L'esperienza del conflitto interiore come elemento guida verso nuovi territori della coscienza e una libertà più autentica
Conflitto Interiore e Libertà
Conflitto Interiore e Libertà
Image purchased under standard licence from: depositphotos.com

Se non fosse che ciascuno di noi ne avrà probabilmente più volte fatto esperienza personale, l’idea di avere conflitti entro sé stessi potrebbe apparire quasi assurda. Si tratta invece di una situazione piuttosto comune. La psiche ha inevitabilmente una natura complessa e il conflitto interiore ne è di fatto una testimonianza. E per quanto in alcune circostanze possa essere fonte di disagio, questo tipo di conflitto si rivela spesso anche un fondamentale mezzo di espansione della coscienza.

Nella pratica terapeutica, la descrizione di situazioni di questo tipo è piuttosto ricorrente:

  • “una parte di me vorrebbe questo, ma un’altra…”
  • “è come se ci fossero due volontà in me, in cui una vorrebbe fare questo, ma l’altra gli si oppone…”,
  • oppure “una parte di me si sentirebbe terribilmente in colpa se mi concedessi questa cosa…”.

Ma in che modo possiamo affermare che situazioni di questo tipo possono consentirci l’accesso a livelli di consapevolezza più profonda?

Definizione

Vediamo innanzitutto qualche elemento per una definizione basilare del conflitto. Come riportato nell’Enciclopedia Garzanti di Psicologia (1), Freud assume il conflitto come “categoria centrale della teoria psicoanalitica”. Il conflitto si manifesterebbe in forma manifesta, come tra due sentimenti contraddittori. Oppure in forma latente, come nel caso della nevrosi, in cui gli elementi manifesti del conflitto sono solamente una “copertura deformata” o un sintomo di un conflitto latente.

In ambito cognitivista si parla di conflitto interiore nella forma della dissonanza cognitiva, a cui abbiamo già dedicato un articolo.

In ambito comportamentista, sempre con riferimento a quanto riportato nell’Enciclopedia, si distinguono solitamente tre tipi di conflitto:
“a) attrazione-attrazione quando si hanno due o più mete desiderabili ma che si escludono a vicenda;
b) repulsione-repulsione quando la scelta è tra due prospettive sgradevoli per cui si tende a sfuggire il dilemma;
c) repulsione-attrazione quando lo stesso oggetto presenta incentivi positivi e negativi, come il piacere di mangiar dolci e il dispiacere di ingrassare”.

Si tratta però di definizioni basilari del concetto qui analizzato, che possono essere ampliate includendo alcuni elementi che ci possono condurre, come vedremo di seguito, a considerare il conflitto interiore come una sorta di crocevia dove si incontrano le complesse linee di espressione della natura umana.

Il valore trasformativo dei conflitti interiore

Il conflitto interiore tende a creare inquietudine o frustrazione. Siamo inevitabilmente spinti a desiderare di trovare una soluzione, che preveda possibilmente l’estinguersi o almeno l’attenuarsi della tensione interiore. E questo perché tendiamo sempre più a considerare qualsiasi forma di inquietudine come un “problema da risolvere”.

Vi è infatti anche la possibilità che si tratti di un mezzo attraverso il quale il nostro inconscio tenta di orientare la nostra attenzione su qualche elemento di espansione di coscienza.

Esempi interessanti possono riguardare tutte quelle situazioni in cui, in termini psicoanalitici, qualche nostro desiderio che si impone alla coscienza seguendo la linea di minor resistenza che si delinea nel solco del “principio del piacere” viene a scontrarsi con un diniego sancito dall’istanza superegoica.

In altre parole, viviamo questa condizione di conflitto interiore quando da un lato vorremmo concederci la soddisfazione di un gratificante desiderio, ma dall’altro qualche elemento di natura solitamente “morale” gli si oppone. Ed è interessante notare come in situazioni di questo tipo la risoluzione del conflitto non deve necessariamente comportare la soppressione di una delle due istanze a favore dell’atra che gli si oppone.

A volte, la domanda che emerge spontanea non dovrebbe dunque riguardare la scelta da effettuare. Esplorare le ragioni in base alle quali un determinato desiderio determina un conflitto interiore può infatti essere molto più interessante.

Queste ragioni possono senza dubbio riguardare qualche blocco psicologico su cui lavorare per guadagnare maggiore libertà di scelta e di espressione personale, soprattutto quando i limiti imposti dal Super Io sono particolarmente rigidi ed eccedenti.

Ma in altre circostanze la situazione può essere più complessa. Il conflitto può infatti rappresentare l’emergere della necessità di fare spazio nel proprio animo ad elementi di autentica trascendenza e di espansione del Sè personale.

Ed è per questa ragione che in casi come questi il conflitto interiore non deve necessariamente essere risolto nell’ottica del significato più comune del termine. Esso diviene un elemento di riorientamento, che ci guida a riflessioni più profonde sul senso del nostro agire nella realtà che ci circonda.

Libertà e conflitto interiore

Tra i motivi per i quali la comprensione del conflitto interiore in un’ottica di crescita psicologico-spirituale può risultare difficile vi è senza dubbio il problema della libertà. Tendiamo sempre più spesso a pensare alla libertà come alla possibilità di fare semplicemente ciò che vogliamo, senza tenere in debita considerazione la complessità della questione.

Il conflitto interiore coinvolge spesso dilemmi di tipo morale, che non sempre possono essere risolti semplicemente dando spazio alla libertà di vivere le cose secondo il principio del piacere. E inevitabilmente questo fa emergere la delicata questione dell’autentico significato dell’essere realmente liberi. La libertà è solamente assenza di restrizioni? E’ la possibilità di scavalcare qualsiasi vincolo in nome del diritto ad affermarsi come meglio si ritiene?

Tale concezione trascura la complessità delle scelte che nella vita ci troviamo a dover affrontare, le quali coinvolgono spesso decisioni difficili e dilemmi interiori che richiedono una riflessione profonda e consapevole sul significato di essere realmente liberi.

La vera libertà, quindi, non è semplicemente l’assenza di restrizioni, ma piuttosto la capacità di scegliere in modo maturo e coerente, tenendo conto dei propri valori e responsabilità, e dell’impatto delle proprie azioni sulle altre persone.

Libertà non è dunque semplicemente tutto ciò che tiene lontano il conflitto interiore. A volte il conflitto è proprio quella “voce della coscienza” che ci richiama a responsabilità che vorremmo semplicemente schivare, per mantenerci in un atteggiamento adolescenziale verso la vita.

Accogliamo dunque questo tipo di conflitto interiore quando giunge nella nostra coscienza a segnalarci la necessità di una presa di coscienza rispetto ad elementi di maggior valore nella vita. E proviamo ad agire di conseguenza.

Superamento del conflitto interiore

Superare il conflitto interiore non significa dunque necessariamente liberarsene, allontanando quelle fastidiose voci dissonanti che creano inquietudine nel nostro animo. Il conflitto non è il nemico da combattere. Forse le emozioni che emergono dalla tensione tra le istanze psichiche sono proprio quel territorio nuovo da esplorare con curiosità e spirito di accettazione.

Tra le pieghe più profonde della nostra complessità psichica possiamo scoprire un’inaspettata capacità di intravedere l’armonia scaturire proprio dal conflitto. Perché è proprio verso l’armonia che molte delle nostre tensioni interiori ci orientano e ci guidano, anche se a volte sembrano farlo nel modo più complicato.

In qualsiasi momento della nostra esistenza possono emergere in noi nuovi elementi di consapevolezza che rischiano di entrare in contrasto con quel rassicurante ordine che abbiamo pazientemente costruito nel corso degli anni. Questo non ci dovrebbe spaventare.

La psiche anela sempre all’integrazione, alla completezza e ad un’espansione verso territori sconosciuti. E il viaggio verso questi territori da esplorare richiede spesso l’accettazione dei contrasti sollevati dai nuovi elementi di consapevolezza che si impongono alla nostra realtà psichica.

La scelta tra provare ad eliminare i conflitti e reimmergerci nel nostro status quo, e provare a fare spazio all’emergere di nuove dinamiche e possibilità esistenziali, è interamente nostra. Ma se nella nostra esistenza siamo ispirati da un desiderio di piena consapevolezza, da raggiungere grazie agli strumenti dell’impegno, della responsabilità e del sacrificio, non dovrebbe risultare difficile comprendere, affrontare e superare il disagio temporaneo dei conflitti interiori.


NOTE BIBLIOGRAFICHE

(1) – Galimberti U., Enciclopedia di Psicologia, Prima edizione 1999, Garzanti, p.233

Condividi:

Richiedi un primo colloquio conoscitivo gratuito​

Se hai piacere di parlarmi di una situazione personale che ti sta a cuore, puoi contattarmi per fissare un primo colloquio e poter fare assieme una prima valutazione

Altri articoli del Blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto