nostro Essere psichico, per esprimersi nella sua completezza, richiede un sano equilibrio tra le diverse componenti della personalità.

Sembrano invitarci a non trascurare aspetti di natura a volte emozionale, a volte razionale, che necessitano di essere integrati nella coscienza al fine di fare esperienza di un vissuto realmente completo e finalistico.

Possono esprimere tanto i “pensieri più immondi” quanto le visioni più complesse, luminose e transpersonali delle persone con un animo di inclinazione mistica o trascendente. Possono appartenere tanto al reame della sessualità più sfrenata, quanto all’ambito di quella più frustrata, come ottimamente messo in luce dallo stesso Freud.

Ma possono riguardare anche la produzione di immagini che non appartengono necessariamente alla sfera psichica individuale del sognatore, rientrando più verosimilmente nell’ambito di ciò che Jung definiva inconscio collettivo. L’interpretazione dei sogni è un tema di una vastità tale che ancora oggi è difficile riassumerne le caratteristiche all’interno di una singola teoria di riferimento.

Come vedremo, forse l’interprete che più di tutti ha riconosciuto la vastità, l’eterogeneità e il fascino del fenomeno onirico, più che lo stesso Freud, è stato Jung. Lo psichiatra svizzero, sulla scia delle prime formulazioni offerte da Freud con il suo rivoluzionario testo “L’Intepretazione dei Sogni” (1), ha prodotto un lavoro di ricerca che ha esteso enormemente la magnitudine del fenomeno.

Jung ha individuato nel sogno la possibilità di andare molto oltre la convinzione che esso esprima per lo più l’illusorio appagamento di desideri che nella coscienza di veglia sono invece frustrati. Il sogno opererebbe a differenti livelli della sfera psichica soggettiva, fino a proporsi come parte integrante di processi come quello di individuazione o quello di integrazione di aspetti del Sé.

Non si potrà a cuor leggero né scartare con disprezzo l’interpretazione dei sogni, né avere in essa confidenza cieca. … I sogni … vanno considerati cause o simboli degli eventi, oppure coincidenze. … Il più sagace interprete di sogni è colui che possiede la facoltà di cogliere le rassomiglianze

Aristotele

La funzione dei sogni

Ciò che più mi affascina nel lavoro di Jung è il suo insistere su alcuni aspetti del sogno per lo più snobbati da molti psicoanalisti suoi contemporanei ma anche moderni. Nel testo “Introduzione alla psicoterapia psicodinamica” (2), il ben noto psichiatra e psicoanalista statunitense prof. Glen O.Gabbard si limita sostanzialmente a riproporre il ruolo del sogno e della sua interpretazione semplicemente secondo il classico paradigma freudiano di “versione mascherata di un desiderio”. Ritengo però apprezzabile la sua apertura alla possibilità che il mondo onirico possa anche “raffigurare ciò che non è ancora mai stato espresso o pensato, ossia il non formulato“.

Il sogno, nell’ottica psicoanalitica moderna, potrebbe dunque proporre alla coscienza contenuti psichici non ancora manifesti, elementi personali non ancora integrati e di cui non vi è alcuna traccia visibile. E questi elementi, su cui molto ha insistito Jung e i suoi successori, se correttamente accolti, possono costituire una guida preziosa sia nel lavoro psicologico, che nella propria quotidianità.

Jung si spinge addirittura ad affermare che “I sogni […] possono talvolta annunciare certe situazioni molto tempo prima che esse si verifichino attualmente. Non si tratta necessariamente né di un miracolo né di una forma di prescienza. Molte crisi della nostra vita hanno una lunga storia inconscia: noi avanziamo verso di loro a poco a poco, inconsapevoli dei pericoli che si stanno accumulando. Ma ciò che non riusciamo a vedere consciamente viene spesso percepito dall’inconscio, che può trasmetterci l’informazione attraverso i sogni” (3)

Personalmente, in linea con i più raffinati assunti Junghiani, credo che la più bella funzione che l’interpretazione dei sogni possa assumere in un lavoro psicologico sia proprio quella di guida e di mentore nel nostro vagare nello sconfinato reame del Sé. Le crisi psicologiche, spesso tanto temute, altro non sono se non momenti di riorientamento e, soprattutto, di arricchimento interiore rispetto ai quali la personalità individualizzata sceglie di non sottrarsi.

La crisi è, di fatto, un’opportunità, e questo nostro “avanzare verso la crisi”, afferma Jung, non di rado è segnalato dal criptico e misterioso linguaggio onirico, anche molto tempo prima. L’arte dell’interpretazione dei sogni si propone dunque come fonte autentica di una saggezza non reperibile all’esterno dell’individuo stesso. Mediante il sogno è la saggezza intrinseca all’individuo stesso a proporsi come guida.

E questo ci deve rendere consapevoli di un aspetto di non poca importanza. Il problema dell’interpretazione dei sogni non sono i sogni, ma chi li interpreta. Credo non basti una preparazione tecnico-psicoanalitica accurata, che rimane in ogni caso fondamentale. Non basta nemmeno conoscere bene il paziente. Una vasta cultura psicologica, filosofica, antropologica e spirituale è di grande aiuto, ma più di tutto credo sia necessario sviluppare un sottile intuito psicologico.

Questo dovrebbe essere l’aspetto che consente di riuscire a coordinare correttamente la mole di informazioni emergenti nel particolare momento evolutivo che la persona sta attraversando e di riuscire ad offrire ad essa i migliori insight per la propria crescita psico-spirituale.

L’interpretazione dei sogni e dei simboli richiede intelligenza; essa non può essere ridotta a un sistema meccanico con cui imbottire cervelli privi di immaginazione. Essa richiede contemporaneamente una sempre più approfondita conoscenza dell’individualità del sognante e un corrispondente affinamento della personale consapevolezza dell’interprete.

Carl Gustav Jung

L’interpretazione dei sogni nel mio metodo di lavoro

Mi sono chiesto spesso se e in quale misura l’attività onirica del paziente dovrebbe essere stimolata. Sono infatti tendenzialmente sempre stato un sostenitore dell’idea che è più opportuno utilizzare il materiale derivante dai sogni solamente con le persone più spontaneamente produttive. Non tutto ciò che appare in sogno ha un valore psicologico significativo. Senza contare il fatto che, per quanto io abbia una particolare ammirazione per l’analisi Junghiana del sogno, credo che anche l’insistere eccessivamente su aspetti di questo tipo possa togliere energie preziose ad altri aspetti del lavoro.

Il metodo principale su cui si basa il mio lavoro di psicologo rimane in ogni caso l’Esperienza Immaginativa, ma rimango sempre affascinato dal modo in cui una tecnica basata sull’uso consapevole e creativo dell’immaginazione si integra in maniera proficua con l’interpretazione dei sogni. A volte, lo “stimolo percettivo” con cui viene dato avvio alle sedute di Esperienza Immaginativa è proprio la continuazione del sogno, o qualche elemento simbolico tratto dal sogno medesimo.

I sogni possono essere utili per individuare la natura dei propri desideri inappagati, con particolare riferimento a quelli di natura sessuale, data la quantità di energia psichica e relativi blocchi che sono in grado di concentrare. Oppure possono fornire utili indicazioni sui conflitti e complessi psicologici che costellano il proprio inconscio personale. Ma vi sono anche sogni in grado di offrire elementi di saggezza appartenenti alle aree più luminose della psiche inconscia, che sarebbe forse più opportuno definire “super-conscia”.

Così come nell’Esperienza Immaginativa, al momento opportuno e dopo la fase di risoluzione dei conflitti, iniziano ad apparire immagini di trascendenza, parallelamente anche i sogni si arricchiscono di elementi archetipici, fino a sfiorare temi di natura transpersonale, in grado di offrire preziosi spunti di riflessione lungo il proprio cammino di riorientamento psico-spirituale.

La definizione di sogno freudianamente inteso come “strada maestra per giungere all’inconscio” si amplia dunque in maniera straordinariamente ricca. Nell’individuo in cui la coscienza anela ad un grado maggiore di estensione, l’interpretazione dei sogni si propone come elemento di grande valore “spirituale”.

Interpretazione dei sogni e psicologia moderna

Quando mi si chiede se ha ancora senso utilizzare oggi l’interpretazione dei sogni nella pratica clinica, di norma rispondo si, ma solamente se la persona con cui lavoro manifesta curiosità, interesse e piacere nell’addentrarsi negli sconfinati spazi del mondo onirico.

E’ in sostanza molto importante che chi desidera arricchire il proprio percorso psicologico accettando l’introduzione del prezioso linguaggio simbolico dei sogni, abbia anche la sensibilità necessaria per apprezzare il modo in cui l’inconscio offre suggerimenti per guidare e illuminare la propria vita.

La psicanalista svizzera Marie-Louise von Franz, la più famosa allieva diretta di Carl Gustav Jung, affermava che i sogni “portano in sé un’intelligenza superiore, una saggezza, un’ingegnosità che ci serve da guida. Ci mostrano dove sbagliamo, dove siamo inadeguati, ci avvertono di un pericolo, predicono eventi futuri, colgono il senso profondo della nostra vita, ci portano intuizioni illuminanti. […] Dobbiamo pertanto concludere che esiste una matrice psichica che produce nuovi insight creativi” (4).

Non esiste un metodo univoco per interpretare i sogni. Molti autori sono in disaccordo tra di loro, mentre altri ignorano e snobbano del tutto questa possibilità. Nell’interpretazione non ci sono punti di riferimento certi. Si procede per lo più cercando di fare il più possibile affidamento sull’emergere di nuove intuizioni e mantenendosi fedeli al buon senso e alla richiesta del paziente di ottenere informazioni utili per vivere più pienamente la sua vita.

E’ possibile creare un manuale di interpretazione?

Vi sono diverse pubblicazioni a riguardo, di scarsissimo aiuto nella pratica professionale e dai contenuti quantomeno “fantasiosi”. Il presupposto fondamentale per la corretta interpretazione dei sogni, sia per Freud che per Jung, è la raccolta delle associazioni semantiche che il paziente effettua sul proprio materiale onirico.

Sognare un gatto, ad esempio, può avere significati del tutto differenti a seconda del valore personale che questo animale ha per una certa persona, del suo rapporto con esso, delle sue esperienze passate con questo animale, del suo livello culturale in ambito psico-filosofico e spirituale, della sua intelligenza in generale, del suo particolare gruppo etnico, ecc. Le variabili possono essere infinite.

Come vedremo nella pagina dedicata a Jung, è senza dubbio vero che lo psichiatra svizzero ha riscontrato nei sogni di alcune persone la forte presenza di temi non appartenenti alla sfera psichica individuale, ma più correttamente inquadrabili nell’ambito di ciò che lui definiva “inconscio collettivo”.

Ma anche il medesimo simbolo culturalmente collettivo sognato da persone diverse non ha necessariamente il medesimo valore e significato. Rimane infatti da spiegare il motivo per cui nel proprio panorama psichico individuale e in quel preciso momento della propria vita fa la sua comparsa un tema archetipico di quel tipo.

Per complicare ulteriormente la situazione va anche tenuto conto del fatto che i contenuti simbolici presenti nel sogno si relazionano dinamicamente tra di loro e si dispongono secondo una determinata sequenzialità logica, più o meno bizzarra, ma mai casuale. La trama e i contenuti del sogno devono quindi essere analizzati come un insieme. “Il tutto non è la somma delle parti”, per cui è necessario riuscire anche a intuire il motivo per cui un dato simbolo compare entro un certo contesto e non in uno diverso.

E’ dunque facile rendersi conto che un “dizionario dei sogni” o un più generico “manuale di interpretazione dei sogni” che pretende di transcodificare il materiale onirico con una relazione univoca non può possedere alcun valore psicologico.

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BIBLIOGRAFIA
(1) – Freud S., 1899, L’Interpretazione dei Sogni, Universale Bollati Boringhieri
(2) – Gabbard G.O., 2018, Introduzione alla psicoterapia psicodinamica, Raffaello Cortina Editore
(3) – Jung C.G., 1996, L’uomo e i suoi simboli, Raffaello Cortina Editore
(4) – von Franz M.L., 1990, Il mondo dei sogni. Alla scoperta di ciò che veramente siamo, Red Edizioni

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