Trascendenza ed Esperienza Immaginativa

Psicologia e Trascendenza


Il metodo dell’Esperienza Immaginativa è senza dubbio da considerare tra quelli più adatti all’esplorazione di quegli ambiti della natura umana che rientrano nella sfera della cosiddetta “Trascendenza“. Il significato di questo termine è piuttosto ampio ed eterogeneo, ma lo utilizzeremo in questo contesto per indicare quell’ambito della coscienza umana definibile in termini (ad esempio) di “sensazione di appartenenza a qualcosa di superiore”, di percezione di qualcosa di “più elevato e più ampio” rispetto all’ordinaria coscienza o di consapevolezza interiore di “qualcosa di non facilmente definibile” ma a cui ci si può ispirare nel tentativo di governare al meglio e nella maniera più saggia la propria vita quotidiana.

Secondo Robert Desoille, che diede vita al metodo del Rêve Eveillé Dirigé (evolutosi successivamente in Procedura Immaginativa e recentemente in Esperienza Immaginativa), lo scopo di questa tecnica include la socializzazione degli istinti e il recupero di valori che “vanno al di là della materia”, con un particolare occhio di riguardo per il conseguimento di un prezioso “equilibrio spirituale”. L’elevazione della coscienza dell’uomo ai livelli di una reale esperienza di Trascendenza costituirebbe infatti quel reale “fattore di guarigione” in grado di consentire alla persona un autentico “superamento” delle problematiche psicologiche che l’avevano condotta a richiedere aiuto.

In un breve ma interessante scritto, Rocca e Stendoro (1) così si esprimono a proposito dell’esperienza della Trascendenza mediante il “sogno guidato”: “l’analisi Rêve Eveillé Dirigé tende comunque ad essere aperta ed inclusiva a qualsiasi esperienza di allargamento della coscienza dell’essere. Dopo la fase terapeutica dedicata alla presa in carico delle parti di sé negate o scisse, all’elaborazione dei conflitti ed alla modificazione intrasistemica dell’Io, il paziente può pervenire ad un’armonica percezione dell’Essere-con attraverso delle Catene Immaginative ad evidenza emozionale transpersonale di lucidità Creativa. Queste non sono, a nostro giudizio, dei postulati metafisici, ma delle realtà esperienziali profonde dirette al recupero di valori superiori a dimensione noetica o noologica. Il termine transpersonale designa quindi il cogliere sinteticamente una specifica e comune realtà aperta sulla trascendenza.

I rischi dell’uso della Trascendenza in Psicologia

Questo spunto di riflessione ci offre l’opportunità di insistere su una questione di grande delicatezza. L’esperienza di un qualche livello di Trascendenza deve essere intesa come la naturale evoluzione di un percorso psicologico (di tipo Psicoterapeutico o di Counseling Psicologico a seconda delle necessità) che ha condotto ad un adeguato livello di accettazione e rielaborazione del proprio vissuto interiore. Non deve in alcun modo essere avviato un percorso mirante alla Trascendenza prima di aver costruito delle solide basi in termini di equilibrio personale, e preferibilmente dopo aver maturato una adeguata “saggezza” di vita dimostrabile nel proprio vissuto quotidiano.

Pensare di realizzare la pienezza del proprio Sé trascendente prima di aver provveduto ad appoggiare concretamente i propri piedi sul solido terreno della piena consapevolezza di se stessi, dei propri limiti e del buon senso, e di avere un barlume di chiarezza circa il proprio scopo nella vita, comporta l’esposizione al rischio di cadere vittima di pericolose illusioni. Ma questo non ci deve scoraggiare. Se il nostro movente è sincero, e nel nostro cuore si sta facendo strada la necessità di ampliare le potenzialità e gli spazi della nostra coscienza, sapremo senza dubbio anche trovare il percorso più adeguato per arrivare a questo traguardo.

Esperienza Immaginativa e Trascendenza

Lavorare con l’immaginario non significa assolutamente abbandonarsi, fantasticando, ad improbabili appagamenti di desideri personali. Impegnarsi in un lavoro di “immaginazione creativa” come quello dell’Esperienza Immaginativa significa piuttosto accettare di portare alla luce i propri limiti, le proprie debolezze e i propri conflitti interiori, al fine di poterli rielaborare e, se possibile, superare. E questo percorso potrà, in alcuni tratti, attraversare qualche valle buia o qualche freddo deserto, o smarrirsi in qualche sotterraneo dell’anima, con un momentaneo prezzo da pagare in termini di dolore emozionale.

Ma se davvero aneliamo a pervenire a quelle vette di consapevolezza interiore di cui abbiamo parlato, i difficili momenti di transizione non possono e non devono spaventarci. L’alternativa è infatti, almeno nelle persone dal potenziale di crescita più elevato, l’esperienza di un agghiacciante permanere nell’inconsapevolezza e nel freddo buio dell’ignoranza circa la propria autentica natura personale e transpersonale.

Quando la consapevolezza interiore si amplifica a seguito del lavoro compiuto e senza precorrere i tempi, si possono manifestare all’interno dell’Esperienza Immaginativa quelle situazioni dal sottile contenuto emozionale definite da Robert Desoille come “stati luce” e caratterizzati dalla concomitante presenza di uno stato di serenità e pace, e dell’aspirazione a partecipare alla vita delle altre persone. Facendo riferimento al già citato articolo di Rocca e Stendoro riportiamo qui la testimonianza di due Esperienze Immaginative particolari:

Stimolo Immaginativo: “Un triangolo equilatero“: “…Nella punta più alta c’è una stella con tre raggi… Nel primo vedo il mio corpo pieno di luce… il secondo raggio è bello… il terzo è intenso… (lungo silenzio) … E’ irradiazione di vita…” Stimolo Immaginativo: “Una salita“: “…Qualche lieve rumore come foglie che oscillano… Qualcosa di indefinito… di assoluto… un’atmosfera da meditazione… Come un clima che si svuota di tutto… Un non spazio… Un non termine… E’ una dimensione di libertà… silenzio… E’ strano, non riesco a definire bene questa cosa… sono leggero… Sento che si avvicina qualcuno… Sto sprofondando nell’immensità… S’avvicina un anziano dall’aspetto giovanile…”


Bibliografia:
1. R. Rocca, G. Stendoro – “L’Immaginario – teatro delle nostre emozioni” – p.293 – Edizioni Clueb

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